Mostre in galleria? Roba vecchia. A Roma Salvo D’Avila fotografa
zucche e peperoni e li espone tra i banchi del mercato. Immagini rubate
all’agricoltura





L’appuntamento è a Roma per il 29 febbraio, al mattino, alla
bancarella di Claudio, il più eccentrico tra i venditori del mercato di
Campo de’ Fiori. Un fruttarolo-esteta che dispone la merce in maniera
tale da metterne in risalto, in primis, la bellezza. Il motivo del
rendez-vous? A far bella mostra di sé, letteralmente, tra arance e
cavolfiori, saranno le foto firmate da
Salvo D’Avila,
pseudonimo di un professionista pugliese naturalizzato romano. Uno che
nella vita quotidiana si occupa di tutt’altro, ma che con sottile ironia
ha scelto una location singolare per esporre le sue nature morte,
puntando a un pubblico a dir poco eterogeneo (non certo la solita élite,
habitué di musei e gallerie). Madre storica dell’arte e padre ex
titolare di galleria, D’Avila bazzica l’ambiente fin da bambino; ma
l’antica passione per le foto è riaffiorata solo di recente, fortificata
dai corsi della Scuola Romana di Fotografia che gli hanno consentito di
affinare tecnica e linguaggio. Echi della pittura di
Caravaggio e del contemporaneo
Luciano Ventrone, ma anche di maestri della fotografia dell’Ottocento e del Novecento, come
Karl Blosffeldt e
Edward Weston: tutti riferimenti riconoscibili nei suoi scatti, che riescono comunque a evitare la scorciatoia della citazione tout court.
Ultima precisazione: potrete rifornirvi di primizie e ortaggi bio, ma
nel cestino della spesa nessuna foto. Le opere di D’Avila non sono in
vendita: qui si espone più per passione, che per mestiere. E in fondo,
si tratta solo di…
Immagini rubate all’agricoltura!
- Lia De Venere
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