La mappa dell'infestazione: esistono tre ceppi, ma solo uno può essere vettore di malattie infettive
IL TRATTAMENTO - Comunque la pediculosi è un fenomeno in crescita negli ultimi 10 anni, in primo luogo per la comparsa di resistenza ai farmaci tradizionali, alcuni dei quali parenti stretti degli insetticidi e come loro tossici per il sistema nervoso e per il sangue, oltre che in grado di innescare allergie della pelle. Sono quindi entrate sulla scena due nuove classi di medicamenti. Nella prima sono compresi i prodotti vegetali. In Italia è un commercio una lozione che contiene estratti di noce di cocco, di anice e olio di ylang ylang, una pianta che cresce nelle foreste pluviali. Uno studio britannico riconosce a questo prodotto, disponibile in forma di lozione spray o schiuma la capacità di liberare dai pidocchi 8 su 10 persone trattate. Per quanto siano naturali, non è mai stata verificata la loro sicurezza come farmaci. Hanno invece un’azione meccanica i derivati del dimeticone, liquidi trasparenti, incolori, inodori e idrorepellenti. Una volta distribuiti, formano una sottile pellicola sulla capigliatura ma anche sul pidocchio e in definitiva lo soffocano. Sono stati usati per anni per bocca nei neonati per controllare le coliche e sono quindi collaudatissimi quanto a sicurezza e, ovviamente, il modo con cui agiscono non prelude allo sviluppo di resistenze.
QUALCHE CURIOSITA’ - Lo studioso tedesco spiega anche alcuni aspetti meno scontati della pediculosi, per esempio perché le bambine sono colpite con frequenza circa doppia: «Non è solo perché hanno i capelli lunghi, ma anche perché il loro modo di giocare e relazionarsi comporta un tempo di contatto più prolungato e ravvicinato tra le testoline rispetto ai maschi.» Non tutti sapranno che l’ispezione visiva è tre volte meno affidabile del passaggio del pettine sul capello umido e che la ricerca delle uova va effettuata in alcune sedi predilette dai parassiti: le tempie, la zona dietro le orecchie e la nuca. «Però ci si può limitare a queste aree del cuoio capelluto solo in fase di diagnosi e se la ricerca dà esito positivo.» precisa Feldmeier «Altrimenti è bene estendere l’ispezione. Allo stesso modo, se si deve invece accertare l’avvenuta eradicazione dopo un trattamento, il pettine deve essere passato su tutta la capigliatura.» Un ultima curiosità: il principio del trattamento sincronizzato di tutte le “teste” infestate, una regola semplice dettata prima di tutto dal buon senso, è stato autorevolmente dimostrato da un sofisticato modello matematico descritto su PLoS ONE, che ha tenuto conto persino del ciclo vitale del pidocchio.
Nessun commento:
Posta un commento