Al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano, il weekend sarà all’insegna del teatro e dei più piccoli. Eh sì, perché il festival Uovo ha anche uno spin off chiamato “UovoKids”. Per spettacoli ad altro gradiente di partecipazione.
La “partecipazione” è da sempre uno dei paradigmi imprescindibili dell’arte contemporanea. Come evidenzia Claire Bishop nell’introduzione all’antologia Participation intitolata Lo spettatore come artefice, l’arte contemporanea mostra una tensione costante a creare situazioni che invitano gli spettatori a essere partecipanti attivi del processo artistico.Molti festival dedicati allo spettacolo contemporaneo rivelano da tempo un’attenzione specifica per quei progetti che nascono implicando drammaturgicamente nel proprio fare l’attivazione di particolari modalità partecipative, che definiscono diverse tipologie di fruitore/spettatore. Un modo per legare arte, creazione e pratiche partecipative è decisamente UovoKids, spin-off di Uovo, uno dei principali festival dedicati alla scena performativa del territorio milanese, che per il secondo anno consecutivo investiga questo livello di partecipazione facendo coabitare generazionalmente bimbi e adulti in comuni territori ludico-estetici.
Il formato, non a caso, è quello di un festival-laboratorio che coinvolge “il pubblico in contenuti, linguaggi, discipline e forme d’arte, potenziandone la natura esplorativa e di apprendimento attivo”, afferma il direttore artistico Umberto Angelini.
Organizzato in collaborazione con il Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci, che mette a disposizione gli spazi più suggestivi, come il padiglione dei treni o la sala delle Colonne, UovoKids esplora la cultura e la creatività contemporanea per adulti e bambini “mettendo l’accento sull’indisciplinarietà dei linguaggi e delle discipline artistiche, e sulla gioiosità e complessità della figura infantile”.
Il festival si apre, non a caso, con il laboratorio costruito attorno ai verbi “essere” e “avere” e, in particolare, su temi legati alla proprietà e al possesso nel progetto del regista e performer Silvano Voltolina che si tradurrà nella performance MIO. Indagini spaziali porteranno al recupero di oggetti rotti da riassemblare con nastro adesivo in nuove forme e significati con i designer Bottazzi/Bonapace in Scotchhhati.
Un’indagine su un’idea di architettura componibile è alla base del progetto della designer Noa Haim che con Collective Paper Aesthetics propone la costruzione di un mondo con carta da pacco assemblata. L’ambito sonoro è indagato da Monica Rikic che con Buildasound lavora sulla creazione di una partiture musicale tramite la composizione di blocchi di gommapiuma armonizzati.
Painè Quadrelli in PrimiPassiRitmati cerca di porre, in una relazione basica ed essenziale, gesti e generazione di ritmi. Vittorio Cosma disegna un Micro-Cosmo gestuale fissandosi sui movimenti della mano posta in relazione con diversi strumenti musicali. Le nuove tecnologie informano l’esperienza di Angelo Plessas in Young Creative on the screen che sollecita i partecipanti a scoprire possibilità creative di disegno computerizzzato, mentre in Meta-Play adulti e bambini agiscono in una serie di siti interattivi, vivendo un’esperienza visiva e sonora originale.
Grafica e comunicazione sono il tema di Teresa Sdralevich che con Viva i soldi abbasso i soldi invita i bambini a diventare copywriter per la costruzione di manifesti pubblicitari, e nel laboratorio Nomi a chiare lettere a indagare l’anima e il corpo delle lettere che compongono i nomi propri dei bimbi.
La formazione veneta Plume dans la tete presenta due lavori che mettono in gioco diverse competenze del bambini: se Canto d’amore si fonda sull’interazione tra il suono dell’arpa e la voce di una soprano, La ginnastica del guerriero è un vero laboratorio di performance fisica e creazione del movimento. I designer Bianchi/Zambardi in 1.000.000 di pezzetti creano, invece, un’opera partecipata che sottolinea l’importanza della collaborazione reciproca, mentre l’illustratrice Olimpia Zagnoli in Ho l’intestino Blu-Anatomie di Carta inviterà i bimbi a rappresentare l’interno del proprio corpo con carta e colla.
L’aspetto sociale verrà affrontato dall’Associazione ACMOS con un laboratorio sull’antimafia Vedo, sento, parlo in cui ci si interrogherà sul significato e sul radicamento della parola “mafia” nella vita quotidiana.
Un’operazione dunque, quella di UovoKids, che tende alla costruzione di connessioni di significati e materiali nella convergenza tra discipline, generazioni e formati. Buon weekend creativo.
Carlo Orsini
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