Proviamo a creare un addobbo «green», rinunciando agli imballaggi e alle confezioni inutili e non riciclabili
L'albero di Natale dell'Hotel Principe di Savoia a Milano (Fotogramma)
Il Natale è un’occasione da non perdere per recuperare il valore
autentico del tempo e delle cose. Vedere la nascita di Gesù come
un’opportunità per dare vita a uno spirito nuovo, aiuta a restituire
significato al rito. Il potere d’acquisto è sempre più debole, ma il
potere creativo ha un potenziale poco sfruttato. Usiamolo per
riconquistare un po’ di semplicità e per diffondere energia positiva. Ne
abbiamo tanto bisogno.
ATMOSFERA - Il Natale è vicino al solstizio d’inverno (21
dicembre) e le tradizioni pagane hanno fortemente influenzato quelle
cristiane. Per i Romani il ramo sempreverde era di buon auspicio, nella
cultura celtica l’abete rappresentava la natura amica dell’uomo e con i
primi cristiani il significato è stato elevato per rappresentare
l’albero della vita. Nella civiltà contadina si soleva addobbare un
albero con i frutti raccolti per ringraziare la terra e per offrire cibo
alla comunità. Erano riti collettivi che esprimevano gratitudine,
devozione e condivisione. Quando nel Seicento, in Nord Europa, gli
alberi di Natale sono entrati nelle case, la natura stessa del simbolo è
stata svilita. Un albero estirpato ha vita breve, salvo che venga
reimpiantato, in qual caso la sua esistenza verrà scossa da una
parentesi climatica estenuante – l’abete ama il riscaldamento come il
topo ama il gatto! Se l’albero è reciso, è destinato a diventare
spazzatura. Da portatore di significati, l’albero di Natale è diventato
un elemento decorativo. Gli abeti hanno dilagato a ogni latitudine e
Babbo Natale, in slitta, trainato dalle renne e imbacuccato per
proteggersi dal freddo, campeggia anche sui grattacieli di città
tropicali. È difficile spiegare il Natale a chilometro zero a bambini
che vivono ad Auckland o a Rio de Janeiro, dove il 25 dicembre ci sono
quaranta gradi! Nessuno sembra essersi accorto della stonatura con il
significato originale, e continuiamo a portarci dietro grandi
contraddizioni. L’anno scorso la Coldiretti aveva avvertito gli italiani
che un albero di plastica inquina quanto un’auto: la maggior parte
viene dalla Cina, http://www.corriere.it/ambiente/11_dicembre_15/gabetti-abete-di-cartone_8998bfb6-2663-11e1-97ba-d937a4e61a87.shtml
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