giovedì 13 ottobre 2011

Anna staccato Lisa


Addio Anna Lisa
coraggioso "faro di vita"
E' morta la donna che ha raccontato in un seguitissimo blog la sua lotta al cancro
Sono Anna, Anna-staccato-Lisa, quella del blog», mi fissa sorridendo e la sua faccia sembra
avere la forma di un punto interrogativo. Si chiede se l’ho riconosciuta, lì in mezzo alla gente
che è in fila per farsi fare una dedica sul libro. Io ci metto un po’ a risponderle perché ho un
tuffo al cuore e per l’emozione mi si è bloccata la voce. Certo che ti riconosco, penso, ma
cosa ci fai tu qui, a Pietrasanta, in un bellissimo pomeriggio di sole di inizio giugno. Nella
mia testa dovrebbe essere in un letto di ospedale a Livorno, a combattere contro le recidive
di un tumore che la tormenta da tre anni.
E’ giovane, ha due occhi con dentro un lampo di vita così scintillante che non ricordo di
averne visti di simili. La conosco solo per mail, anzi la conosco perché una signora che
si firmava «Una vecchia sognatrice» una domenica di maggio mi ha scritto per segnalarmi
quel blog dal titolo «Ho il cancro».
Un titolo che spaventa, eppure la «vecchia sognatrice» mi sollecita a andare a leggerlo:
«Questo blog è un’iniezione di coraggio quotidiana.

Anna Lisa è un faro di vita: ha dignità, energia, ironia. E smuove i cuori nell’intimo».
Allora sono andato a cercarlo e ho trovato qualcosa che non mi aspettavo: l’ultima lettera
della parola cancro era un fiocchetto rosa, il sottotitolo recitava «Il blog di una malata
coccolata, viziata, amata, fortunata», e tutto intorno c’erano disegnate delle farfalle e delle api.
Ricordo esattamente quella notte in cui mi sono messo a leggerlo, dopo aver finito di lavorare,
quando il giornale si svuota, c’è finalmente silenzio e i telefoni smettono di squillare.
Mi sono immerso nella sua sofferenza, nel suo stupore, ho avuto paura di leggere ma ho
trovato la sua mano che mi tirava dentro per scoprire quanta vita c’è quando si sente la morte.
Quanta energia e speranza ci possono essere quando si è capaci di amare e di riconoscere il
bene. E di quanta leggerezza si può trovare anche se si è in mezzo alla più dura battaglia:
«Ho vinto una risonanza magnetica alla mia testolina per domani mattina!!! Quante fortune
che ho! E sapete che cosa c’è di ganzo? Che a ’sto giro mi ci porta l’ambulanza!!!
Proverò l’ebbrezza della sirena in autostrada!!!
Perché... l’accenderanno la sirena, vero? No, sennò scendo eh!». Sono state queste le
prime parole che ho letto sul blog, poi ho cercato la sua storia, eccola: «Mi chiamo Anna
staccato Lisa, ho 33 anni, sono nata e abito in Toscana. Nel 2008, all’età di 30 anni, avevo
un lavoro che tutto sommato mi piaceva, un fidanzato fantastico conosciuto da soli sei mesi,
tante amicizie meravigliose e un rapporto stupendo con la mia Mamy. Ero in ottima forma
fisica, facevo regolarmente sport ed ero corteggiatissima, coltivavo i miei hobbies, ridevo,
mi divertivo, viaggiavo, sognavo, raccontavo la mia vita sul blog, facevo progetti e stavo bene:
era decisamente un periodo positivo, tranquillo, sereno. Poi, il 21 novembre 2008,
mi hanno diagnosticato un tumore al seno. Per oltre un anno ho lottato contro quel cancro cattivo,
aggressivo, "vivace" (come lo definì poi il mio chirurgo), contro la "bestiaccia" come la
chiamo io. Ho fatto 11 cicli di chemio e due interventi. Ho combattuto tanto, è vero, ho
sofferto, ma ho anche raccontato e condiviso tutto e proprio grazie alla mia mamma, al
mio fidanzato, alle mie amicizie, ai miei affetti e al mio blog, posso dire di avere avuto
un grande aiuto. Lo diceva anche Shakespeare: "Quando nel dolore si hanno compagni che
lo condividono, l’animo può superare molte sofferenze".

«Nel marzo del 2010, all’età di 32 anni, quando avevo ricominciato a prendere in mano
la mia vita, mi hanno diagnosticato una seconda "bestiaccia": metastasi ai polmoni e ai
linfonodi del torace.
Ho fatto altra chemio, ho fatto radioterapia e terapia ormonale. Ho dovuto fare trasfusioni di sangue,
di piastrine. Ho preso e sto prendendo una marea di farmaci, ma nonostante tutto so che non potrò
mai guarire. Non ci sono cure, non ci sono terapie per il mio cancro. Posso solo sperare di
cronicizzare la malattia, di conviverci. E quindi continuo a lottare, continuo a condividere,
continuo a raccontare la malattia sul mio blog e continuo a considerarmi una malata coccolata,
viziata, amata e fortunata. E se la "bestiaccia" è così vivace... beh, io lo sono di più!».

Dopo quella notte abbiamo adottato il blog di Anna Lisa e lo abbiamo messo sul sito della Stampa
e siamo rimasti colpiti da quante persone si sono messe a seguirlo, da quanti nuovi amici le hanno
fatto sentirle calore e coraggio.

Anna Lisa mi aveva scritto e ora - un mese dopo - eccola qui, in carne e ossa, uscita dall’ospedale e
da Internet per diventare una realtà vera. «Certo che ti riconosco - riesco a dirle - e sono felice e
stupito di vederti qui». Mi allunga un barattolo di miele, fatto a casa sua, è il suo modo per
ringraziarmi. La abbraccio e cominciamo a parlare, mentre racconta la scruto per capire cosa pensa
davvero, se il suo ottimismo è una negazione della malattia o è davvero la convinzione che ogni
attimo valga la pena di essere vissuto. La risposta me la regala senza giri di parole, è la stessa che
trovo nel suo blog: «Passo momenti durissimi, dolori che mi sfiancano, ma sono contenta per la
forza che mi è venuta nel mio animo, nella mia mente. Sto programmando un sacco di cose, ho un
sacco di idee. E non importa se non tutte riuscirò a realizzarle, è bello anche solo immaginare, sperare,
programmare».

Poi è arrivata l’estate e insieme la scoperta di metastasi ai linfonodi del torace, ai polmoni, al fegato.
«Come volete che mi senta? Ogni parola sarebbe inutile e non mi va di star qui a piangermi addosso e
lamentarmi.....
CONTINUA
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