Lettera
alla Befana
Mia carissima, dolce Befana, che rammenti la nonna Peppina,
che il mio viso al suo cuor ben stringeva e la fiamma, nel camino, attizzava. Ricamava con le mani rugose, fazzoletti e tovaglie di lino,
poi pian piano nel calor si assopiva e la tela fuggiva di mano.
Io giocavo ai suoi piedi col micio, dal cestino rubando del filo
per sognare i colori del mondo ben creando un intreccio sottile.
Quanto tempo è passato da allora, quante cose son successe costì,
quanti visi son velati dall'ombra di un cammino che non torna più qui!
Quando prossimo era il tuo arrivo, mi celavo zitta dietro al divano,
per carpire segreti e misteri, per spiar l'aria magica invano!
Bamboline di pezza sottile, coi capelli di lana o cotone
e per labbra un ricamo scarlatto e negli occhi due azzurri bottoni.
Bei micetti di legno lucente, scarpe in feltro tutte assai decorate
come quelle che zia Pina portava, che in Tirolo aveva trovato!
Quante notti, senza occhi indiscreti, mamma e nonna vegliavano sì
dopo avermi baciato la fronte ed il viso carezzato così,
ben passate a ciò preparare pel sorriso vedere spuntare.
Mi ricordo un vestito rosso fuoco coi calzetti di lana in pariglia,
una bambola a uncinetto ed un cane con gli avanzi del maglione di Attilia. Or son mamma, cara , dolce Befana, ed il mondo mi spaventa un pochino, non c'è più quella cara sottana che ogni giorno mi stringeva vicino! Sono io, ora a chiederti aiuto, ma non tanto per portare regali di cui oggi i ragazzi son pieni, ma assai vuote restan ognora le mani! Fammi ancor riprovar quei momenti, e quei brividi di sana emozione, fa ch'io possa risentir quelle voci, ritornare, anche in sogno agli ambienti dove tutto era magico e lieve.
E' una mamma che ti chiede il tuo aiuto e che spera ancor di donare
qualche cosa che al cuor faccia bene qualche sogno da non cancellare Perché, credimi, cara Vecchina, con i sogni si vive di più
Fa ch'io possa ai miei figli donare l'emozione che mi hai dato tu
E ti giuro che sarò proprio buona, come sempre, mi hai detto da lassù
Veronica Balboni
Mia carissima, dolce Befana, che rammenti la nonna Peppina,
che il mio viso al suo cuor ben stringeva e la fiamma, nel camino, attizzava. Ricamava con le mani rugose, fazzoletti e tovaglie di lino,
poi pian piano nel calor si assopiva e la tela fuggiva di mano.
Io giocavo ai suoi piedi col micio, dal cestino rubando del filo
per sognare i colori del mondo ben creando un intreccio sottile.
Quanto tempo è passato da allora, quante cose son successe costì,
quanti visi son velati dall'ombra di un cammino che non torna più qui!
Quando prossimo era il tuo arrivo, mi celavo zitta dietro al divano,
per carpire segreti e misteri, per spiar l'aria magica invano!
Bamboline di pezza sottile, coi capelli di lana o cotone
e per labbra un ricamo scarlatto e negli occhi due azzurri bottoni.
Bei micetti di legno lucente, scarpe in feltro tutte assai decorate
come quelle che zia Pina portava, che in Tirolo aveva trovato!
Quante notti, senza occhi indiscreti, mamma e nonna vegliavano sì
dopo avermi baciato la fronte ed il viso carezzato così,
ben passate a ciò preparare pel sorriso vedere spuntare.
Mi ricordo un vestito rosso fuoco coi calzetti di lana in pariglia,
una bambola a uncinetto ed un cane con gli avanzi del maglione di Attilia. Or son mamma, cara , dolce Befana, ed il mondo mi spaventa un pochino, non c'è più quella cara sottana che ogni giorno mi stringeva vicino! Sono io, ora a chiederti aiuto, ma non tanto per portare regali di cui oggi i ragazzi son pieni, ma assai vuote restan ognora le mani! Fammi ancor riprovar quei momenti, e quei brividi di sana emozione, fa ch'io possa risentir quelle voci, ritornare, anche in sogno agli ambienti dove tutto era magico e lieve.
E' una mamma che ti chiede il tuo aiuto e che spera ancor di donare
qualche cosa che al cuor faccia bene qualche sogno da non cancellare Perché, credimi, cara Vecchina, con i sogni si vive di più
Fa ch'io possa ai miei figli donare l'emozione che mi hai dato tu
E ti giuro che sarò proprio buona, come sempre, mi hai detto da lassù
Veronica Balboni
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