Al Museo Nazionale della
Scienza e della Tecnologia di Milano, il weekend sarà all’insegna del
teatro e dei più piccoli. Eh sì, perché il festival Uovo ha anche uno
spin off chiamato “UovoKids”. Per spettacoli ad altro gradiente di
partecipazione.
uovokids 2011 - photo Lorenza Daverio
La “partecipazione” è da sempre uno dei paradigmi imprescindibili
dell’arte contemporanea. Come evidenzia Claire Bishop nell’introduzione
all’antologia
Participation intitolata
Lo spettatore come artefice,
l’arte contemporanea mostra una tensione costante a creare situazioni
che invitano gli spettatori a essere partecipanti attivi del processo
artistico.
Molti festival dedicati allo spettacolo contemporaneo rivelano da tempo
un’attenzione specifica per quei progetti che nascono implicando
drammaturgicamente nel proprio fare l’attivazione di particolari
modalità partecipative, che definiscono diverse tipologie di
fruitore/spettatore. Un modo per legare arte, creazione e pratiche
partecipative è decisamente
UovoKids, spin-off di
Uovo,
uno dei principali festival dedicati alla scena performativa del
territorio milanese, che per il secondo anno consecutivo investiga
questo livello di partecipazione facendo coabitare generazionalmente
bimbi e adulti in comuni territori ludico-estetici.
Il formato, non a caso, è quello di un festival-laboratorio che coinvolge “
il pubblico in contenuti, linguaggi, discipline e forme d’arte, potenziandone la natura esplorativa e di apprendimento attivo”, afferma il direttore artistico
Umberto Angelini.
Silvano Voltolina - MIO - photo Maud Dréano
Organizzato in collaborazione con il Museo della Scienza e della
Tecnologia Leonardo da Vinci, che mette a disposizione gli spazi più
suggestivi, come il padiglione dei treni o la sala delle Colonne,
UovoKids esplora la cultura e la creatività contemporanea per adulti e bambini “
mettendo
l’accento sull’indisciplinarietà dei linguaggi e delle discipline
artistiche, e sulla gioiosità e complessità della figura infantile”.
Il festival si apre, non a caso, con il laboratorio costruito attorno ai
verbi “essere” e “avere” e, in particolare, su temi legati alla
proprietà e al possesso nel progetto del regista e performer
Silvano Voltolina che si tradurrà nella performance
MIO.
Indagini spaziali porteranno al recupero di oggetti rotti da
riassemblare con nastro adesivo in nuove forme e significati con i
designer
Bottazzi/Bonapace in
Scotchhhati.
Un’indagine su un’idea di architettura componibile è alla base del progetto della designer
Noa Haim che con
Collective Paper Aesthetics propone la costruzione di un mondo con carta da pacco assemblata. L’ambito sonoro è indagato da
Monica Rikic che con
Buildasound lavora sulla creazione di una partiture musicale tramite la composizione di blocchi di gommapiuma armonizzati.
Silvia Costa - La ginnastica del guerriero
Painè Quadrelli in
PrimiPassiRitmati cerca di porre, in una relazione basica ed essenziale, gesti e generazione di ritmi.
Vittorio Cosma disegna un
Micro-Cosmo
gestuale fissandosi sui movimenti della mano posta in relazione con
diversi strumenti musicali. Le nuove tecnologie informano l’esperienza
di
Angelo Plessas in
Young Creative on the screen che sollecita i partecipanti a scoprire possibilità creative di disegno computerizzzato, mentre in
Meta-Play adulti e bambini agiscono in una serie di siti interattivi, vivendo un’esperienza visiva e sonora originale.
Grafica e comunicazione sono il tema di
Teresa Sdralevich che con
Viva i soldi abbasso i soldi invita i bambini a diventare copywriter per la costruzione di manifesti pubblicitari, e nel laboratorio
Nomi a chiare lettere a indagare l’anima e il corpo delle lettere che compongono i nomi propri dei bimbi.
La formazione veneta
Plume dans la tete presenta due lavori che mettono in gioco diverse competenze del bambini: se
Canto d’amore si fonda sull’interazione tra il suono dell’arpa e la voce di una soprano,
La ginnastica del guerriero è un vero laboratorio di performance fisica e creazione del movimento. I designer
Bianchi/Zambardi in
1.000.000
di pezzetti creano, invece, un’opera partecipata che sottolinea
l’importanza della collaborazione reciproca, mentre l’illustratrice
Olimpia Zagnoli in
Ho l’intestino Blu-Anatomie di Carta inviterà i bimbi a rappresentare l’interno del proprio corpo con carta e colla.
uovokids - 123stella
L’aspetto sociale verrà affrontato dall’
Associazione ACMOS con un laboratorio sull’antimafia
Vedo, sento, parlo in cui ci si interrogherà sul significato e sul radicamento della parola “mafia” nella vita quotidiana.
Un’operazione dunque, quella di
UovoKids, che tende alla
costruzione di connessioni di significati e materiali nella convergenza
tra discipline, generazioni e formati. Buon weekend creativo.
Carlo Orsini