Addio Anna Lisa
coraggioso "faro di vita" |
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E' morta la donna che ha raccontato in un seguitissimo blog la sua lotta al cancro |
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Sono Anna,
Anna-staccato-Lisa, quella del blog», mi fissa sorridendo e la sua
faccia sembra
avere la forma di un punto interrogativo. Si chiede se
l’ho riconosciuta, lì in mezzo alla gente
che è in fila per farsi fare
una dedica sul libro. Io ci metto un po’ a risponderle perché ho un
tuffo al cuore e per l’emozione mi si è bloccata la voce. Certo che ti
riconosco, penso, ma
cosa ci fai tu qui, a Pietrasanta, in un bellissimo
pomeriggio di sole di inizio giugno. Nella
mia testa dovrebbe essere in
un letto di ospedale a Livorno, a combattere contro le recidive
di un
tumore che la tormenta da tre anni.
E’ giovane, ha due occhi con dentro
un lampo di vita così scintillante che non ricordo di
averne visti di
simili. La conosco solo per mail, anzi la conosco perché una signora che
si firmava «Una vecchia sognatrice» una domenica di maggio mi ha
scritto per segnalarmi
quel blog dal titolo «Ho il cancro».
Un titolo
che spaventa, eppure la «vecchia sognatrice» mi sollecita a andare a
leggerlo:
«Questo blog è un’iniezione di coraggio quotidiana.
Anna Lisa è un faro di vita: ha dignità, energia, ironia. E smuove i
cuori nell’intimo».
Allora sono andato a cercarlo e ho trovato qualcosa
che non mi aspettavo: l’ultima lettera
della parola cancro era un
fiocchetto rosa, il sottotitolo recitava «Il blog di una malata
coccolata, viziata, amata, fortunata», e tutto intorno c’erano disegnate
delle farfalle e delle api.
Ricordo esattamente quella notte in cui mi
sono messo a leggerlo, dopo aver finito di lavorare,
quando il giornale
si svuota, c’è finalmente silenzio e i telefoni smettono di squillare.
Mi sono immerso nella sua sofferenza, nel suo stupore, ho avuto paura di
leggere ma ho
trovato la sua mano che mi tirava dentro per scoprire
quanta vita c’è quando si sente la morte.
Quanta energia e speranza ci
possono essere quando si è capaci di amare e di riconoscere il
bene. E
di quanta leggerezza si può trovare anche se si è in mezzo alla più dura
battaglia:
«Ho vinto una risonanza magnetica alla mia testolina per
domani mattina!!! Quante fortune
che ho! E sapete che cosa c’è di ganzo?
Che a ’sto giro mi ci porta l’ambulanza!!!
Proverò l’ebbrezza della
sirena in autostrada!!!
Perché... l’accenderanno la sirena, vero? No,
sennò scendo eh!». Sono state queste le
prime parole che ho letto sul
blog, poi ho cercato la sua storia, eccola: «Mi chiamo Anna
staccato
Lisa, ho 33 anni, sono nata e abito in Toscana. Nel 2008, all’età di 30
anni, avevo
un lavoro che tutto sommato mi piaceva, un fidanzato
fantastico conosciuto da soli sei mesi,
tante amicizie meravigliose e un
rapporto stupendo con la mia Mamy. Ero in ottima forma
fisica, facevo
regolarmente sport ed ero corteggiatissima, coltivavo i miei hobbies,
ridevo,
mi divertivo, viaggiavo, sognavo, raccontavo la mia vita sul
blog, facevo progetti e stavo bene:
era decisamente un periodo positivo,
tranquillo, sereno. Poi, il 21 novembre 2008,
mi hanno diagnosticato un
tumore al seno. Per oltre un anno ho lottato contro quel cancro
cattivo,
aggressivo, "vivace" (come lo definì poi il mio chirurgo),
contro la "bestiaccia" come la
chiamo io. Ho fatto 11 cicli di chemio e
due interventi. Ho combattuto tanto, è vero, ho
sofferto, ma ho anche
raccontato e condiviso tutto e proprio grazie alla mia mamma, al
mio
fidanzato, alle mie amicizie, ai miei affetti e al mio blog, posso dire
di avere avuto
un grande aiuto. Lo diceva anche Shakespeare: "Quando nel
dolore si hanno compagni che
lo condividono, l’animo può superare molte
sofferenze".
«Nel marzo del 2010, all’età di 32 anni, quando avevo ricominciato a
prendere in mano
la mia vita, mi hanno diagnosticato una seconda
"bestiaccia": metastasi ai polmoni e ai
linfonodi del torace.
Ho fatto
altra chemio, ho fatto radioterapia e terapia ormonale. Ho dovuto fare
trasfusioni di sangue,
di piastrine. Ho preso e sto prendendo una marea
di farmaci, ma nonostante tutto so che non potrò
mai guarire. Non ci
sono cure, non ci sono terapie per il mio cancro. Posso solo sperare di
cronicizzare la malattia, di conviverci. E quindi continuo a lottare,
continuo a condividere,
continuo a raccontare la malattia sul mio blog e
continuo a considerarmi una malata coccolata,
viziata, amata e
fortunata. E se la "bestiaccia" è così vivace... beh, io lo sono di
più!».
Dopo quella notte abbiamo adottato il blog di Anna Lisa e lo abbiamo
messo sul sito della Stampa
e siamo rimasti colpiti da quante persone si
sono messe a seguirlo, da quanti nuovi amici le hanno
fatto sentirle
calore e coraggio.
Anna Lisa mi aveva scritto e ora - un mese dopo - eccola qui, in carne e
ossa, uscita dall’ospedale e
da Internet per diventare una realtà vera.
«Certo che ti riconosco - riesco a dirle - e sono felice e
stupito di
vederti qui». Mi allunga un barattolo di miele, fatto a casa sua, è il
suo modo per
ringraziarmi. La abbraccio e cominciamo a parlare, mentre
racconta la scruto per capire cosa pensa
davvero, se il suo ottimismo è
una negazione della malattia o è davvero la convinzione che ogni
attimo
valga la pena di essere vissuto. La risposta me la regala senza giri di
parole, è la stessa che
trovo nel suo blog: «Passo momenti durissimi,
dolori che mi sfiancano, ma sono contenta per la
forza che mi è venuta
nel mio animo, nella mia mente. Sto programmando un sacco di cose, ho un
sacco di idee. E non importa se non tutte riuscirò a realizzarle, è
bello anche solo immaginare, sperare,
programmare».
Poi è arrivata l’estate e insieme la scoperta di metastasi ai linfonodi
del torace, ai polmoni, al fegato.
«Come volete che mi senta? Ogni
parola sarebbe inutile e non mi va di star qui a piangermi addosso e
lamentarmi.....
CONTINUA
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articolo=632&ID_sezione=627 |
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