In un disegno fatto a 5 anni, Felix Baumgartner immaginava già di lanciarsi con il paracadute
«Bisogna salire davvero in alto per rendersi conto di quanto siamo piccoli», aveva commentato a caldo Felix Baumgartner, dopo il lancio da 39mila metri di altezza. Lui che, da piccolo, sognava di andare in alto. Molto in alto. Sulle cime degli alberi, ma anche più su. Tanto in alto, nel cielo, da aver bisogno di un paracadute per tornare tra le braccia della mamma. Pronta ad accoglierlo con un sorriso e una bibita in mano.
IL DISEGNO - I disegni dei bambini parlano. Esprimono quel che sentono, le loro aspettative, i desideri, le paure, dicono gli psicologi. Quello dell'eroe austriaco del volo suborbitale, diligentemente custodito dalla madre per tanti anni, è in questo senso particolarmente rivelatore. All'età di cinque anni, il piccolo Felix ha allungato alla mamma una delle sue opere grafiche, raffigurante se stesso - steso in orizzontale - sotto l'ombrello di un grosso paracadute, con un enorme sole sorridente ad assistere all'impresa e la famiglia a terra, ad aspettarlo. Dodici anni dopo, all'epoca del suo primo, vero lancio, la madre restituisce a Felix quel disegno premonitore, sotto al quale c'è scritto: «Ho fatto un sogno... eccolo». Sulla pagina Facebook in cui ha pubblicato il disegno, Baumgartner ha commentato: «È interessante vedere dove possono portarti i tuoi desideri se rimani focalizzato e non molli mai, anche quando ti sembra dura».
LA FORZA DEI SOGNI - Non c'è bisogno di scomodare uno psicologo per dare conto della forza dei sogni di un bambino. In questo caso bastano i commenti degli amici: «Quando giocavamo, Felix chiedeva di essere lanciato in aria, si arrampicava in continuazione sugli alberi», raccontano. Salire, un ossessione. Scalare tronchi, perdersi tra le fronde: questo avrebbe acceso la passione di Felix per le altezze vertignose, secondo il suo istruttore di paracadute, il salisburghese Roland Rettenbacher. «Era sempre in cima a un albero. Lassù lo vedevi davvero felice», ha raccontato in un'intervista al Daily Telegraph. «Ma avrebbe anche potuto diventare uno stuntman: gli è sempre piaciuto mettersi in situazioni di pericolo».I RECORD - Alla fine il paracadutista austriaco di record è riuscito a totalizzarne tre: primo uomo ad aver superato la barriera del suono, l'uomo che si è lanciato da più in alto nel mondo e che ha raggiunto la massima altezza finora toccata a bordo di un pallone.
Ha dedicato sette anni della sua vita a quest'impresa, dicono gli scienziati che lo hanno seguito passo dopo passo. «Molti di più, tutta la vita», assicura lui, sfoderando quel disegno premonitore.
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