MILANO – Da due giorni è entrata nel suo
trentesimo anno di vita,
ma nonostante gli anni che passano continua a sorridere come il primo
giorno. È l'emoticon, quella combinazione di punteggiatura che tra
parentesi, trattini e variazioni sul tema dei due punti racconta in 3
segni uno stato d'animo e dà il tono a una conversazione scritta: via
sms, via email, in chat, nei forum e nei social network.
LA STORIA – Inventata nel settembre 1982 negli Stati Uniti,
l'emotion continua a svolgere la funzione per cui fu stilizzata la prima
volta. Comparve infatti in un messaggio telematico di una rete
universitaria (si trattava di un bbs, bullettin board system, gli
antesignani della messaggeria istantanea e dei forum) inviato da Scott
Fahlman, giovane informatico della Carnegie Mellon University di
Pittsburgh, Pennsylvania. Scott scriveva nella bacheca universitaria:
«Propongo di usare la seguente sequenza di caratteri per connotare lo
scherzo :-)». Erano le 11 di mattina circa del 19 settembre 1982, 29
anni fa. Insieme al sorriso per sdrammatizzare e far cogliere il tono
giocoso di una conversazione, nacque anche la tristezza della parentesi
aperta e con il tempo le emoticon (contrazione di emotional icon) sono
diventate centinaia, tanto che online
esistono anche motori di ricerca e siti-dizionario che le raccolgono tutte.
LE FACCINE DI LINCOLN – In realtà le tesi sulla nascita della
prima emoticon sono discordanti: sebbene il mondo imputi le faccine
scritte all'idea di Fahlman, c'è anche chi sostiene che il primo a
usarle
fu nientemeno che il presidente Usa Abramo Lincoln.
Sembra infatti che l'emoticon dell'occhiolino ;) sia comparsa nella
trascrizione di un discorso del presidente del 1862. Anche se, a leggere
bene, potrebbe essere anche un semplice errore di battitura. Altri
invece sostengono che Scott Fahlman non fece altro che trasferire su
carta, usando i caratteri a disposizione, il disegno dello smile, la
faccetta sorridente giallo canarino che fu disegnata la prima volta per
un uso professionale da un assicuratore di Worchester, Stati Uniti. Era
il 1963. Oggi lo smile di Harvey Ball (il cui destino, forse era scritto
nel cognome) è festeggiato anche con una
fondazione e una giornata dedicata, celebrata ogni anno il primo venerdì di ottobre.
USI E ABUSI – Amate e odiate, usate e abusate, le emoticon
continuano a sopravvivere anche 30 anni dopo. I programmi di messaggeria
istantanea negli anni hanno fatto la loro fortuna aggiungendo faccine
sempre più colorate, animate, fino ad arrivare alle più moderne in stile
iPhone, con applicazioni speciali da scaricare per vederle e spedirle.
Proprio per questo abuso più volte negli anni guru e puristi del testo
scritto hanno proposto di
eliminare le faccine dalla nostra vita, sempre con scarso successo però. In Italia, per esempio, fece parlare molto
la proposta del ministro Brunetta di
dare un voto ai dipendenti pubblici per i servizi prestati usando
proprio le emoticon: giudizio positivo :-), negativo :-(, così e così
:-I.
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