mercoledì 29 febbraio 2012

QUANDO LA VIOLENZA SI SCAGLIA SUGLI INNOCENTI

E’ con le lacrime agli occhi che riportiamo la vicenda di questa meravigliosa cucciolona, vittima di quella violenza meschina di cui solo l’uomo è capace.
Credo sia stato un vero e proprio miracolo trovarla. Come se fosse stato guidata da un angelo, è passata proprio davanti alla finestra dalla quale, dal suo luogo di lavoro, un volontario OIPA stava casualmente guardando fuori. L’ha visto passare con un "guinzaglio" che penzolava e, pensando fosse scappata a qualcuno, senza esitare è corso a prenderla. La cagnolona era molto spaventata, tanto che lo ha morso più volte prima di arrendersi. Una volta avvicinata, il volontario si accorge che quello che in lontananza sembrava un guinzaglio, era in realtà il freno di un motorino conficcato nel corpo con un filo di ferro.
La ferita ora è stata disinfettata e la cucciola, sotto terapia antibiotica, è in osservazione. Quello che ci spaventa non è solo il maltrattamento che ha subito, ma anche il fatto che la tortura inflitta sia stata progettata a mente fredda. Ora speriamo che possa riprendersi al più presto, sia fisicamente che dal trauma psicologico.

La fortuna dei figli del giorno bisestile

Perché chi è nato il 29 febbraio possiede una patente di originalità


Su Twitter il tormentone è partito ieri sera: #29febbraio. O #29thfebruary per chi cinguetta in inglese, hashtag gettonatissimo soprattutto tra le donne visto che una tradizione scozzese dice che, solo per oggi, possono chiedere al proprio uomo di sposarle e a lui non è concesso rifiutarsi. Ma il vero problema del giorno che ricorre ogni quattro anni riguarda il compleanno. Chi è nato il 29 febbraio, famoso o no, quando festeggia? Il 1° marzo, come la soubrette Sylvie Lubamba «perché prima porta sfortuna», o il 28 febbraio come «Carletto detto Bisestile» di cui racconta Luciano De Crescenzo nel suo libro Tale e quale? Per quest'anno, almeno, il problema non si pone.

Caro Bsev, rubo qualche attimo del tuo tempo per richiedere un intervento. Mi spiego. Sono nato il 29 febbraio (del 1956! Siamo quasi coetanei). E quest'anno, finalmente, potrò festeggiare il compleanno nel giorno esatto! Noi del 29 febbraio siamo rari, ma non unici. Sarebbe bello avere, come regalo, un tuo pensiero per noi «bisestili». Quasi nessuno ne parla, eppure ci siamo.
Domenico Campanini
domenico.campanini@tin.it
Caro Domenico, oggi ne parleranno in molti, vedrai. Ma un pensiero-regalo te lo offro volentieri, per quel che vale.
Non per dirti quello che sai già. E cioè che i calendari sono un gioco (necessario) degli uomini; le date, semplici convenzioni. Non cercherò neppure di consolarti dicendo che voi bisestili siete eterni giovani - i capelli bianchi e le articolazioni non guardano il calendario. Eviterò anche qualsiasi riferimento a scaramanzia, esoterismo e astrologia, materie in cui sono orgogliosamente ignorante.
Ti dirò solo: siete speciali. Nascere il 29 febbraio conferisce una patente di originalità che nessuno può mettere in discussione. Sono certo che il tuo compleanno sia un ottimo tema di conversazione: negli ultimi anni, quando eri stanco di sentir parlare di calcio e di Berlusconi, chissà quante volte hai detto: «Sapete? Io compio gli anni ogni quattro anni» - e poi ti sei messo tranquillo ad ascoltare prevedibili ba nalità (è un po' come nascere a Crema: chiunque tiri fuori «la città dolce» deve sapere che milioni di persone hanno già detto la stessa cosa).
Il punto, ripeto, è un altro: voi bisestili siete veramente speciali. Non unici, ma rari e preziosi. Nel XX secolo non erano i cesarei a dettare le date di nascita: siete figli della coincidenza (che, a differenza della scaramanzia, amo molto). Moltissimi italiani, oggi, sprecano soldi e buttano il senno per sembrare originali, interessanti, notevoli. Voi lo siete davvero: gratis. Non è fantastico? Buon compleanno, Domenico.

Record: il più grande domino umano

 A New Orleans 850 persone coinvolte nell'evento da Guinness -

Il «Kung Fu Bear» spopola in Russia

 Un orsetto si esercita con l'arte del bastone

martedì 28 febbraio 2012

Quelle 25 parole da sapere a 2 anni

Il test sul vocabolario dei bimbi che rivela la presenza di problemi di apprendimento


MILANO - Basta un semplice test di dieci minuti per capire se, una volta adolescente, il bambino avrà difficoltà di apprendimento o se la sua scarsa capacità di imparare le parole non nasconda piuttosto patologie più gravi come autismo e sordità. A metterlo a punto sono stati gli esperti del Bryn Mawr College in Pennsylvania, guidati dalla professoressa Leslie Rescorla, che hanno stilato un elenco di 310 parole, chiedendo ai genitori di spuntare ogni vocabolo che sentivano ripetere dal figlio (anche se magari la pronuncia non era perfetta o se era usato in un contesto diverso dal suo reale significato). I TERMINI FONDAMENTALI - In genere, le parole pronunciate a due anni sono fra 70 e 225, ma venticinque di queste (mamma, papà, ciao, giocattoli, cane, gatto, bambino, latte, succo di frutta, palla, sì, no, naso, occhio, banana, biscotto, macchina, caldo, grazie, bagno, scarpa, cappello, libro, andati, di più) devono comparire per forza nel vocabolario del piccolo, perché sono quelle considerate base e la loro mancata conoscenza potrebbe essere indice di qualche problema di apprendimento assai più grave di un semplice «ritardo linguistico». Stando ai risultati presentati nel corso dell’annuale meeting di Vancouver dell’American Association for the Advancement of Science, il 20% dei bambini di 2 anni sarebbe linguisticamente più indietro rispetto alla maggior parte dei coetanei, anche se i genitori dovrebbero cominciare a preoccuparsi sul serio nel caso in cui il figlio fatichi ad apprendere nuovi vocaboli entro i primi 30 mesi di vita (2 anni e mezzo) o non conosca più di 50 parole a tre anni. In questi casi è perciò necessario ricorrere ad un terapista del linguaggio, che sia in grado di stabilire se non vi siano patologie che ostacolino l’apprendimento delle parole e che aiuti il piccolo a sviluppare a pieno la sua capacità conoscitiva, così da non avere poi problemi di inserimento nella società una volta adulto.
TEST SEMPLICE - «Nel nostro studio – ha spiegato la professoressa Rescorla al Guardian – i bambini con un ritardo linguistico hanno poi recuperato la differenza in modo variabile, anche se dopo i 17 anni i miglioramenti sono stati significativamente più bassi. E anche se molti riescono a coprire il gap, il problema è che non sappiamo a priori chi di loro riuscirà davvero a farlo, ecco perché questo test può essere utile: tutto quello che serve è una matita e un genitore attento. Quanto poi alle modalità di apprendimento, anche questo è un fattore da considerare, perché è stato dimostrato da un numero sempre crescente di studi che i bambini sviluppano più rapidamente la loro capacità linguistica se vengono coinvolti in conversazioni reali, anziché lasciati da soli a guardare i programmi televisivi destinati alla loro età. Ma in questo caso non c’entra l’effetto negativo della tv sul linguaggio infantile quanto, piuttosto, la capacità che hanno molti bambini di imparare vocaboli ed espressioni nuove proprio grazie all’interazione diretta con gli adulti».
Simona Marchetti

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Da oggi potrai trovare una sezione del sito dedicata ai disturbi specifici
dell’apprendimento (DSA) con indicazioni su che cosa è importante 
conoscere e come valutare, intervenire e potenziare la dislessia, 
la discalculia, la disgrafia e la disortografia; la sezione sarà sempre 
aggiornata con il calendario degli eventi specifici, la presentazione 
novità e i link utili per permetterti un continuo aggiornamento sulla 
tematica dei DSA. Inoltre abbiamo attivato una promozione specifica 
per permettere alle scuole e agli insegnanti di identificare precocemente 
le difficoltà di lettura degli alunni nella scuola primaria. 
Vai alla sezione DSA - Disturbi Specifici di Apprendimento »

La glicemia si misurerà nella saliva

A buon punto un prototipo di biochip in grado di dosare
il glucosio e altri composti nella saliva


Pungersi il dito per misurare la glicemia non fa certo piacere a nessuno, tantomeno se occorre farlo più volte al giorno come accade a molti diabetici. Quando sarà pienamente sviluppato un nuovo biochip messo a punto da un ingegnere italiano della Brown University di Providence, negli Stati Uniti, forse non sarà più necessario farlo: il sensore infatti potrà misurare il glucosio (ma anche altre sostanze) nella saliva. PLASMONICA – I risultati delle ricerche di Domenico Pacifici, ingegnere catanese trapiantato oltreoceano, sono stati pubblicati sulla rivista NanoLetters e raccontano di un apparecchio molto speciale, che anche nel nome ha qualcosa di fantascientifico: si tratta infatti di un sensore a base di migliaia di minuscoli “interferometri plasmonici”, che posti su un biochip sono in grado di misurare la concentrazione delle molecole di glucosio nell'acqua in quantità simili a quelle che si trovano nella saliva (dove il glucosio è circa 100 volte meno concentrato rispetto al sangue). Un passo indietro, e la necessaria spiegazione di che cosa sia la “plasmonica di superficie”: si tratta di una scienza che studia l'interfaccia fra luce (fotoni) e metallo, indagando che cosa accade quando un fascio luminoso colpisce una superficie metallica e i suoi elettroni. Ogni interferometro plasmonico è stato costruito da Pacifici “scolpendo” una fessura larga circa 100 nanometri (oltre cento volte meno rispetto a un capello) in un pezzetto di metallo; sui lati della fessura sono state intagliate due ulteriori scanalature di 200 nanometri. La fessura “cattura” i fotoni luminosi e le scanalature li disperdono facendoli interagire con gli elettroni liberi del metallo: l'interazione elettrone-fotone genera il plasmone di superficie, che (semplificando) è una sorta di onda sottile, che si muove nella fessura andando a incontrare gli altri fotoni luminosi che arrivano dall'esterno. Pacifici, per spiegarlo, usa l'immagine di due onde oceaniche che collidono arrivando da direzioni diverse: quando due onde “interferiscono” in questo modo, la luce trasmessa attraverso la fessura si modifica nei suoi minimi e massimi; se sulla superficie del chip c'è glucosio o una qualsiasi altra sostanza, l'interferenza delle due onde è “disturbata” e questo si manifesta con una differenza nell'intensità di luce, che è misurabile e soprattutto correlata alla concentrazione della sostanza.
PROTOTIPO – Molto complicato, va detto, ma il concetto alla fine è che il glucosio presente riesce a modificare l'intensità luminosa sul biochip in maniera quantificabile. I ricercatori sono stati in grado di “sintonizzare” le migliaia di interferometri plasmonici sul sensore per misurare concentrazioni di glucosio nell'acqua pari a 0.36 milligrammi per decilitro (la glicemia ha valori di decine di milligrammi per decilitro): significa che è possibile, con opportuni aggiustamenti, riuscire prima o poi a fare dosaggi nella saliva dove le concentrazioni sono di quest'ordine di grandezza. Gli ingegneri sono già al lavoro sul prototipo definitivo per la misurazione del glucosio, che potrebbe essere solo uno dei composti valutabili nella saliva con gli interferometri plasmonici: «Potremo usare questi biochip, molto piccoli e maneggevoli, per il dosaggio di biomarcatori multipli, facendo misurazioni in parallelo e tutte in una volta con una elevatissima sensibilità», spiega Pacifici. Che sottolinea anche come il sensore potrebbe rivelarsi utile per rilevare sostanze pericolose nelle acque. Insomma, le prospettive sono molte e interessanti: forse presto avremo davvero il glucometro “da bocca”, per dire addio alle punture.
Elena Meli

L’artista e il fruttarolo

Mostre in galleria? Roba vecchia. A Roma Salvo D’Avila fotografa zucche e peperoni e li espone tra i banchi del mercato. Immagini rubate all’agricoltura

Salvo D'AliaSalvo D'AliaSalvo D'AliaSalvo D'AliaL’appuntamento è a Roma per il 29 febbraio, al mattino, alla bancarella di Claudio, il più eccentrico tra i venditori del mercato di Campo de’ Fiori. Un fruttarolo-esteta che dispone la merce in maniera tale da metterne in risalto, in primis, la bellezza. Il motivo del rendez-vous? A far bella mostra di sé, letteralmente, tra arance e cavolfiori, saranno le foto firmate da Salvo D’Avila, pseudonimo di  un professionista pugliese naturalizzato romano. Uno che nella vita quotidiana si occupa di tutt’altro, ma che con sottile ironia ha scelto una location singolare per esporre le sue nature morte, puntando a un pubblico a dir poco eterogeneo (non certo la solita élite, habitué di musei e gallerie). Madre storica dell’arte e padre ex titolare di galleria, D’Avila bazzica l’ambiente fin da bambino; ma l’antica passione per le foto è riaffiorata solo di recente, fortificata dai corsi della Scuola Romana di Fotografia che gli hanno consentito di affinare tecnica e linguaggio. Echi della pittura di Caravaggio e del contemporaneo Luciano Ventrone, ma anche di maestri della fotografia dell’Ottocento e del Novecento, come Karl Blosffeldt e Edward Weston: tutti riferimenti riconoscibili nei suoi scatti, che riescono comunque  a evitare la scorciatoia della citazione tout court.
Ultima precisazione: potrete rifornirvi di primizie e ortaggi bio, ma nel cestino della spesa nessuna foto. Le opere di D’Avila non sono in vendita: qui si espone più per passione, che per mestiere. E in fondo, si tratta solo di… Immagini rubate all’agricoltura!
- Lia  De Venere


 

lunedì 27 febbraio 2012

Hugo Cabret

Ero rimasta affascinata nel vedere il piccolo Hugo Cabret muoversi in ambienti insoliti quali una stazione ferroviaria, ma soprattutto seguirlo nel suo alloggio tra meccanismi e ingranaggi di un enorme orologio. Se ci penso però, è facile che io mi incanti, forse perchè è solo il secondo film che vedo in 3D
Mi sono detta: "Sarà solo per questo?"
Ma quando ho sentito che gli sono stati assegnati 5 Oscar per fotografia, scenografia, effetti speciali, sonoro e montaggio sonoro ...  è riaffiorato l'orgoglio per il fiuto da cineasta che mi ritrovo!
Chissà che il sogno nel cassetto sia proprio questo!!!!!!
Non lo saprò mai!

Il Teatro pubblico pugliese on the road Un camper per promuovere lo spettacolo

Il tour parte da Lecce e toccherà undici città
Progetto pilota:ci sarà anche un punto fotografico

Una scena di «Sogno di una notte di mezza estate» della Compagnia Factory Una scena di «Sogno di una notte di mezza estate» della Compagnia Factory

LECCE - Il Teatro pubblico pugliese va on the road. Il consorzio (con più di 56 soci tra Comuni, Province e la Regione), che si occupa di promozione e sviluppo nel settore dello spettacolo dal vivo, tira fuori dal cappello un'altra idea per «conquistare» il pubblico. Si tratta di un progetto pilota: un camper targato Teatro pubblico pugliese viaggerà per il prossimo mese in tutta la regione fermandosi in undici città. Si parte da Lecce il 25 febbraio alle 12 in piazza Sant'Oronzo.
IL PROGETTO - Un ufficio mobile finalizzato all’acquisto dei biglietti per la maggior parte dei teatri in circuito (che si aggiunge al servizio on line e dei botteghini dei teatri). Nell'occasione, saranno disponibili e verranno diffuse informazioni sui teatri del circuito, sulle attività teatrali, materiali e coupon con promozioni per gli spettacoli. Lì dove stazionerà il camper sarà anche posizionato un punto fotografico per l’iniziativa «Taggati- mi piace il teatro» per la pagina Facebook del Tpp.
IL TOUR - Ad avviare il tour ci saranno Massimo Alfarano, assessore alla Cultura del Comune di Lecce e Giulia Delli Santi, dirigente attività teatrali del Teatro pubblico pugliese. Si continua, poi, il 26 febbraio ad Aradeo (mattina), Cavallino (pomeriggio) e Lecce (sera); il 2 marzo a Brindisi, il 3 e 4 marzo il camper salirà verso Foggia e poi toccherà Mesagne, Bari (10 e 11 marzo), Andria (mattina 16) Trani (sera 16), Massafra (mattina 18) e Martina Franca (sera 18).
Michela Ventrella

Cinque, sette, dieci metri quadrati Il mattoncino tira sempre di più

Si moltiplicano gli annunci di vendita di appartamenti-bonsai. Piazzale delle Province: «Dieci metri, un bagno e anche la tv. Prezzo settantamila»


ROMA - «Scusi, ma come sette metri quadrati? Tutta la casa?». Se vi sembra una dimensione impossibile, il proprietario vi rassicurerà: «Ne vendo anche una di quattro». In zona Parioli, a sessanta e quarantamila euro. Ma ce n'è una anche in piazzale delle Province: «Di dieci metri, accatastata come appartamento, c'è un bagno e anche la tv, insomma tutto. Prezzo settantamila, non un euro di meno». Fino a pochi giorni fa, un annuncio proponeva anche una «garçonniere in zona Pantheon, cinquantamila euro». Un lavandino, un water e una doccia senza piatto sulla sinistra, tre gradini sulla destra, in cima un letto stretto tra due pareti. Cinque metri quadrati, ovviamente ben distribuiti. Di questi tempi, dunque, l'italiano sa bene che la casa rimane un bene sicuro; a guardarsi in tasca, però, c'è un unico investimento possibile. Il mattoncino.
Tra le conseguenze della crisi ecco l'immissione nel mercato immobiliare di case Lilliput: ce ne sono, qua e là, sparse per tutta Roma. Microcase a disposizione di chi, adesso, può permettersi di spendere qualche decina di migliaia di euro: ce ne sono piccolissime e di piccole, a seconda del budget. E comunque, a meno di non scegliere come zona piazza di Spagna, si trovano monolocali, chiamiamoli così, a meno di centomila euro. Quasi ovunque. Inutile sognare una reggia, ovvio: «Centocelle, appartamento adiacenze via dei Castani in palazzina in cortina, camera con angolo cottura e servizio, buone condizioni, esposizione esterna. Ottantamila euro». Telefonando, si rischiano delusioni: quant'è grande? «Venti metri». Calpestabili? «Commerciali». Quelli calpestabili sono sedici. E, piccolo dettaglio: «Non ci sono finestre. Solo due prese d'aria». Di venti centimetri.
In zona Cassia gli annunci per monolocalini non mancano. «Due Ponti: monolocale ristrutturato, affittato a 450 mensili, uso investimento. Cinquantamila euro». In via Gradoli, famosa per le scappatelle di Marrazzo e la prigionia di Moro, ecco «monolocale con angolo cottura e bagno arredato, ristrutturato con concessione in sanatoria, agibilità non ancora richiesta, affittato a 400 euro mensili vendesi a 45.000 euro, escluse agenzie». Se vi sembra una casa, è di sedici metri quadrati. A Torre Maura un'agenzia promette sei «monolocali (angolo cottura da impostare) adatti ad uso investimento, a partire da e 40.000». A San Basilio c'è questo «ampio monolocale con angolo cottura bagno e ripostiglio, euro 70.000, classe energetica G». Ci sono certi annunci, poi, che un po' fanno sorridere: «Loft in zona Aurelio, ingresso indipendente, servizio e giardino. Prezzo: 85 mila euro». Un po' fuori mano: «Adiacente l'Aurelia Hospital». Un cubo, una casupola con uno spazietto esterno: eccolo qui, il loft con giardino. Sempre sulla Cassia, in zona «Ospedale San Pietro, monolocale piano terra ingresso indipendente, appena ristrutturato, attualmente libero, impianti a norma. Vendesi a 80.000 euro». Venti metri: «circa», ovviamente. All'Appio, per settantacinquemila euro, si vende mezza casa: «In comproprietà, secondo piano, possibilità ascensore, semi ristrutturato, porta corazzata nuova, svendo per separazione il 50 per cento indiviso, ottimo per investimento». Al Quadraro invece c'è un «monolocale con ingresso indipendente composto da angolo cottura, camera matrimoniale, bagno. Ristrutturato e arredato, euro 75.000». Inutile telefonare: «L'abbiamo venduto subito». Il mattoncino, a quanto pare, tira.
Alessandro Capponi

domenica 26 febbraio 2012

per la mia amica Velma

Grazie all'indicazione di Emilia (anche lei catturata dai libri stampati), ti segnalo un sito interessante dove potrai trovare tutto ciò che può servire alla famiglia e saziare la tua sete di sapere.



La felicità



La felicità è una scelta quotidiana.
Non la trovi in assenza di problemi.
La trovi nonostante i problemi.

(Stephen Littleword)

sabato 25 febbraio 2012

venerdì 24 febbraio 2012

L'allergia si previene prima di nascere

Importante l'alimentazione della madre. Fenomeno
in crescita: la patologia riguarda un bambino su quattro


In Italia il 25% dei bambini ha problemi di allergia. Vent’anni fa ne soffriva solo il 7%. «Lo stile di vita occidentale fa aumentare le allergie, — spiega Walter Canonica, direttore della Clinica pneumologica dell'Università di Genova — per una serie di ragioni». Non si può, cioè, dare la colpa a un singolo fattore, che si tratti dell’inquinamento o delle migliori condizioni igieniche, ma piuttosto a un insieme di elementi: entrano per esempio in gioco anche i mutamenti dei profili familiari. «Le famiglie dei laureati hanno più figli allergici, quelle meno numerose anche (i figli successivi al primo sono più protetti)» puntualizza Alessandro Fiocchi, direttore del reparto di Pediatria dell’Ospedale Macedonio Melloni di Milano e presidente del VI Milan International Meeting on Paediatric Allergy. «C’è anche una relazione fra reddito procapite di un Paese e allergie — prosegue l'esperto —. In Albania sono molto meno frequenti che da noi, ma quando gli albanesi vengono qui le sviluppano. Un dato che sottolinea come i fattori ambientali giochino un ruolo importante». L'insieme di questi fattori agirebbe favorendo in qualche modo un cambiamento del nostro sistema immunitario, che sarebbe spinto a rispondere in modo anomalo a stimoli «innocenti». È grazie alla migliore conoscenza dei fattori coinvolti e, soprattutto, dei meccanismi che ne sono alla base, che gli esperti stanno mettendo a punto nuove strategie per cercare di prevenire le allergie. Alcune strategie sono ormai consolidate: è certo che bisogna smettere di fumare durante la gravidanza ed evitare di esporre i neonati al fumo, che è importante l'allattamento al seno per almeno sei mesi e che l'introduzione di alimenti solidi dovrebbe avvenire a partire dai 4-6 mesi di vita. Ma vengono esplorate altre strade: per esempio, sono stati studiati i fattori alimentari che nel corso della gravidanza possono diminuire il rischio di avere un figlio allergico. Fra questi, la dieta mediterranea viene considerata in generale protettiva. Un ruolo favorevole sarebbe svolto da acidi grassi polinsaturi, micronutrienti e vitamine, in particolare la D, la C e la E. Anche l'esposizione all'inquinamento ambientale durante la gestazione potrebbe rappresentare un fattore negativo, così come l'uso di alcuni farmaci (antiacidi, paracetamolo, antibiotici) e lo stress della futura mamma.
Grazie alle migliori conoscenze dei meccanismi che intervengono facendo virare la risposta dell'organismo verso le allergie, si sta cercando il modo di prevenirne l’insorgenza, modulando la risposta immunitaria, in pratica favorendo uno sviluppo equilibrato del sistema immunitario, evitando così un suo sbilanciamento verso la risposta allergica. «Le nuove conoscenze sull'immunità innata spiegano perché alcuni farmaci, come gli immunomodulatori batterici, possano funzionare — chiarisce Fiocchi —. Ci sono dati sull'intervento con queste molecole nel trattamento dell'asma e nuove indicazioni vengono da uno studio condotto a Berlino sulla prevenzione delle allergie». Un ulteriore mezzo con cui si sta cercando di prevenire lo sviluppo delle allergie è rappresentato dai probiotici. «In uno studio condotto su bambini la somministrazione di probiotici si è dimostrata efficace nel ridurre la percentuale di eczema, ma non quella di allergie alimentari — precisa Alessandro Fiocchi —. Funzionerebbero attraverso un meccanismo antinfiammatorio: il probiotico agisce su particolari recettori, specie di serrature dell'immunità naturale, ri-orientando lo sviluppo dell'immunità verso la produzione di anticorpi corretti». Si tratta - va comunque sottolineato - di osservazioni che si stanno accumulando, ma che, almeno per il momento, non consentono ancora di trarre conclusioni definitive. «L'unico intervento con documentazione scientifica consistente — puntualizza l'esperto — è il ricorso alle "formule" ipoallergeniche, a base di idrolisati delle proteine del latte, che riducono le probabilità del bambino di diventare allergico al latte, ma non ad altri alimenti».

Circolazione del sangue analizzata nei minimi dettagli con un supersoftware

Rappresentazione completa e in quattro dimensioni grazie a 600 mila miliardi di operazioni al secondo


In giallo l'accumulo di materiale lipidico nelle coronarie simulato dal nuovo software (da Cnr)In giallo l'accumulo di materiale lipidico nelle coronarie simulato dal nuovo software (da Cnr)
MILANO - Simulare il sangue umano è oggi possibile. O meglio: mimare alla perfezione l’armonia del movimento dei globuli rossi, dei globuli bianchi e delle piastrine che interagiscono tra loro e con il plasma, è diventata un’impresa abbordabile. Grazie a un supersoftware si riesce a ricostruire nei minimi dettagli la circolazione sanguigna e a darne una rappresentazione multiscala, completa e in quattro dimensioni (tre nello spazio più il tempo) nonché reale perché presa da un vero paziente. E la prevenzione dei disturbi cardiovascolari ci guadagna, poiché è possibile circoscrivere le zone delle coronarie dove si accumulano i grassi e stimare pertanto il rischio di avere l’aterosclerosi o l’infarto. «LAVORO IMMANE» - Quale tecnologia ha permesso simili traguardi? Metodi computazionali estremamente avanzati. Per ognuno delle centinaia di milioni di particelle che rappresentano la parte corpuscolare del sangue è stato eseguito un calcolo, come pure per il miliardo di nodi che rappresentano la parte fluida (plasma). E oltre 600 mila miliardi di operazioni aritmetiche al secondo, tra somme, sottrazioni, radici quadrate, algoritmi, moltiplicazioni e divisioni, sono state necessarie per simulare un battito cardiaco. «Un lavoro immane», ammette Massimo Bernaschi, dirigente tecnologo dell’Istituto per le applicazioni del calcolo Mauro Picone di Roma, che ha contribuito alla messa a punto del supersoftware insieme all’Istituto per i processi chimico-fisici del Cnr, «ma ce l’abbiamo fatta e abbiamo vinto la sfida che ci ha portato per due volte a partecipare come finalisti alla Conferenza mondiale del supercalcolo che si svolge negli Stati Uniti. A Seattle, nell’ambito dei Gordon Bell Awards, abbiamo ricevuto una menzione speciale per il lavoro svolto a cui hanno contributo tra gli altri i miei colleghi Sauro Succi e Mauro Bisson».
LO SPUNTO DAI VIDEOGIOCHI - Questa applicazione, la prima in assoluto nel suo genere, è frutto della combinazione tra la modellistica, che ha la capacità di rappresentare problematiche con diversi punti di vista, e la tecnologia computazionale di ultima frontiera. Per metterla a punto sono infatti state necessarie ben 4 mila schede Gpu (Graphics Processing Unit) assai potenti in grado di comunicare tra loro alla velocità di centinaia di megabyte al secondo. «Queste schede sono state originariamente realizzate per la grafica, soprattutto per rappresentazioni realistiche all’interno di videogame. Successivamente si è capito che potevano essere usate per calcoli ad altissime prestazioni», spiega Bernaschi. «Da tre o quattro anni esiste una comunità che le sfrutta in vari campi: dalla crittografia alla trattazione in genere di una grande mole di dati a cui devono essere applicati calcoli onerosi. La Guardia di finanza le impiega per mettere a punto scenari di evoluzione di grandezze, indici azionari o movimenti dei prezzi delle opzioni. Il loro utilizzo si è andato ampliando sempre più, tanto che oggi vi si ricorre anche per l’analisi di segnali radar o per la simulazione di fenomeni atmosferici o di bacini idrogeologici».
CONVENIENZA - Queste schede con altissime prestazioni sono state installate in una piattaforma di calcolo, prestata alle due realtà italiane dal Tokyo Institute of Techology e contenente una rete che metteva in comunicazione le schede tra loro e con un sistema adibito a leggere e a scrivere i dati basati su dischi a stato solido. In altre parole, le simulazioni del sangue umano sono state eseguite su un computer, che è il terzo al mondo per prestazioni assolute. «L’utilizzo delle schede dà in genere molteplici vantaggi», sostiene Bernaschi. «Il consumo di energia elettrica di una singola scheda è di un ordine di grandezza in meno rispetto a una piattaforma tradizionale che offre le stesse possibilità di calcolo e il costo per prestazione è estremamente conveniente. Una scheda adibita, per esempio, alla crittografia ha un prezzo di circa 500 euro e permette di controllare 2 milioni di password al secondo: in pratica ciò che farebbe un cluster di sedici e più computer tradizionali».
A FAVORE DEI PAZIENTI - Il prossimo passo sarà quello di poter eseguire la simulazione del sangue umano anche sui computer degli ambulatori medici per scopi clinici. Già è partita una sperimentazione presso l’ospedale Fondazione Toscana Gabriele Monasterio di Massa Carrara. «Qui si stanno studiando con il supersoftware le coronarie e le carotidi di un ampio numero di pazienti al fine di capire l’incidenza di disturbi silenti del flusso sanguigno che quando diventa turbolento, e perde la sua linearità, può danneggiare l’epitelio di rivestimento dei vasi sanguigni favorendo la formazione di placche aterosclerotiche», aggiorna Simone Melchionna, ricercatore all’Istituto processi chimico-fisici del Cnr. Lo studio, che durerà tre anni, sarà un esempio di medicina predittiva basata su calcoli ad alta prestazione.
Manuela Campanelli

La biblioteca «regala» l’ebook: 4 mila titoli in prestito illimitato

Ti colleghi al portale, prendi in prestito il libro, poi lo puoi tenere per sempreUn prestito illimitato, quasi una contraddizione in termini, possibile però nel nuovo universo dell’editoria digitale. Perché se la prima ragione pratica per cui è essenziale restituire un libro è che la biblioteca ne possiede solo una o alcune copie e quindi bisogna rimetterlo a disposizione degli altri lettori, questo non vale se il volume è un file. Dunque duplicabile, idealmente disponibile per tutti.
A partire da questo principio BookRepublic, piattaforma per i libri elettronici, e Medialibrary, network per il prestito digitale cui aderiscono 2.300 biblioteche italiane, hanno messo a punto un sistema per avere gli ebook dalla biblioteca e tenerli per un tempo illimitato.

Già Medialibrary consente il prestito degli ebook dei principali editori per un tempo di 14 giorni. Il procedimento si basa sulla protezione con il Drm di Adobe, mediante la quale  il libro scompare dal dispositivo dell’utente quando il prestito è scaduto. Il sistema è spiegato in questo video illustrativo:





Dal 15 marzo, invece, i titoli della piattaforma BookRepublic (si stima che saranno circa 4 mila) potranno essere presi in prestito da Medialibrary – o dai portali delle singole biblioteche che vi aderiscono – protetti con il  Social Drm (il Drm leggero). Il che equivale a dire che  non scompariranno a tempo scaduto.
Saranno a disposizione, di sicuro, gli ebook di 40K, Codice, Edizioni Ambiente, Emmabooks, FAG, Giuntina, Instar/Blu Edizioni, Iperborea, ISBN, La Nuova Frontiera, Ledizioni, Leone verde, Maestrale, minimum fax, Nottetempo, Nutrimenti, O barra O, Saggiatore, Stampa Alternativa e Voland. Gli editori riceveranno il pagamento delle copie da parte della biblioteca in base al prezzo di copertina, più una cifra intorno ai 50 centesimi (ma destinata a variare nel tempo e da dividere con Medialibrary e BookRepublic) ad ogni prestito.
La vera rivoluzione è per il lettore che  potrà mettere nei suoi scaffali digitali un libro senza averlo pagato. Di fatto, un regalo.
Gli ebook non si compreranno più? Le biblioteche entreranno in competizione con le librerie?
«No - assicura Giulio Blasi, amministratore delegato di Horizon, la società che ha ideato Medialibrary -. Perché se è vero che agli utenti resteranno dei titoli senza averli pagati, il sistema ha però dei paletti molto precisi: un massimo di 20 prestiti  l’anno per ogni libro in ciascuna biblioteca. E se un ebook è in uso da un altro utente bisognerà comunque mettersi in lista e aspettare i canonici 14 giorni prima di ottenerlo».
 «Si tratta di un’iniziativa che punta anche a scongiurare la pirateria» commenta il fondatore di BookRepublic Marco Ferrario. Che guarda persino oltre: «Se la sperimentazione funzionerà, ai lettori si potrebbero proporre abbonamenti a pagamento oppure ideare forme di compenso che arrivino direttamente all’autore». Certo un’altra rivoluzione rispetto alla tradizionale gratuità del prestito bibliotecario. «Ma siamo di fronte a un universo del tutto nuovo, in cui potrebbe essere necessario scardinare le regole tradizionali» lancia la provocazione Ferrario.
Il progetto raccoglie intanto il plauso di Peter Brantley, tra i guru mondiali dell’editoria digitale. «Sono entusiasta di questa iniziativa, merita un’attenzione internazionale» commenta il direttore del Book Server Project di Internet Archive e cofondatore della Open Book Alliance. Che  proprio l’anno scorso spiegava a Ehi Book! la sua teoria che proprio il prestito digitale nella bibloteche potrebbe essere una strategia per la salvezza del patrimonio letterario.

giovedì 23 febbraio 2012

Matteo, il disagio in una bottiglia «Resta solo la voglia di sognare»

Ai tempi di Facebook e degli sms, ritrovato nelle acque dell'Adda un foglio scritto a mano da un ragazzo 

 

LODI - Quando hanno visto la bottiglietta di vetro che dondolava sul bagnasciuga lungo la riva dell'Adda, le Guardie ecologiche del Parco Adda Sud sono andate a raccoglierla. Pensavano fosse immondizia lasciata da qualche maleducato, invece tra le mani si sono trovati una richiesta di aiuto. Un messaggio in una bottiglia sigillata, scritto non da un naufrago abbandonato su un'isola deserta, ma da un giovane che si sente senza speranze. Il foglio, strappato da un quaderno a righe e firmato Matteo da Lodi, porta la data del gennaio di quest'anno e frase dopo frase disegna uno scenario di disillusione.
IL BIGLIETTO - «Non molto tempo fa ero sicuro delle mie scelte, certo di poter andare lontano, ma adesso la dura e fredda verità è venuta a galla. Quello che avevo immaginato e costruito mese dopo mese, anno dopo anno, si è dissolto come un castello di sabbia. E al suo posto è apparsa solo la paura. Quella di rendersi conto di aver sprecato la propria vita per costruire qualcosa che non esiste». Secondo Clara Bacchini, una dei due volontari che ha scoperto la bottiglia, in località Val Grassa, a scrivere il messaggio è un ragazzo giovane, forse ventenne. «La scrittura è da ragazzo, l'ha confermato un grafologo - spiega -. Questa storia mi ha colpito, forse perché anche se sono un po' più grande, anch'io in questi anni ho provato la tristezza di lavori che non mi davano soddisfazione».
IL LAVORO - Matteo da Lodi sottolinea lo stesso concetto. E scrive: «Non so quanti siano i giovani che come me hanno sacrificato tanto per lo studio e adesso si trovano a fare lavori neanche immaginati. Mi sento rassegnato e sconfitto dal nostro sistema, che purtroppo non lascia molta scelta a chi ha bisogno di farsi un futuro». Ma alla fine, come il naufrago della canzone dei Police, anche Matteo, giovane lodigiano sulla cui identità resta il mistero, ritrova la speranza: «Becchiamo le briciole che ci vengono lasciate e non abbiamo neanche le ali per volarcene via, ma c'è una cosa che nessuno potrà mai toglierci, la nostra voglia di sognare». Una lezione su cui riflettere, in questi tempi di crisi, di Facebook e di sms spesso inutili.
Caterina Belloni

mercoledì 22 febbraio 2012

Mercoledì delle Ceneri

Il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli.
Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipòcriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando pregate, non siate simili agli ipòcriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipòcriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».
 

«Catepol»: libri digitali, lavagne multimediali e Facebook, la mia scuola 2.0

Dall’apertura dieci anni fa del blog che l’ha fatta conoscere (e per cui è stata premiata agli Euro Blog Awards), ai corsi sui social network per la didattica, nelle ultime settimane a Milano. Incontriamo Caterina Policaro – Catepol per la Rete,  insegnante, esperta di e-learning e, appunto blogger - proprio durante una delle sue trasferte nel capoluogo lombardo. Scelta per tenere lezioni ai docenti, nell’ambito di un progetto dell’Ufficio scolastico regionale.
«Con l’avvento dei social network c’è stato un calo» dice a proposito del «genere»  blog. Ma si dice sicura che «sopravvivrà per chi ha voglia di fermarsi a riflettere su specifici argomenti, approfondire e creare una sorta di archivio».
Poi racconta la sua scuola 2.0: ebook, lavagne multimediali e diari di classe tenuti su Facebook, «per continuare a confrontarsi anche dopo la lezione». Con la necessità però, in primo luogo, di formare gli insegnanti perché non solo sappiano usare le  nuove tecnologie ma riescano a integrarle nella didattica.
Cita alcune esperienze di istituti che già lo fanno, da nord a sud (a Bergamo e Brindisi) ma anche difficoltà come la mancanza di banda larga o di Internet nelle scuole. Pur concludendo che, anche rispetto ai più avanzati Paesi anglosassoni, su didattica e tecnologia l’Italia «è indietro ma non eccessivamente».


La cascata di lava

Sembra una cascata di lava, ma è solo un effetto ottico che si verifica nella seconda metà di febbraio nel parco nazionale Yosemite, in California (Reuters/Phil Hawkins)

 

ww.corriere.it/gallery/ambiente/02-2012/yosemite/1/cascata-lava_9eb0835e-5d3e-11e1-8d58-29f34aaed5a4.shtml#1 

Cerchi nel grano? Ora ci sono quelli nella neve

uno spaccato di ... vita quotidiana ...

Un domanda semplice, una risposta altrettanto semplice.
A cosa può servire tanta colla?
a stik,
liquida,
vinilica?
Ovvio che si parla di scuola, di quella scuola spicciola, quotidiana, dove le regole da imparare sono tante e tutte utili!
Ma ritorna la domanda semplice:
"A cosa puotrebbe servire?"
"Perchè non ci sforziamo di guardare con gli occhi dei bambini, che spesso subiscono le regole, non le comprendono, non le condividono?".
A scuola si impara a rispettare i turni, ad attendere ... ma quanto bisogna attendere, e perchè?
La creatività pura, quella del momento, che non ha limiti, non può avere freni inibitori (un banale stik), e può essere ingabbiata?
Certo che NO!

martedì 21 febbraio 2012

Quando a far scuola è il teatro

Tutto il patrimonio documentale e audiovisivo finisce in rete in un portale unico: le altre arti seguiranno l’esempio?



In tempi in cui la parola “archivio” risuona di nuances concettuali utili come ogni mot-valise che si rispetti a racchiudere concetti variegati, ecco finalmente un oggetto concreto. Ci si è chiesti infatti: non sarebbe utile avere un comodo accesso a tutto il patrimonio documentale e audiovisivo del teatro italiano distribuito nelle biblioteche specializzate? Faciliterebbe la ricerca, rimuoverebbe le distanze permettendo di muoversi all’interno di un unico grande universo consultabile direttamente da casa. Nasce così Progetto Archivi Teatrali in Rete, con il chiaro – e affatto scontato – risultato di permettere l’accesso a portata di click a una pluralità di fonti sparse sul territorio, diffondendo l’informazione sulla cultura teatrale e riunendo, sotto un unico portale, enti che perseguono singolarmente diversi obiettivi. Alla realizzazione di questo mastodontico progetto di Rete hanno collaborato infatti il Teatro Scuola Paolo Grassi di Milano, l’Università degli Studi di Torino (Dams), ACT! TTV Festival Associazione Riccione Teatro, Biblioteca Museo dell’Attore di Genova, Università degli Studi di Milano e AMAtI, l’Archivio Multimediale degli Attori dell’Università di Firenze.
Reso possibile grazie al contributo di Fondazione Cariplo, il progetto dà vita ad unico motore di ricerca, identico a OPAC SBN, attraverso cui accedere ai cataloghi e agli archivi di alcune tra le più importanti biblioteche teatrali del nostro paese, ora consultabili sul portale archivinrete.medialibrary.it.
Ospitato dal primo network italiano di biblioteche per la gestione di contenuti digitali, la MediaLibrary Online, il sito costituisce un vero e proprio polo bibliotecario tematico che mette ordine e rende reperibile quella serie di materiali cartacei indispensabili per la sopravvivenza dell’arte effimera e transitoria per eccellenza. Ad accorrere in aiuto ai limiti della carta c’è oggi la documentazione audiovisiva, che in questo portale trova anche una collocazione autonoma nella realizzazione di una sezione di Videolezioni, alcune delle quali inedite. Questa, insieme alla sezione Percorsi Tematici, costituiscono le due strade di approfondimento che si aggiungono alla ricerca negli archivi degli enti collaboratori. Punto di partenza, intorno al quale si è scelto di sviluppare l’intera organizzazione delle fonti, è l’Attore del secondo Novecento: dalla nuova formazione attoriale al rapporto con il comico, dall’eredità del sistema capocomicale all’avvento della regia. Un breve viaggio tra le pieghe della storia dell’attore e della figura del performer, dunque, fondamentale per studiarne il presente, attraverso schede introduttive e materiali documentali redatti da operatori del settore e di facile consultazione.

Viva il Carnevale

Li vedo girare in maschera, tra l'allegria, gli schiamazzi, i fizzi, i lazzi.
E io che li posso solo immaginare, mi vedo tra loro a sfilare, leggera, "co' a capa fresca"!
W il CARNEVALE!
Domani torneremo a pensare alle cose serie!

lunedì 20 febbraio 2012

Sudoku e cruciverba per aprire la mente

Le attività stimolanti preservano l'efficienza intellettiva
e potrebbero limitare il rischio di Alzheimer


Contro la chiusura mentale e il decadimento intelletivo degli italiani potrebbe aver fatto di più la gloriosa Settimana Enigmistica di tante medicine.Lo dice uno studio della Washington University di San Louis pubblicato su Psychology and Aging che ha dimostrato come sottoporre per 16 settimane gli anziani a programmi di training cognitivo e di problem solving associati a esercizi di parole crociate o di sudoku migliori la chiusura mentale spesso associata all’età, preservando l’efficienza intellettiva e disponendo verso nuove esperienze, a tutto vantaggio della salute generale e dell’aspettativa di vita. L’età media dei 183 partecipanti era di 77 anni (il più giovane aveva 60 anni e il più vecchio 94) e avevano mediamente frequentato la scuola per quindici anni e mezzo. Per partecipare allo studio dovevano riportare un punteggio di almeno 24 all’MMSE (il test Mini Mental State Examination più usato nella valutazione del deterioramento mentale senile), non essere stati colpiti da ictus nei 3 anni precedenti, né essere sotto trattamento con farmaci antitumorali. 15 ORE LA SETTIMANA - I “vecchietti” hanno dovuto impegnarsi a svolgere gli esercizi loro assegnati per almeno 15 ore alla settimana, compito per il quale hanno peraltro ricevuto anche un compenso. All’inizio sono stati divisi casualmente i due gruppi: 85 soggetti attivi e 98 soggetti di controllo. Quelli del primo gruppo hanno partecipato a una settimana di lezioni condotte dai ricercatori allo scopo di stimolare il ragionamento induttivo focalizzato sull’apprendimento di nuove modalità di ragionamento. Poi dovevano fare i “compiti a casa” compilando esercizi di sudoku e parole crociate, la cui difficoltà era personalizzata in base alle capacità di ognuno emerse dalle valutazioni condotte durante il corso. Prima del corso specifici test avevano indicato che i soggetti di entrambi i gruppi erano pressoché tutti allo stesso livello dal punto di vista cognitivo, ma alla fine quelli stimolati con gli esercizi sono risultati mentalmente più aperti a nuove modalità di ragionamento, dimostrando per la prima volta che un trattamento non farmacologico può mutare i tratti di personalità di un anziano, da sempre ritenuti congelati e immutabili. Il nonno che improvvisamente decide di iscriversi all’università infatti sorprende e può addirittura far temere l’insorgenza di un problema organico cerebrale.
PRIMA SOLO ALCUNI FARMACI - L’anziano va anche spesso incontro a calo dell’umore, tant’è che si parla di pseudodemenza depressiva e finora solo i cosiddetti farmaci noradrenergici (in sigla NARI) avevano dimostrato in questi casi uno specifico effetto sulla risocializzazione, intesa come rimotivazione a reinvestire nei rapporti interpersonali, in attività e oggetti di interesse che prima erano stati in qualche modo cancellati dalla malattia. La riabilitazione psicosociale è un evento complesso che presuppone la riacquisizione di aspetti di funzionamento psicomotorio, di atteggiamenti positivi, di modalità di pensiero migliorate rispetto a una condizione di inibizione depressiva precedente. Aver ottenuto questo effetto senza farmaci apre una vasta gamma di nuove opportunità terapeutiche anche se lo studio non ha chiarito se ciò sia derivato dalla partecipazione alle lezioni di trainig cognitivo o dall’esecuzione giornaliera degli esercizi da svolgere a casa oppure da entrambe le cose messe insieme.
LA PET CONFERMA - Un altro studio pubblicato sugli Archives of Neurology dalla California University di Berkeley ha dimostrato, usando la PET (tomografia a emissione di positroni) che nel cervello di chi ha sempre svolto attività cognitive stimolanti come leggere o anche solo fare parole crociate ci sono meno placche di amiloide, la sostanza che rappresentano la stimmata della malattia di Alzheimer. Lo studio è stato condotto su 55 anziani (età media 76 anni) senza sintomi di demenza di Alzheimer, 10 con diagnosi di Alzheimer e 11 ventenni sani di controllo. Pur non smentendo la possibilità di un effetto a breve termine di apertura mentale come quello osservato dai colleghi di Saint Louis, i ricercatori di Berkely ritengono che l’effetto di freno sulla formazione di amiloide sia invece a lungo termine. Per migliorare la cognitività da vecchi bisogna cominciare da giovani e quindi mettetevi sotto a leggere libri e a fare sudoku e parole crociate.
Cesare Peccarisi

Nasce il primo servizi taxi per bambini

In Canada una educatrice guida una squadra di baby sitter
al volante per accompagnare i figli dei genitori «stressati»


MILANO- Dedicato a tutte le mamme e i papà che ogni giorno corrono da un capo all'altro della città per accompagnare e riprendere i figli a scuola, nuoto o a lezioni d'inglese. In Canada hanno inventato il servizio di taxi per i più piccoli: lanciato a gennaio, per ora è attivo a Ottawa ma presto potrebbe espandersi anche in altre aree del paese. BABY SITTER AL VOLANTE-Ad inventarlo è Fleurette, una educatrice infantile e madre di due bambini. L'idea le è venuta dopo aver vissuto sulla pelle tutte le difficoltà di spostarsi in auto con la famiglia al seguito. In fondo è simile a un «scuolabus», ma le differenze sono sostanziali: perché il «Fluerette Kids Taxi» lo puoi prenotare in anticipo e non offre soltanto un servizio di trasporto, ma anche un servizio di baby sitter al di fuori dell'automobile. «Quando lavoravo come educatrice», spiega Fleurette sul suo sito, «ho visto quanto sono fitte le agende dei genitori: spesso tra lavoro e impegni domestici è impossibile riuscire a organizzarsi. I nostri clienti ci chiedono di accompagnare i figli da un posto a un alto, oppure hanno bisogno di qualcuno che possa restare con loro per un breve periodo, il tempo di una lezione in palestra».

Ops... mi sono fermata!

Non volutamente, ho avuto un gran da fare!
Organizzare il compleanno di mio marito "Cielo, mio marito!"
Che gioia, quest'anno poteva non esserci il suo compleanno, invece C'E' e noi lo festeggiamo! e ci scordiamo di tutto, anche del blog!
E poi le foto (tante), della Festa di Carnevale da guardare, scegliere, organizzare e poi una tristezza infinita nel cuore perchè le giornate non nascono mai uguali, e alle troppe domande che ti fai ogni giorno, si aggiunge l'imponderabile, quello che non vorresti mai vedere, neppure da lontano!


Comincio a capire una cosa, che se continui a vivere, ti può capitare di vedere troppe cose, non si può fare un'ipoteca sul futuro e quello che oggi ti appartiene, in un attimo si stravolge e ti trovi, più povero di ieri a guardare verso il domani, il tuo domani!

venerdì 17 febbraio 2012

Flashmob con scale, specchi e gatti neri: così si combatte il venerdì 17

In diverse città le iniziative anti-superstizione del Cicap


Venerdì 17 la giornata anti-superstizione: il logo dell'iniziativa del CicapVenerdì 17 la giornata anti-superstizione: il logo dell'iniziativa del Cicap
MILANO - Venerdì 17. E per di più di un anno bisestile. Potessero, i più superstiziosi cancellerebbero volentieri questa data dal calendario di febbraio 2012. Costretti, come saranno, a trascorrere la giornata alle porte evitando malocchio e iatture. Per chi, invece, scaramantico proprio non è l'appuntamento è con il Cicap, il Comitato italiano per il controllo sul paranormale. Che per venerdì 17 febbraio ha organizzato in tutta Italia (per il quarto anno consecutivo) una giornata anti-superstizione: incontri seri sull'argomento ma anche iniziative leggere, come flashmob in diverse città d'Italia (a Milano l'appuntamento è in Galleria vicino al toro porta-fortuna) in cui, volutamente, si metteranno in scena tutti quei comportamenti che i superstiziosi reputano pericolosi. Passare sotto una scala, rompere degli specchi e, perché no, magari anche attraversare dopo il passaggio di un gatto nero (nel giorno che è anche quello dedicato in tutto il mondo ai teneri amici a 4 zampe) . «Tanta gente crede a rituali privi di fondamento e si fa condizionare negativamente la vita», spiega il segretario Cicap Massimo Polidoro. E questo vale tanto più in un momento di crisi, in cui «è facile che le persone si rivolgano all'irrazionale e si affidino a chi promette soluzioni facili». In Italia poi, stando agli ultimi rilevamenti di Eurobarometro, 58 persone su 100 ammettono di essere attratte da «idee irrazionali e superstizioni» e in Europa solo lettoni e cechi sono più scaramantici di noi. RITI ANTI-JELLA - Sfortunatamente (è proprio il caso di dirlo) c'è chi alla jella del venerdì 17 davvero ci crede. Tra vip e politici i riti anti-iattura si sprecano (come riporta un libro del 2011, «Il metodo antisfiga - Le scaramanzie dei vip» scritto da Gian Maria Aliberti Gerbotto). E chissà allora cosa farà ad esempio Iva Zanicchi, abituata a salire la scaletta dell'aereo sempre con il piede sinistro o come si comporterà l'ex miss Italia Miriam Leone, così scaramantica da tenere sempre in borsa un baffo del suo micio. Chissà con chi mangerà il cuoco Gianfranco Vissani, lui che non apparecchia mai per tredici.
MONTI E L'APPUNTAMENTO - Mario Monti vedrà Angela Merkel a Roma. Venerdì 17, ore 12, Palazzo Chigi. I superstiziosi avrebbero evitato di fissare un appuntamento così importante in un giorno così... jellato. Il premier italiano però non pare curarsi della particolare data. «Se fosse per la scaramanzia non avrei invitato la Cancelliera», ha detto intervistato da Sky Tg24. Eppure la paura per i gatti neri dell'attuale presidente del Consiglio è cosa nota. «Vuole sapere una cosa veramente ridicola - svelò Monti a una giornalista dell'Espresso qualche tempo fa-? Ho paura dei gatti neri che attraversano la strada. Specie se provengono da sinistra. Non me ne chieda la ragione, ma è così». A Palazzo Chigi si saranno già attrezzati?
Cristina Argento

giovedì 16 febbraio 2012

L'Angolo dei bambini

Giochi e Quiz sull' EU

L'UE cerca di migliorare la vita di tutti noi in diversi modi, ad esempio tutelando l'ambiente, garantendo che il cibo che mangiamo sia sano, abbassando le tariffe telefoniche e degli sms, combattendo la criminalità ... e tanto altro ancora!
L'UE difende anche gli interessi dei bambini e dei giovani. È importante che tu conosca i tuoi diritti e sappia cosa puoi aspettarti dal mondo che ti circonda e cosa non devi accettare.
C'è così tanto da scoprire e questo è il modo migliore per cominciare! Buon divertimento!

Vi segnalo il sito:http://europa.eu/kids-corner/index_it.htm

mercoledì 15 febbraio 2012

Carnevale: disegni da stampare e colorare

Tra le attività più gradite ai bambini di sicuro quella di colorare è la più piacevole, si passano ore ad imbrattare fogli e a creare capolavori. Ed in questo periodo come il carnevale dove i colori fanno i grandi protagonisti nella creazione di maschere e coriandoli, in questo post vogliamo aggiungere dei simpatici disegni da stampare e colorare per i cuccioletti di casa.

http://www.blogmamma.it/2012/01/29/carnevale-disegni-da-stampare-e-colorare/

Coriandoli per contare, coriandoli per giocare

Vi suggerisco questo blog
http://www.crescerecreativamente.org/2012/01/coriandoli-per-contare-coriandoli-per.html

Un'attività carina che si faceva negli anni in cui ho insegnato nella scuola infanzia era l'organizzazione di giochi a tema. Lo sforzo didattico era quello di integrare i contenuti previsti per le abilità matematiche, nelle attività di gioco in modo da renderli attraenti per i bambini. 
Uno dei periodi più belli per queste attività è proprio il Carnevale. Ricco di colore e allegria permette di mettere insieme diversi elementi: forme, numeri, canto, gioco di movimento.
Non solo, quindi, filastrocche a tema, canti e giochi, ma anche conte, attività organizzate attraverso i colori e le forme, classificazioni e seriazioni. La matematica, già ne avevamo parlato, si può imparare integrandola ad altri argomenti e con i bambini piccoli uno dei modi più semplici per quantificare è inserire quest'attività in modo trasversale.

Quali sono di più, le maschere femminili o quelle maschili? Conta tutti i vestiti di Zorro. Metti vicino i Batman coi Ninja, poi conta, che differenza c'è? Qual è di più, qual è meno?
Sono alcune delle domande che si concretizzano con un'azione, che si possono fare, senza mai scrivere un numero, facendo operazioni concrete. Questo sia che si tratti di figure sia di bambini vestiti in maschera, anzi più il gioco coinvolge il corpo e meglio è.
A questo proposito propongo una piccola filastrocca per i bambini di cinque anni di scuola Infanzia e per i piccoli di prima della scuola Primaria, si può usare proprio per introdurre giochi come quelli illustrati sopra, contando grossi coriandoli, non prima di averli fatti ritagliare ai bambini stessi, di diversi colori e se si vuole anche di diverse forme. Poi una volta terminata l'attività si possono incollare alle finestre e colorare così i vetri di Carnevale. Come dire... Prendere tre attività con un coriandolo!!
Quanti sono? 
Quanti sono i coriandoli, si posson contare? 
Sparsi per terra ce n’è un mare. 
Un mare fatto di colore e di carta,
speriamo sia almeno riciclata. 
Quante sono le maschere, si posson contare? 
Sono milioni in tutte le strade,
vestite strane e di ogni colore 
saltano, ridono e fanno rumore. 
Quant’è l’allegria, si può contare? 
Risponde il bambino sveglio e acuto: 
No, perché non si può contare tutto! 
(Rosalba 30/01/12)

martedì 14 febbraio 2012

L'Amore è ...

... là dove nasce l'immaginazione
       ed ha inizio il sogno!

Cuoricini al cioccolato

                                                        Pubblicato da: Cristina Baruffi
Per la festa di San Valentino, abbiamo deciso di proporvi la ricetta dei cuoricini di cioccolato, ideali per festeggiare nel miglior modo possibile la festa degli innamorati. Sono buonissime anche la torta di san Valentino e la mousse al cioccolato e peperoncino, ideali per concludere degnamente una cenetta romantica. I biscotti di San Valentino sono al cacao, con un ripieno di cioccolato bianco o fondente.
Ingredienti per 4 persone:
 - 130 g di mandorle
- 130 g di zucchero
- 125 g di farina
- 40 g di cacao
- 130 g di burro
- 50 g di cioccolato fondente
- 50 g di cioccolato bianco

Preparazione
Foderate un contenitore con un foglio di carta da forno, mettete le mandorle e fatele tostare una decina di minuti.
Spegnete il forno, fatele raffreddare e poi mettetele nel mixer con 40 gr di zucchero e frullatele fino ad ottenere una farina.
Prendete una ciotola e mettete insieme la farina, la farina di mandorle, il cacao, il burro freddo e lo zucchero rimasto, fino a ottenere una palla, avvolgetela nella pellicola e fatela riposare in frigorifero per 30 minuti.
Stendete la pasta con un mattarello e fate una sfoglia spessa circa 1 centimetro, ritagliate tanti cuoricini e man mano metteteli in una teglia coperta dalla carta da forno. Cuocete questi biscotti in forno preriscaldato a 160°C per 15 minuti. Nel frattempo sciogliete separatamente il cioccolato fondente e il cioccolato bianco, con una spatolina cospargete abbondantemente un cuoricino con uno dei due cioccolati e mettete sopra un altro cuoricino. Ripete l’operazione per tutti i biscotti che avete. Fate asciugare i biscotti e guarniteli a piacere.

Doodle di San Valentino dedicato all’amore, quello puro e semplice

Oggi Google ha reso omaggio a San Valentino con un doodle molto romantico, dedicato all’amore e soprattutto agli innamorati. Vi consiglio di guardare l’animazione perché sicuramente abbiamo tutti da imparare qualcosa. Una bambina salta la corda, spensierata in un prato, mentre un bambino cerca di conquistarla portandole bellissimi regali: ma lei non lo degna neanche di uno sguardo. Come mai? Scopriamolo insieme.

lunedì 13 febbraio 2012

Cuori, cuori, cuori

Biglietti da stampare San Valentino: due cuori in san valentino biglietti da stampare














14 febbraio se abbiamo bisogno di un bel biglietto da stampare da scrivere ad una persona “speciale” che amiamo, possiamo visitare questo blog.
I cuori sono il simbolo per eccellenza dell’Amore e questa proposta vi piacerà molto. Se utilizzate del cartoncino, i biglietti vengono ancora più belli. Se invece, li volete realizzare personalmente, all’interno della sezione San Valentino ci sono delle idee molto facili che vi aspettano.

BIGLIETTI SAN VALENTINO DA STAMPARE

Bambini, tutti a teatro. D’avanguardia, però!

Al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano, il weekend sarà all’insegna del teatro e dei più piccoli. Eh sì, perché il festival Uovo ha anche uno spin off chiamato “UovoKids”. Per spettacoli ad altro gradiente di partecipazione.

uovokids 2011 - photo Lorenza Daverio

La “partecipazione” è da sempre uno dei paradigmi imprescindibili dell’arte contemporanea. Come evidenzia Claire Bishop nell’introduzione all’antologia Participation intitolata Lo spettatore come artefice, l’arte contemporanea mostra una tensione costante a creare situazioni che invitano gli spettatori a essere partecipanti attivi del processo artistico.
Molti festival dedicati allo spettacolo contemporaneo rivelano da tempo un’attenzione specifica per quei progetti che nascono implicando drammaturgicamente nel proprio fare l’attivazione di particolari modalità partecipative, che definiscono diverse tipologie di fruitore/spettatore. Un modo per legare arte, creazione e pratiche partecipative è decisamente UovoKids, spin-off di Uovo, uno dei principali festival dedicati alla scena performativa del territorio milanese, che per il secondo anno consecutivo investiga questo livello di partecipazione facendo coabitare generazionalmente bimbi e adulti in comuni territori ludico-estetici.
Il formato, non a caso, è quello di un festival-laboratorio che coinvolge “il pubblico in contenuti, linguaggi, discipline e forme d’arte, potenziandone la natura esplorativa e di apprendimento attivo”, afferma il direttore artistico Umberto Angelini.
Silvano Voltolina - MIO - photo Maud Dréano

Organizzato in collaborazione con il Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci, che mette a disposizione gli spazi più suggestivi, come il padiglione dei treni o la sala delle Colonne, UovoKids esplora la cultura e la creatività contemporanea per adulti e bambini “mettendo l’accento sull’indisciplinarietà dei linguaggi e delle discipline artistiche, e sulla gioiosità e complessità della figura infantile”.
Il festival si apre, non a caso, con il laboratorio costruito attorno ai verbi “essere” e “avere” e, in particolare, su temi legati alla proprietà e al possesso nel progetto del regista e performer Silvano Voltolina che si tradurrà nella performance MIO. Indagini spaziali porteranno al recupero di oggetti rotti da riassemblare con nastro adesivo in nuove forme e significati con i designer Bottazzi/Bonapace in Scotchhhati.
Un’indagine su un’idea di architettura componibile è alla base del progetto della designer Noa Haim che con Collective Paper Aesthetics propone la costruzione di un mondo con carta da pacco assemblata. L’ambito sonoro è indagato da Monica Rikic che con Buildasound lavora sulla creazione di una partiture musicale tramite la composizione di blocchi di gommapiuma armonizzati.

Silvia Costa - La ginnastica del guerriero

Painè Quadrelli in PrimiPassiRitmati cerca di porre, in una relazione basica ed essenziale, gesti e generazione di ritmi. Vittorio Cosma disegna un Micro-Cosmo gestuale fissandosi sui movimenti della mano posta in relazione con diversi strumenti musicali. Le nuove tecnologie informano l’esperienza di Angelo Plessas in Young Creative on the screen che sollecita i partecipanti a scoprire possibilità creative di disegno computerizzzato, mentre in Meta-Play adulti e bambini agiscono in una serie di siti interattivi, vivendo un’esperienza visiva e sonora originale.
Grafica e comunicazione sono il tema di Teresa Sdralevich che con Viva i soldi abbasso i soldi invita i bambini a diventare copywriter per la costruzione di manifesti pubblicitari, e nel laboratorio Nomi a chiare lettere a indagare l’anima e il corpo delle lettere che compongono i nomi propri dei bimbi.
La formazione veneta Plume dans la tete presenta due lavori che mettono in gioco diverse competenze del bambini: se Canto d’amore si fonda sull’interazione tra il suono dell’arpa e la voce di una soprano, La ginnastica del guerriero è un vero laboratorio di performance fisica e creazione del movimento. I designer Bianchi/Zambardi in 1.000.000 di pezzetti creano, invece, un’opera partecipata che sottolinea l’importanza della collaborazione reciproca, mentre l’illustratrice Olimpia Zagnoli in Ho l’intestino Blu-Anatomie di Carta inviterà i bimbi a rappresentare l’interno del proprio corpo con carta e colla.
uovokids - 123stella 

L’aspetto sociale verrà affrontato dall’Associazione ACMOS con un laboratorio sull’antimafia Vedo, sento, parlo in cui ci si interrogherà sul significato e sul radicamento della parola “mafia” nella vita quotidiana.
Un’operazione dunque, quella di UovoKids, che tende alla costruzione di connessioni di significati e materiali nella convergenza tra discipline, generazioni e formati. Buon weekend creativo.
Carlo Orsini