giovedì 29 novembre 2012

Come riconoscere (e gestire) la tosse: aerosol e altri rimedi

di Maria Enrica Bettinelli La tosse è un meccanismo protettivo, con cui l’organismo cerca di liberare la trachea o i bronchi dalla presenza di sostanze che tendono a ostruirli (catarro, cibo che va per trasverso) o a irritarli (come il fumo). Nelle vie aeree sono presenti i recettori dello stimolo della tosse, che vengono attivati dalle sostanze irritanti e fanno partire il riflesso della tosse, che è l’emissione, brusca e sonora, di aria attraverso le vie respiratorie e la bocca. Come riconoscere i vari tipi di tosse? La tosse non è una malattia, ma un sintomo dovuto a molte cause diverse e quindi quello che si deve cercare di capire in presenza di tosse è la causa del disturbo. Se ci sono altri sintomi presenti (febbre, congestione, presenza di catarro, particolari rumori all’ascoltazione del torace) è possibile sospettare una malattia infettiva delle vie respiratorie (influenza, raffreddore, bronchite acuta, polmonite) o un fenomeno allergico (asma). La tosse può essere di diverso genere e sapere di che tipo è può essere utile per indirizzarci verso la malattia più probabile. La tosse può essere: secca, stizzosa, senza catarro in caso di un’infezione virale iniziale, fumo o allergia; catarrale (fase che di solito segue quella stizzosa); abbaiante (tosse da foca o da cagnolino) in caso di laringite; con fischio o sibilo in caso di asma; convulsa (tosse violenta con accessi) in caso di pertosse. Se la tosse di tipo secco o catarrale si accompagna a muco giallo o verdastro e dura da più di due settimane, occorre sospettare una sinusite. Nei bambini piccoli, soprattutto quelli che frequentano i nidi o le scuole materne, particolarmente nei primi anni, la tosse catarrale, nei mesi invernali, è la risposta alle prime infezioni virali (ricordiamoci che esistono più di 70 virus che causano il raffreddore e che l’immunità a questi infezioni non è permanente). Se il bambino è vispo, gioca, mangia e riposa regolarmente, anche se tossisce di notte, non bisogna preoccuparsi. Come gestire la tosse nel bambino? La tosse è un sintomo che infastidisce il bambino (non lo fa dormire, a volte gli provoca il vomito) e che preoccupa i genitori, ma in realtà è un meccanismo generalmente utile per eliminare il catarro. Il catarro (o muco) è una sostanza vischiosa prodotta da alcune ghiandole che si trovano nelle vie respiratorie, che è utile perché lubrifica le vie respiratorie, ingloba virus, batteri, sostanze irritanti e inquinanti facilitandone l’eliminazione da parte di cellule, come i globuli bianchi. Quindi il catarro anche se può essere fastidioso, non va mai represso, ma va reso fluido per favorire l’eliminazione con i colpi di tosse. Talvolta il bambino vomita sotto il colpo di tosse e nel vomito si può vedere anche del muco. Non ci si deve allarmare, in quanto il bambino ha eliminato in questo modo il catarro che si è prodotto. A volte si può osservare che il muco viene eliminato anche con le feci. L’aerosol è utile? È importante aiutare il bambino facilitando l’espulsione del catarro, per esempio rendendolo più fluido. L’acqua è il più importante mezzo per fluidificare il muco e quindi in caso di tosse è consigliabile far bere molti liquidi meglio se caldi (per esempio tisane o latte dolcificati), fare i lavaggi nasali con fisiologica e fare aerosol con acqua fisiologica. Il miele, somministrato a cucchiaini, dopo il primo anno di età, specie prima di andare a dormire, possiede un’ azione calmante. È importante anche umidificare l’ambiente (umidità giusta è 40-60%), senza aggiunta di sostanze balsamiche che talora sono irritanti. L’umidificazione ambientale è particolarmente utile in caso di tosse abbaiante: l’ambiente saturo di vapore (per esempio il bagno con tutti i rubinetti dell’acqua calda aperti al massimo) assicura l’idratazione ottimale delle vie respiratorie. Se il bambino o i genitori sono allergici alle muffe (acari), è meglio non umidificare l’ambiente per non favorire la proliferazione degli acari. È importante aerare bene gli ambienti: l’aria di casa deve essere sempre rinnovata. Eliminare l’esposizione al fumo è assolutamente una regola basilare. In caso di tosse, potrebbe essere necessario sospendere le attività sportive, in particolare all’aperto: l’aria fresca inalata rapidamente potrebbe scatenare l’accesso di tosse. Quando è il caso di dare gli antibiotici? Per quanto riguarda i farmaci che sciolgono il catarro (mucolitici) comunemente in commercio, la loro efficacia non è dimostrata, anzi una recente nota del Ministero della Salute ne sconsiglia l’uso sotto i due anni di età. Altri farmaci agiscono sul centro della tosse a livello centrale (prodotti che contengono codeina) e sono assolutamente sconsigliati nei bambini. Solo se la tosse è molto disturbante (tosse notturna che impedisce il sonno del bambino), può essere usato al bisogno un sedativo della tosse non di tipo centrale, sempre su indicazione del pediatra. Normalmente la tosse catarrale si risolve in una decina di giorni. In alcuni casi però il catarro potrebbe depositarsi nell’orecchio e nei bronchi, dando origine a un’otite o una bronchite. In questi casi è utile una visita del pediatra, per valutare se è necessario iniziare una terapia antibiotica. Quando è il caso di far visitare urgentemente il bambino? È necessaria una visita urgente del pediatra in caso di tosse che si accompagna a una respirazione difficoltosa e se il bambino appare sofferente, se il bambino è piccolo e non riesce ad alimentarsi, se le labbra diventano bluastre durante l’accesso di tosse o c’è una febbre alta da qualche giorno.

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