lunedì 4 giugno 2012

Un racconto

Una mattina di primavera un'ape entra dalla finestra nella classe prima della scuola “Paradiso B” e crea un po' di confusione tra gli alunni impegnati a scrivere un testo.
Lo scompiglio dura fino a quando la maestra interviene e dice:-Non abbiate paura di lei, non vi fa nulla, proviamo a stare fermi e ascoltare il rumore del suo volo. I bambini si zittiscono e Caterina sussurra: - Mi sembra di sentire l’ape parlare. Anche gli altri hanno la stessa sensazione, Lorenzo è dubbioso ed incredulo: -
Le api non parlano come noi!
E' vero – dice Irene –ma forse quell'ape è magica
Infatti, appena Irene ha finito di parlare, si sente una vocina dire: - Ciao bambini, sono ape Mielina, vi ho visto martedì scorso nella masseria “Piutri” tra i ciliegi di Francesca Grande e, siccome passavo di qua in missione, mi sono fermata per salutarvi. Sono un po' stanca, ho volato per tre chilometri…. Mentre mi riposo, volete ascoltare la mia storia? -  Sìììììì! - esclamano in coro i bambini. Mielina si posa sulla cattedra, guarda di qua, guarda di là e, quando vede il porta scotch, va a sistemarsi sopra la ruota del nastro adesivo e inizia a raccontare.
L’ape è gialla e nera, è molto laboriosa, le sue ali sono trasparenti. Il pungiglione è affilato
                                                                                                                                                                                              
Sono nata all'inizio della primavera. Appena nata, non stavo mai ferma, desideravo esplorare tutto ciò che mi circondava. Le api nutrici non riuscivano a starmi dietro. Appena si assentavano per andare a prendere il miele da darci, io scappavo dalla mia cella e gironzolavo per l'alveare fino a quando, la mia Tata, veniva a recuperarmi e mi diceva: - Non avere fretta di crescere, verrà anche per te il momento di uscire. - Voglio uscire ora! Voglio uscire nel mondo! - dicevo io

Non sei tu a decidere – mi ripeteva la Tata  - sarà l'ape regina a darti il permesso. Lo farà quando dimostrerai di essere pronta. Come faccio a sapere quando sarò pronta? – insistevo io. Dovrai prima di tutto saper tenere pulito l’alveare, in ordine le cellette e poi dovrai imparare dalle api più grandi.

Per un po’ di tempo ho dovuto anch'io nutrire le pupe, spazzare i rifiuti, tenere in ordine le celle del favo e portare la pappa reale all'ape regina. Ma                                                                                                                                                                                                                                            appena ero libera dai miei compiti, giravo per l'alveare per capire, ma soprattutto per apprendere più cose che potevo.
L’altra sera, mentre leggevo un  libro di geografia, la mia Tata è venuta a dirmi che l'ape regina voleva parlarmi. Ero emozionata, mi batteva forte forte il cuore, ma ero anche super felice. Forse era arrivato il grande momento di uscire? Lo speravo con tutte le mie forze.
Mi sono recata dalla regina: era grande, molto più grande di tutte noi, aveva una corona dorata in testa. Appena mi ha visto mi ha detto: – Ho saputo che vuoi uscire dall'alveare. Va bene, esci pure,vai nel campo qui vicino, cerca di prendere il nettare, poi torna all'alveare e prova a fare il miele. Se ci riuscirai, continuerai a farlo.

Io ho ringraziato la regina, sono uscita e, per la felicità, mi sono messa subito al lavoro: non vedevo l'ora di rotolarmi sul polline. Giorno dopo giorno lavoravo senza mai stancarmi: andavo a prendere il nettare da un fiore all’altro e quando il sole era bollente ritornavo stanca e sudata. Mi piaceva andare sui fiori soprattutto sulle rose: hanno un bel colore, i petali morbidi, vellutati e profumati
Sono partita e mi sono diretta verso la montagna, non vedevo altro che campi e case.
Ad un certo punto ho visto in lontananza il riflesso del sole su uno specchio d'acqua: era il lago di Sciacquetta. – Ecco il lago! E' tutto azzurro! Com'è bello! Mi sono avvicinata in tutta fretta, stavo per abbassarmi per prendere l'acqua, quando mi   sono accorta che sopra il lago c'era un'ape che stava facendo una danza che io non conoscevo.. Mi sono avvicinata e le ho chiesto: – Che danza stai facendo? – Sto facendo la danza per avvisare le     mie compagne di un pericolo: nel  lago c'è una rana che mangia tutti gli insetti che si avvicinano.                                                                                                                                                                                                       
Mi sono voltata e ho visto la rana che stava per fare un salto per afferrarmi. Ma io, svelta svelta, sono riuscita ad allontanarmi, mi sono avvicinata all'acqua e con la mia proboscide ne ho succhiato quanta più potevo, poi ho ripreso la strada del ritorno
Giunta all'alveare l'ape regina mi ha detto: - Sei stata bravissima! Ora ti puoi riposare un po'!

Quel giorno nell'alveare c'è stata una grande festa, c'era miele e pappa reale per tutti. L'ape regina mi ha conferito il ruolo di esploratrice
Da allora io lavoro come tutte le altre, ma se c'è una missione da compiere, Ape Regina chiama me. Anche oggi cari bambini sono in missione. Ma…questa è un'altra storia e ve la racconterò al mio ritorno. A proposito, vi piace il miele? - Sììììììì!!! - rispondono in coro i bambini. 
L’abbiamo assaggiato nel laboratorio del gusto! Com’era buono! Ora devo andare, il lavoro mi attende…! Mielina saluta tutti e se ne va.
Anche nella società delle api ognuno ha un ruolo: lape guardiana, lape ventilatrice, l’ape nutrice, lape bottinatrice

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