mercoledì 4 aprile 2012

Quei settanta bambini rinchiusi nelle carceri italiane

La legge consente alle madri di tenerli in prigione fino all'età di tre anni. Ma le condizioni per loro sono aberranti tra inferriate, giochi posticci e bagni puzzolenti. - di Antonio Crispino

 

 ROMA - Che ci fa un bambino di due anni a giocare con una bacinella nel bagno di una prigione? Che ci fa, un altro poco più grande di lui, aggrappato alla sbarre mentre aspetta qualcuno che apra la «gabbia»? E tutti quelli sdraiati sui sedili di un furgoncino? Ci dicono che sono in attesa di essere trasferiti in infermeria perché nelle celle con la mamma non c'è posto per la notte. 

Ne vediamo tanti, nei vari carceri che visitiamo. E ogni volta è uno strazio. Lamenti, pianti, risa, giochi, nenie che siamo abituati a sentire nelle stanze colorate dei figli o dei nipoti stridono con il grigiore delle carceri, con la muffa che scende a frotte dalle pareti, con i bagni puzzolenti delle stanze, con giochi messi posticci per camuffare la tetra presenza delle inferriate ovunque. Le mamme hanno scelto per loro. La legge le consente .....
http://www.corriere.it/inchieste/quei-settanta-bambini-rinchiusi-carceri-italiane/f9a336ce-7e33-11e1-b61a-22df94744509.shtml

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