Mangiare un terzo in meno
mantiene giovane il cervello
Trovata molecola anti-invecchiamento.
Si attiva con poche calorie
OBESITÀ E INVECCHIAMENTO - In verità l’osservazione, negli ultimi anni sempre più avvalorata da numerosi risultati sperimentali, aveva già collegato l’obesità ad un rallentamento e ad un invecchiamento precoce delle funzioni del cervello. Così come avviene con malattie tipiche della terza età, dalla demenza senile al Parkinson. Al contrario, la restrizione calorica (nella giusta misura) mantiene giovane il cervello. Lo rende più attivo. Ma i “pulsanti” molecolari che governano gli effetti positivi della dieta sul cervello erano finora ignoti. La molecola individuata dal gruppo di scienziati della Cattolica apre più di uno spiraglio.
DIVERSE FUNZIONI - Non a caso Creb1 regola normalmente importanti funzioni cerebrali come la memoria, l’apprendimento e il controllo dell’ansia. E la sua attività diminuisce, o viene compromessa, proprio dall’età che avanza. «I neuroni – spiega Grassi – comunicano tra loro mediante giunzioni specializzate, le sinapsi, la cui funzione è essenziale non solo per la trasmissione delle informazioni nelle reti neurali, ma anche per il loro immagazzinamento (formazione dei ricordi). La corretta funzione delle sinapsi è, quindi, determinante per l’apprendimento e la memoria. Mente le alterazioni delle sinapsi sono alla base del declino cognitivo che si osserva nella malattia di Alzheimer e in altre forme di demenza. La restrizione calorica, come abbiamo visto e dimostrato, potenzia la capacità delle sinapsi di memorizzare le informazioni. Tale azione benefica è proprio mediata da Creb1». In topi in cui è stata bloccata Creb1 nelle aree cerebrali deputate alle funzioni cognitive, i benefici della restrizione calorica sul cervello (miglioramento della memoria, eccetera) non si verificano. L’animale, nonostante la dieta, presenta gli stessi deficit dell’animale supernutrito. È la prova del 9.
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