Ricordando l’attesa dell’anziana vecchietta che porta caramelle e ...carbone                    Arriva la Befana!

Cari lettori, dal momento che "ogni uomo è stato un bambino", come recita una poesia molto bella, ci sembra opportuno proporvi qualche dolce ricordo della Befana: instancabile e arzilla vecchietta che, volando a cavallo della sua scopa nel cielo buio, provvede a recapitare doni ai bambini italiani. Ci raccontavano che ai bimbi cattivi portasse solamente carbone, e questo ci rendeva attenti a come ci si comportava nei giorni che precedevano il suo arrivo. Avevamo ben presente il fatto che qualche marachella, qualche disubbidienza, qualche scortesia ci avrebbero fatto correre il rischio di non trovare alcun dono al nostro risveglio, se non qualche pezzo di nero carbone. Vi assicuro che quei giorni erano particolari e l'attesa era trepida.

Ovviamente ci auguravamo che la Befana esaudisse i nostri desideri e che ci lasciasse ai piedi del letto, o in cucina, il dono tanto atteso. La sera, prima di andare a dormire, preparavamo per lei un piatto con un po' di cibo (frutta, pane...) e un bicchiere d'acqua, perché ci sembrava doveroso esserle riconoscenti: immaginavamo quanto fosse stanca e quanta fame le venisse a forza di scendere dai camini con quel grosso sacco in spalla! L’attendevamo con gioia mista a timore, perché ce l'avevano descritta come una vecchietta dal cuore buono, ma piuttosto burbera e dall'aspetto non proprio bellissimo. Gli abiti scuri e rattoppati che indossava, le sue scarpe vecchie e il suo naso pronunciato ce la facevano apparire come una figura da amare e temere nello stesso tempo. Sapevamo, però, che lei conosceva tutto di noi e che desiderava premiare i bimbi buoni, perciò confidavamo nella sua bontà d'animo e ci godevamo l'attesa insieme ai familiari. Ovviamente era d'obbligo andare a dormire presto, perché se ci avesse trovati ancora svegli, al suo passaggio, sarebbe andata oltre e addio regali (e questo era un rischio da non correre, visto che solitamente ne ricevevamo solamente 'al compleanno e alla Befana')! Una volta a letto, si faticava ad addormentarsi e ogni minimo rumore lo attribuivamo a lei che stava scendendo dal camino o che stava cercando il nostro regalo nel suo sacco, ma si tenevano gli occhi ben chiusi, per fingersi addormentati. Poi, finalmente, il sonno arrivava! La mattina, al risveglio, c'era un attimo di esitazione: chissà se era passata? Chissà se aveva esaudito i nostri desideri? C'era anche del carbone nella calza? E allora non restava che balzare fuori dal letto e correre a vedere con i propri occhi. Ed era veramente una festa, perché la Befana faceva sempre del suo meglio per accontentarci e premiare il nostro impegno di bambini che desideravano essere buoni! A distanza di molti anni, c'è da dire che l'attesa di questa burbera e generosa vecchietta rimane un ricordo intenso e bello, perché era vissuta insieme a tutta la famiglia, senza eccessive pretese e con il desiderio di meritarsi il dono sognato. Non so quanti di voi, cari lettori, abbiano atteso quest'anno l'arrivo della Befana; mi auguro, però, che l'abbiate fatto in molti e che l'attesa sia stata trepida e gioiosa anche per voi. (Alfreda Rosteghin)