la normalità di questi “eroi” moderni,
quasi sentissi l’esigenza di creare un ponte tra chi gareggiava nella
vita e chi lo faceva per sopravvivere alla quotidianità. A Londra gli
atleti erano allineati ai blocchi di partenza sfidandosi per arrivare
vincenti al traguardo, a Milano invece le persone con disabilità sono
allineate sul marciapiede pronte ad attraversare una via con la speranza
di arrivare dall’altra parte… sani.
Già, ma noi siamo qui per mostrare le nostre abilità… Da qualche tempo seguo con attenzione un blog The True Realities.
Lo ha aperto una giovane ragazza non vedente, Marta Pellizzi. Marta è
una bella ragazza bionda di poco più di vent’anni, futura, lo sarà tra
pochi giorni, studentessa di Scienze e tecnologie della comunicazione
all’Università di Ferrara. Crotonese di nascita, imolese di adozione,
verso i 18 anni ha avuto un problema agli occhi che l’ha portata a non
vedere più. Il suo sogno è quello di entrare nel mondo del giornalismo,
della comunicazione.
E’ decisa, anche se quell’aggressività un po’ ostentata dietro cui si
nasconde cela una fragilità delicata. Vuole, come ogni giovane della
sua età, realizzare quel sogno nel cassetto. Questo «nonostante
l’handicap», come mi dice al telefono. I mezzi tecnologici oggi – se
tutte le istutizioni e la società in generale se ne dotassero -,
metterebbero in grado anche Marta di arrivare a centrare il suo
obiettivo. Ma l’Italia certo non eccelle per avanzamento tecnologico e
rispetto della diversità. Per non parlare poi della valorizzazione delle
persone, con o senza disabilità. Marta ha fatto sue le parole di
Pistorius, ha puntato sulla sua abilità per scandagliare il territorio
alla ricerca di altre persone con disabilità a caccia dei talenti insiti
in ogni persona.
Ecco che il suo blog si anima di persone reali come Tina Umbriani, cantante insegnante e soprattutto donna, come l’esile Giovanna Ruffolo che sogna di portare un cambiamento nella moda. Oppure la brasiliana Luciana Santoro, capace di disegnare quadri con il pennello stretto tra i denti o ancora Luca Panicchi che ora conquista sulle due ruote di una carrozzina le principali vette alpine.
A tutti Marta chiede: che talento hai? Voilà il gioco diventa realtà:
la disabilità si cancella in un attimo ed emergono le persone, i loro
desideri, le passioni, le lotte e le sfide, i pensieri… la voglia di
essere visti per quello che realmente sono, persone e non disabili. E
alla fine la non vedente Marta guarda meglio di tanti di noi, vede il
bello e la ricchezza che ognuno porta con sé.
«Siamo alle paralimpiadi a mostrare le nostre abilità, non le
disabilità» diceva Oscar Pistorius poco più di un mese fa. Questa frase
mi colpì molto alla vigilia delle paralimpiadi londinesi e forse fece
sì che mi apprestassi a guardare quello spettacolo con uno sguardo
attento più al gesto tecnico che al tipo di disabilità. Tornai
sull’argomento paralimpico raccontando
Nessun commento:
Posta un commento