Poesia
di Gerda Klein, madre di una ragazza Down. Come una rosa blu (Gerda
Klein) Jenny è una bambina….. un’adorabile bambina. I suoi occhi sono
nocciola, i capelli un po’ più scuri. Se i capelli le cadono sugli
occhi, li scosta. Ma la mano non và diritta alla fronte, prima si curva
come un fiore al primo schiudersi dei petali, poi scosta i capelli dagli
occhi. Jenny è diversa. Diversa ? Si, diversa
da quasi tutte le altre Ma chi ha detto che tutte le persone debbano
essere uguali ? Pensare, agire, apparire uguali ? Per me Jenny è come
una rosa blù. Una rosa blù ? Avete mai visto una rosa blù ? Ci sono rose
bianche, e rose rosa, e rose gialle, e una infinità di rose rosse. Ma
blù ? Un giardiniere sarebbe felice di avere una rosa blù. La gente
verrebbe da lontano per vederla. sarebbe rara, diversa, bella. Anche
Jenny è diversa. Ecco perché, in qualche modo, è come una rosa blù.
Quando Jenny giunse a casa dalla clinica, “una bambolina rosa, morbida e
paffuta” piangeva spesso, più spesso degli altri bambini. Perché ?
Chissà, forse vedeva ombre diverse che la spaventavano. Forse udiva
suoni a lei sconosciuti. Quando fù più grandicella, stava sempre accanto
alla mamma e le si attaccava alla gonna. Per un uccello così, volare è
difficile: ci vuole più forza, più fatica, più tempo. Per un uccello con
le ali normali volare è una cosa scontata, ma un uccellino con le ali
corte deve impegnarsi molto per imparare. Non importa cosa. Ma c’è
un’altra Jenny, una Jenny che, in un triste pomeriggio d’inverno, siede
in poltrona e si dondola, con la sua bambola fra le braccia. E’ molto
turbata, è confusa. Lentamente mi dice: “ mamma, Sally ha detto che sono
ritardata. Che vuol dire, mamma ? Ritardata ? I bambini dicono
ritardata, e ridono. Perché ridono, mamma ?” Sapete, quando un gattino
perde la coda l’udito gli si fa più acuto, dicono. E’ vero che la coda
aiuta un gattino a correre più veloce, ma un gatto senza coda ci sente
meglio e avverte i passi che s’avvicinano molto prima degli altri
micini. Ma alcuni non sanno che un gatto simile può avere un udito tanto
acuto; vedono solo che gli manca la coda. Certi bambini sono crudeli e
guardano fisso, e prendono in giro: “gatto senza coda ! “ A volte Jenny
correva dalla mamma e le si aggrappava stretta, così, senza una ragione,
o almeno senza una ragione chiara per noi. Pian piano capimmo che il
mondo di Jenny era un poco diverso, un mondo, in un certo senso, a noi
ignoto. Cominciammo a pensare che vivesse in un mondo nel quale potevamo
non sentirci a nostro agio. Entrare in quel mondo è un po’ come andare
su un altro pianeta. E’ come se Jenny vivesse dietro uno schermo, uno
schermo che non riusciamo a vedere. Forse ha colori magnifici, forse
quei colori, a volte, distraggono Jenny dal prestare attenzione a quel
che diciamo. O forse ascolta una musica che noi non possiamo sentire. I
pesci hanno un linguaggio e una musica tutta loro, portata dalle onde,
dicono. Una musica che noi non possiamo udire perché non abbiamo
orecchie abbastanza fini. Si, forse Jenny ode suoni che noi non udiamo,
forse è per questo che a volte balza in piedi e intreccia misteriosi
passi di danza. Jenny è come un uccellino, un uccello dalle ali molto
corte, mi capita di pensare. Ci sono molte cose che Jenny non capisce. E
ci sono molte cose di Jenny che gli altri non capiscono: che Jenny è
come un gattino senza coda, che Jenny sente una musica diversa, che
Jenny ha le ali corte, che Jenny deve essere protetta. Jenny è come una
rosa blù, delicata e bellissima, Ma le rose blù sono così rare che ne
sappiamo poco, troppo poco. Sappiamo solo che hanno bisogno di essere
curate di più. Di essere amate di più
Uno spazio solo per la scuola? NO, uno spazio tutto mio dove posso mettere quello che mi sembra giusto mettere. Sicuramente in cima c'è sempre la scuola, ma mi piacerebbe creare un luogo virtuale dove poter chiacchierare liberamente anche con le persone che mi vivono accanto ogni giorno, ma che spesso non riesco ad ascoltare, sorseggiando una tazzina di caffè.
giovedì 31 ottobre 2013
martedì 22 ottobre 2013
Il nostro FILM
E' da un po' che non scrivo sul mio blog, galeotto l'altro blog http://spaziperbambini.blogspot.it/ che ho creato per la nostra scuola e che si sa assorbe e succhia energie, ma non ho mai pubblicato il film che abbiamo realizato fluttuando tra "ARTE e TEATRO" e che ha visto la sua degna conclusione in questa realizzazione non proprio amatoriale, perchè per proiettarlo siamo andati in un cine/teatro vero, con palcoscenico, sipario, quinte, tutto quello che i bambini avevano appreso astrattamente, convertito in consapevolezza con premiazione finale di un regista locale. Quanta emozione per grandi e piccini e per i genitori...SORPRESA gioiosa!
sulle ali dell arte from Scuola e...dintorni on Vimeo.
sulle ali dell arte from Scuola e...dintorni on Vimeo.
martedì 1 ottobre 2013
Quando il bambino ha paura del dottore
http://www.corriere.it/salute/pediatria/
I consigli della psicologa: «Mai mentire e non minimizzare la paura». E il pediatra dovrebbe coinvolgere il bimbo nella visita
«No, dal dottore non ci vado». La frase è un classico in bocca a tantissimi bambini. Che si tratti di una visita dal pediatra, di un controllo dal dentista o di una vaccinazione il risultato non cambia, i nostri figli spesso sono intimoriti anche solo all’idea di trovarsi faccia a faccia con un medico. Come comportarsi? «La prima mossa, quella forse più laboriosa, è fare un check up delle nostre paure. Spesso noi per primi abbiamo timore del camice bianco e rischiamo di influenzare i piccoli pazienti» spiega Stefania Andreoli, psicologa e psicoterapeuta consulente di Fattore Famiglia. «L’importante poi è non minimizzare perché si rischia solo di farli sentire inadeguati. Bisogna invece dare il giusto peso alle loro richieste di rassicurazioni. Altra regola, non mentire. Mai dire: “La vaccinazione non ti farà niente”, ma piuttosto trovare le parole giuste – a seconda dell’età – affrontando insieme a la paura. Ad esempio, nel caso di una puntura optare per una frase tipo: “Sentirai un piccolo pizzicotto, ma passerà presto”». E andare così avanti rispondendo ai dubbi e cercando il più possibile di anticiparli.
I CONSIGLI - «E' fondamentale spiegare al bambino cosa farà il medico che lo sta per visitare. E mai metterlo di fronte al fatto compiuto tenendo nascosta la visita, o addirittura mentendogli dicendo di andare in un posto che a lui piace, e svelando che si è dal dottore solo prima di varcare la soglia. In questo modo lui non si fiderà di noi e faremo fatica a tenerlo tranquillo. Dobbiamo, invece, porci con nostro figlio in una posizione di ascolto empatico, parlandogli in modo semplice, senza confonderlo», aggiunge Andreoli. «A volte può essere utile creare un rituale affettivo, come una sosta al parco o sottolineare che quello della visita è anche un momento per stare insieme, dedicato solo a lui. Oppure fare con i bambini “delle prove” a casa utilizzando un pupazzo amico: imitando i gesti che verranno riproposti durante la visita, così da metterlo a proprio agio».LA DOTTORESSA PELUCHE - Un po’ come fa Dottoressa Peluche nella serie trasmessa da Disney Junior che ha ispirato il sondaggio «Chi ha paura del dottore?», un’indagine svolta su un campione di 150 genitori con bimbi tra 0 e 6 anni. «Lei è bravissima, la sento un po’ come una collega. Quando si prende cura dei suoi giocattoli e li guarisce trasmette ai bambini il messaggio di quanto sia importante prendersi carico del benessere altrui. E anche del proprio. Per indicare le patologie di cui soffrono i suoi compagni di gioco attinge alla fantasia placandone così timori e lavorando non sul paziente, ma insieme al paziente» aggiunge la psicologa che ha analizzato i dati del sondaggio. «Guardando i risultati mi ha stupito positivamente il fatto che solo il 10% dei piccoli, a detta di mamma e papà, ha paura del dentista e che oltre il 70% dei genitori intervistati dice di avere completa fiducia nei professionisti che si occupano dei loro figli. Inoltre, cosa curiosa, la metà dei bambini ha chiesto in regalo un kit da dottore completo di camice e stetoscopio».
IL RAPPORTO DI FIDUCIA - I medici e i loro piccoli pazienti sono così due mondi sempre più vicini. «E’ importante creare un solido rapporto di fiducia, soprattutto tra pediatra e genitore» conclude Andreoli. «Questa poi si rifletterà sul bambino. Che ha bisogno di non rimanere in un ruolo passivo, ma durante una visita deve essere coinvolto. Meglio quindi che il dottore non porti il camice, come fanno ormai in tanti, che gli spieghi cosa sta per fare, che gli dica il nome degli oggetti che sta utilizzando. Un classico, ad esempio, è raccontare a cosa serve quello strumento da nome difficile che si chiama stetoscopio. E mai avere fretta, prendersi tutto il tempo per la visita, soprattutto se il bambino all’inizio dimostra un po’ di diffidenza».
25 settembre 2013 (modifica il 27 settembre 2013)
domenica 29 settembre 2013
Amo la Sagrada Familia
Un video
di poco più di un minuto mostra come apparirà la Sagrada Familia nel
2026. I lavori alla Basilica di Barcellona, capolavoro dell'architetto
Antoni Gaudì, massimo esponente del modernismo catalano, iniziarono nel
1882 sotto il regno di Alfonso XII di Spagna e tutt'ora non sono ancora
finiti. Il video pubblicato sul canale Youtube della stessa Basilica
(consacrata il 7 novembre 2010 da papa Benedetto XVI) mostra come
proseguiranno i lavori e come dovrebbe apparire il profilo della Chiesa a
lavori ultimati. (RCD - Corriere Tv)
sabato 28 settembre 2013
venerdì 20 settembre 2013
martedì 3 settembre 2013
giovedì 22 agosto 2013
Giocando si impara. E si diventa «artisti»
La creatività e il pensiero astratto «figli» del gioco: l'uomo di Neanderthal era incapace di pensiero simbolico perché la sua infanzia era molto più breve di quella dell'Homo sapiens
Giocare è una cosa seria. Attraverso il gioco i bimbi imparano a gestire le relazioni sociali, a trovare soluzioni ai loro piccoli e grandi problemi, ad affinare le capacità. Ma anche a sviluppare il pensiero astratto e simbolico, stando a un ampio articolo apparso su New Scientist: valutando le ricerche sul tema, infatti, si va sempre più confermando l'idea che proprio nella durata dell'infanzia e nella possibilità di giocare a lungo risieda la differenza sostanziale fra l'uomo moderno e uno dei suoi antenati più prossimi, l'uomo di Neanderthal.
NEANDERTHAL - Evolutosi in Europa circa 250mila anni fa, l'Homo neanderthalensis si estinse attorno ai 30mila anni fa dopo essersi spinto fino al Medio Oriente; questo nostro progenitore costruiva attrezzi, cacciava, conosceva il fuoco e aveva anche sviluppato l'abitudine a seppellire i propri morti. Ma tutte le testimonianze che ci ha lasciato sono quasi prive di ogni forma di simbolismo, che invece ha permeato l'Homo sapiens e noi, oggi: ad esempio gli abiti che indossiamo hanno una valenza simbolica, perché lanciano segnali non connessi alla loro reale utilità, e soprattutto usiamo un linguaggio, la forma più elevata di simbolizzazione astratta (la relazione fra il nome e l'oggetto o il concetto cui si riferisce è cioè del tutto arbitraria). L'uomo di Neanderthal ha creato pochissimi artefatti in cui si possa riconoscere una matrice simbolica e solo molto tardi, a partire dai 50mila anni fa; nello stesso periodo gli umani evolutisi dapprima in Africa consegnavano alla storia ornamenti complessi, piccole figure intagliate, capolavori di pittura simbolica come la cava di Chauvet in Francia.SIMBOLISMO - Creare tutto questo, ovvero ad esempio riprodurre un soggetto tridimensionale su una "tela" di pietra bidimensionale, richiede una capacità di astrazione considerevole. Perché l'uomo di Neanderthal non la possedeva? Secondo gli studiosi è tutta colpa della sua breve infanzia: a differenza dell'uomo moderno, le ricerche hanno mostrato che l'uomo di Neanderthal aveva uno sviluppo molto più veloce e restava dipendente dalla madre meno a lungo rispetto all'Homo sapiens. Di conseguenza, giocava poco. E il gioco è invece un momento fondamentale per la crescita dell'uomo, ma anche di altre specie animali: esserne privati è dannoso, come mostrano anche esperimenti sui ratti secondo cui la privazione del gioco comporta alterazioni nella corteccia prefrontale, in un'area correlata al ragionamento, il comportamento sociale e il pensiero astratto. In sostanza, il gioco "modella" il cervello, e la forma che questo prenderà dipende dal tipo di gioco che si fa da bambini. I piccoli umani usano la fantasia, quindi abilità cognitive simboliche: giochi di ruolo, di immaginazione, in cui bisogna pensare che succede se si fa un'azione piuttosto che l'altra. Tutte attività che aiutano il cervello nello sviluppo del pensiero astratto e simbolico, che l'uomo di Neanderthal non aveva perché cresceva "a tappe forzate": una ricerca dell'Istituto di Antropologia Evoluzionistica del Max Planck Institute tedesco ha dimostrato che anche lo sviluppo cerebrale di quell'uomo primitivo era accelerato e ciò faceva sì che l'ambiente avesse poca influenza, di fatto, sulla forma che il cervello e le sue connessioni avrebbero potuto prendere. Così, l'infanzia breve e poco giocosa sterilizzava la fantasia e la capacità di astrazione dell'uomo di Neanderthal: da nessuno di loro sarebbe mai potuto nascere un Picasso.
21 agosto 2013 (modifica il 22 agosto 2013)
Corriere della Sera
mercoledì 21 agosto 2013
Un augurio
A chi segna un punto e
a chi traccia il cammino
a chi vive nei ricordi e
chi immagina il futuro
a chi si nasconde e
a chi affronta le sfide
a chi vive in un sogno
a chi sa ancora sognare,
a chi non vede lontano e
a chi guarda oltre ,
a chi è già felice e
a chi spera di esserlo,
a chi sa attendere e
a chi preferisce agire ,
a chi crede di essere libero e
a chi sa di poterlo essere
a chi traccia il cammino
a chi vive nei ricordi e
chi immagina il futuro
a chi si nasconde e
a chi affronta le sfide
a chi vive in un sogno
a chi sa ancora sognare,
a chi non vede lontano e
a chi guarda oltre ,
a chi è già felice e
a chi spera di esserlo,
a chi sa attendere e
a chi preferisce agire ,
a chi crede di essere libero e
a chi sa di poterlo essere
domenica 18 agosto 2013
Dentro / Fuori
Ciò
che è fuori è anche dentro; e ciò che non è dentro non è da nessuna
parte. Per questo viaggiare non serve. Se uno non ha niente dentro, non
troverà mai niente fuori. È inutile andare a cercare nel mondo quel che
non si riesce a trovare dentro di sé.
(Tiziano Terzani, Firenze, 14 settembre 1938 – Orsigna, 28 luglio 2004)
Dipinto di Michael Cheval
http:// scrivi.10righedailibri.it/
- suggeriti da Marinella De Luca — con Marinella De Luca
(Tiziano Terzani, Firenze, 14 settembre 1938 – Orsigna, 28 luglio 2004)
Dipinto di Michael Cheval
http://
- suggeriti da Marinella De Luca — con Marinella De Luca
giovedì 15 agosto 2013
Buon Ferragosto a tutti
Ferragosto
Filastrocca vola e va
dal bambino rimasto in città.
Chi va al mare ha vita serena
e fa i castelli con la rena,
chi va ai monti fa le scalate
e prende la doccia alle cascate…
E chi quattrini non ne ha?
Solo, solo resta in città:
si sdrai al sole sul marciapiede,
se non c’è un vigile che lo vede,
e i suoi battelli sottomarini
fanno vela nei tombini.
Quando divento Presidente
faccio un decreto a tutta la gente;
“Ordinanza numero uno:
in città non resta nessuno;
ordinanza che viene poi,
tutti al mare, paghiamo noi,
inoltre le Alpi e gli Appennini
sono donati a tutti i bambini.
Chi non rispetta il decretato
va in prigione difilato”.
(Gianni Rodari)
Dipinto di Victor-Gabriel Gilbert, Boys Playing
Filastrocca vola e va
dal bambino rimasto in città.
Chi va al mare ha vita serena
e fa i castelli con la rena,
chi va ai monti fa le scalate
e prende la doccia alle cascate…
E chi quattrini non ne ha?
Solo, solo resta in città:
si sdrai al sole sul marciapiede,
se non c’è un vigile che lo vede,
e i suoi battelli sottomarini
fanno vela nei tombini.
Quando divento Presidente
faccio un decreto a tutta la gente;
“Ordinanza numero uno:
in città non resta nessuno;
ordinanza che viene poi,
tutti al mare, paghiamo noi,
inoltre le Alpi e gli Appennini
sono donati a tutti i bambini.
Chi non rispetta il decretato
va in prigione difilato”.
(Gianni Rodari)
Dipinto di Victor-Gabriel Gilbert, Boys Playing
domenica 14 luglio 2013
Buongiorno e Buona domenica
Spero di avere un po' + di tempo adesso che la scuola è FINITA!
FINITA?, ma non mi sembra proprio, ho dei lavori di montaggio da ultimare, perciò proprio finita non è, ma senza l'angoscia dell'orario implacabile che devi conciliare, tutto ha un'altra dimensione.
A presto!
giovedì 20 giugno 2013
Però
Non mi sono certo scordata del mio blog, ma l'ho trascurato perchè piena di impegni e scadenze: un mega progetto a scuola di "Arte che diventa Teatro", la realizzazione di un "FILM" vero proiettato nel cineteatro Don Bosco, i saluti finali, le festicciole, la raccolta degli ultimi "Frammenti di ricordi", il blog della scuola da curare ed aggiornare e poi sicuramente mi scordo qualcosa!
Non sembra vero, non sembra possibile che siamo giunti al capolinea, che 3 anni di scuola siano volati così, allora ci si attacca ai frammenti di ricordi per trovare un appiglio a continuare, a non interrompere questa magia che attraverso un blog, ha creato "legami", legami che prima iniziano timidi, a piccoli passi, poi esplodono perchè se ne scopre il senso, e se ne apprezzano le possibilità.
Noi continueremo ad andare avanti, sperando di ritrovare genitori sensibili e attenti, ma come ogni cosa che può essere forgiata e modellata, inizieremo un nuovo cammino con nuovi bimbi e nuove famiglie e con delicatezza li porteremo insieme a noi dando e ricevendo da questo nuovo incontro.
frammenti di ricordi from Scuola e...dintorni on Vimeo.
Non sembra vero, non sembra possibile che siamo giunti al capolinea, che 3 anni di scuola siano volati così, allora ci si attacca ai frammenti di ricordi per trovare un appiglio a continuare, a non interrompere questa magia che attraverso un blog, ha creato "legami", legami che prima iniziano timidi, a piccoli passi, poi esplodono perchè se ne scopre il senso, e se ne apprezzano le possibilità.
Noi continueremo ad andare avanti, sperando di ritrovare genitori sensibili e attenti, ma come ogni cosa che può essere forgiata e modellata, inizieremo un nuovo cammino con nuovi bimbi e nuove famiglie e con delicatezza li porteremo insieme a noi dando e ricevendo da questo nuovo incontro.
frammenti di ricordi from Scuola e...dintorni on Vimeo.
lunedì 10 giugno 2013
domenica 19 maggio 2013
domenica 5 maggio 2013
Amori sbagliati
Il Mercato Degli Angeli
coi vestiti da angeli gia gli somigliate un po'
piedini svelti frenetici
tutto il tempo a rincorrervi
per poi sfiniti cadere giu
Ma chi sono quei demoni
travestiti da uomini che in rete si collegano e
abili si nascondono
e a volte impuniti rimangono
tra i piu insospettabili
io non so come fai quando apri quei file
di foto mute che urlano un mondo
impotente che poi non si accorge di te
che quei sogni da bambino non hai
io non so come fai a sorridere a me
se solo farmi male tu vuoi
e non so come fai a giocare con noi
quando sai che un gioco non e'
Sotto un cielo coriandoli
riusciremo a proteggerli da questa bestialita
smascheriamo quegli uomini del mercato degli angeli
sui computer inconsapevoli
io non so come fai quando apri quei file
di foto mute che urlano un mondo
impotente che poi non si accorge di te
che quei sogni da bambino non hai
io non so come fai a sorridere a me
se solo farmi male tu vuoi
e non so come fai a giocare con noi
quando sai che un gioco non e'
ho bisogno d'amore e tu lo sai
io non so come fai a restare chi sei
e se dormi cosa sognerai
io so come fai a sorridere a me
se solo farmi male tu vuoi
e non so come fai a giocare con noi
quando sai che un gioco non e'
(Grazie a Angelo per questo testo)
che quei sogni da bambino non hai
io non so come fai a sorridere a me
se solo farmi male tu vuoi
e non so come fai a giocare con noi
quando sai che un gioco non e'
ho bisogno d'amore e tu lo sai
io non so come fai a restare chi sei
e se dormi cosa sognerai
io so come fai a sorridere a me
se solo farmi male tu vuoi
e non so come fai a giocare con noi
quando sai che un gioco non e'
(Grazie a Angelo per questo testo)
http://textovipjesama.com/tekst/273310/il-mercato-degli-angeli#video:XaYV84pVfO8
https://www.youtube.com/watch?v=BuYdJQYjoaw
mercoledì 1 maggio 2013
Continuità
Da quando abbiamo un blog tutto nostro non pubblico più le cose belle che facciamo nella scuola dove insegno, ma oggi mi è piaciuto condividere questa giornata trascorsa insieme con gli alunni della 4^ classe nella scuola primaria.
Continuità 29 aprile 2013 from Scuola e...dintorni on Vimeo.
mercoledì 24 aprile 2013
"Nonostante tutto"
Quando decidi di stare accanto ad una persona, ti assumi la responsabilità di renderla felice, nonostante le sue debolezze ed i passi falsi, nonostante la gente, i giudizi, nonostante tutto. E’ questo che lega le persone, il “nonostante tutto”.
lunedì 22 aprile 2013
Un pensiero anche per Te
Finalmente ci si accorge anche di chi non ha voce, di chi dona senza chiedere nulla in cambio, solo rispetto e attenzione; basta poco per non turbare gli equilibri, solo quando un bene si sta perdendo ci si accorge di quanto è importante non dimenticarsi di nessuno!
Mi è piaciuto scegliere questa musica così dolce e rilassante per lasciare il tempo e lo spazio ad ognuno di noi per entrare pienamente in questo meraviglioso mondo, camminare a piedi scalzi su questo fantastico pianeta terra. Non sapremo mai come ringraziare chi ha permesso tutto questo!
Mi è piaciuto scegliere questa musica così dolce e rilassante per lasciare il tempo e lo spazio ad ognuno di noi per entrare pienamente in questo meraviglioso mondo, camminare a piedi scalzi su questo fantastico pianeta terra. Non sapremo mai come ringraziare chi ha permesso tutto questo!
domenica 21 aprile 2013
Bentornato Presidente!
In anteprima la foto di rito della stretta di mano tra il presidente della Repubblica uscente ed il neo eletto.
mercoledì 17 aprile 2013
Armadillo, una meraviglia della natura
Guardate che bella questa sequenza di immagini, davvero perfetto l'armadillo nella sua strategia di difesa
lunedì 15 aprile 2013
Nel laboratorio dei Numeri
Il protagonista odierno di Google è il genio dell'Illuminismo paragonabile a Pitagora, Euclide, Newton e Gauss. Il suo soprannome? Il ciclope della matematica.
E i bambini di 5 anni, oggi hanno voluto giocare con i numeri scoprendo il segno + che aggiunge e si sono divertiti ad inventare operazioni.
Da blog, VERO?
Luca ha creato i suoi calcoli numerici anche con "numeri grandi" come 30 |
sabato 13 aprile 2013
Primavera
Primavera, tempo di virus. Infatti la classe non è mai stata così decimata come in questo periodo.
L'abbiamo aspettata tanto questa priomavera scompigliata, sembrava la panacea a tutti i raffreddori, influenze, bronchiti e tossi canine, invece eccoli i nostri bimbi, più acciaccati di prima! Speriamo che questa ondata malefica, passi presto!
mercoledì 10 aprile 2013
11 Aprile
Alcune date si scolpiscono nel cuore, passano gli anni, ma non dimentichi, non sfugge, sono richiami che evocano ricordi mai cancellati, solo addormentati, assopiti.
Così tu dormivi con quell'incarnato marmoreo già da qualche giorno e a nulla erano servite le parole sussurrate, i baci, le carezze, le mie carezze i miei baci sfacciati, che non erano più timidi come una vita passata insieme dove l'austerità apparente aveva quasi bloccato e represso. Il mio affetto per te era spudoratamente espresso, non c'erano più freni, solo ora traboccava dal cuore frenato e continuavo ad accarezzarti, a baciarti, a stringerti. Perchè solo adesso e non prima, quando il calore fa bene ad ogni cuore? Colpa di un educazione fatta di rispetto esagerato, di una venerazione che non si poteva concedere troppe effusioni. Ma perchè, perchè, perchè non si è liberi di esprimere liberamente i propri sentimenti, perchè questi sciocchi freni inibitori?Questa è la domanda che mi rimane senza risposta. questo è quello che non vorrei accadesse a me, ho bisogno dei vostri baci, delle vostre carezze, ho bisogno di amore, non quello scontato, sottinteso, certo, ho bisogno di sentirvi sempre Figli Miei!
Così tu dormivi con quell'incarnato marmoreo già da qualche giorno e a nulla erano servite le parole sussurrate, i baci, le carezze, le mie carezze i miei baci sfacciati, che non erano più timidi come una vita passata insieme dove l'austerità apparente aveva quasi bloccato e represso. Il mio affetto per te era spudoratamente espresso, non c'erano più freni, solo ora traboccava dal cuore frenato e continuavo ad accarezzarti, a baciarti, a stringerti. Perchè solo adesso e non prima, quando il calore fa bene ad ogni cuore? Colpa di un educazione fatta di rispetto esagerato, di una venerazione che non si poteva concedere troppe effusioni. Ma perchè, perchè, perchè non si è liberi di esprimere liberamente i propri sentimenti, perchè questi sciocchi freni inibitori?Questa è la domanda che mi rimane senza risposta. questo è quello che non vorrei accadesse a me, ho bisogno dei vostri baci, delle vostre carezze, ho bisogno di amore, non quello scontato, sottinteso, certo, ho bisogno di sentirvi sempre Figli Miei!
martedì 9 aprile 2013
Papà insegna al suo cucciolo a scendere le scale
Riprendetevi la vostra umanità.
Imparare a vivere per le piccole cose.
Un giorno potreste capire quando in realtà erano grandi. — con Giulia Mezzadri
Imparare a vivere per le piccole cose.
Un giorno potreste capire quando in realtà erano grandi. — con Giulia Mezzadri
domenica 7 aprile 2013
Sotto Casa
Mi è piaciuta dal 1° momento, ricordo che quella sera stavo in cucina a lavare ancora i piatti del giorno e...ho lasciato e sono andata con le mani sgocciolanti ad ascoltare e oggi .... confermo: mi piace sempre!
sabato 30 marzo 2013
Antidoti
Uno psicologo insegna ai suoi studenti come gestire lo stress…
Prese un bicchiere d'acqua e si avviò per la stanza, in silenzio… Tutti si aspettavano una domanda tipo - è mezzo pieno o mezzo vuoto? Ad un certo punto si fermò, alzò il bicchiere e chiese ai suoi studenti: " Quanto è pesante questo bicchiere d'acqua?"
Meravigliati, gli studenti hanno dato risposte tra 250 e 500 g
Psicologo risponde: peso assoluto non importa… Importa quanto tempo lo tieni alzato… Un minuto - nessun problema… Un'ora - un braccio dolorante… Un giorno - paralizza il braccio… In ognuno di questi tre casi il peso del bicchiere non cambia. Cambia solo il tempo ... più il tempo passa, più diventa pesante… Lo stress e le preoccupazioni della vita sono come il bicchiere d'acqua… Se si pensa di meno a loro- non succede quasi nulla. Se si pensa di più- il cuore inizia a far male… Se stai pensando a loro per tutto il tempo - paralizzano la tua mente ... non puoi fare più nulla.
Ecco perché è importante alleviare lo stress… Quando arrivi a casa la sera, lascia fuori le tue preoccupazioni … Non portarle con te durante la notte… Metti giù il bicchiere!!!
domenica 24 marzo 2013
Domenica delle Palme
Un piccolo ramo d'ulivo
portato con gioia leggera,
come una bandiera,
da un bimbo innocente,
è la più bella preghiera di pace.
portato con gioia leggera,
come una bandiera,
da un bimbo innocente,
è la più bella preghiera di pace.
venerdì 22 marzo 2013
Gastone
"Vi
siete mai chiesti di chi è il merito quando il cielo è azzurrino e
l'aria è trasparente come vetro? Quando non c'è una sola nuvola in cielo
a intralciare i raggi del Sole?
Ecco, in quei giorni dovremmo ringraziare Gastone.
Gastone è un omino che con grande impegno ogni mattina libera il cielo dalle intemperie. Di mestiere fa lo spazzino dei cieli. Di piccola statura, porta lunghi baffi a manubrio e ha grandi piedi per compiere interminabili camminate da una parte all'altra del cielo.
Si alza presto la mattina, prima del Sole e, dopo aver riordinato la sua modesta casetta, si avvia per le strade celesti con la sua grande scopa. Spazza di qua, spazza di là. Non deve rimanere neanche una nuvola in giro. Non uno sbuffo di vento, una pallina di ghiaccio, proprio niente".
da un racconto di Vanessa Sorrentino, "Gastone spazzino dei cieli", in "Mondo Fantastico", Bazzano, Artebambini, 2011.
Immagine: Giuseppe Boaretto, "È difficile dipingere il cielo", 1992.
Fonte: www.giuseppeboaretto.com
Ecco, in quei giorni dovremmo ringraziare Gastone.
Gastone è un omino che con grande impegno ogni mattina libera il cielo dalle intemperie. Di mestiere fa lo spazzino dei cieli. Di piccola statura, porta lunghi baffi a manubrio e ha grandi piedi per compiere interminabili camminate da una parte all'altra del cielo.
Si alza presto la mattina, prima del Sole e, dopo aver riordinato la sua modesta casetta, si avvia per le strade celesti con la sua grande scopa. Spazza di qua, spazza di là. Non deve rimanere neanche una nuvola in giro. Non uno sbuffo di vento, una pallina di ghiaccio, proprio niente".
da un racconto di Vanessa Sorrentino, "Gastone spazzino dei cieli", in "Mondo Fantastico", Bazzano, Artebambini, 2011.
Immagine: Giuseppe Boaretto, "È difficile dipingere il cielo", 1992.
Fonte: www.giuseppeboaretto.com
Una proposta
Mario Polito, "Le virtù del cuore. Le emozioni a scuola e nella vita", Vannini Editrice, Gussago (BS), 2012.
Psicologo, psicoterapeuta e pedagogista, Mario Polito pubblica un grosso volume per la collana di cittadinanza interculturale “Agorà-Didattica” di Vannini editore. Lo dedica a genitori, insegnanti, studenti e più in generale a tutti coloro che hanno a cuore l’educazione dei giovani, perché variamente coinvolti nella costruzione del futuro, in termini di gestione del sapere e del senso di responsabilità e rispetto verso se stessi e gli altri.
Un simile obiettivo, si dice nel testo, può esser raggiunto grazie allo sviluppo di alcune qualità umane nella vita in comune (di classe e di sezione): coraggio, assertività, autocontrollo, equilibrio emotivo, senso di giustizia ed empatia. Basta uno sguardo all’indice per capire che l’analisi è dettagliata e le proposte, le esemplificazioni assai corpose, riferite utilmente all’ambiente scolastico: si parte dalla formazione della consapevolezza e di un adeguato vocabolario emotivi. Attraverso la conquista e la maturazione delle qualità sopra esposte (con esercizi ed esperimenti mirati) si arriverà infine alla costruzione della classe come comunità di apprendimento, dove l’esperienza emotiva di tutti, docenti e studenti, viene quotidianamente valorizzata.
Psicologo, psicoterapeuta e pedagogista, Mario Polito pubblica un grosso volume per la collana di cittadinanza interculturale “Agorà-Didattica” di Vannini editore. Lo dedica a genitori, insegnanti, studenti e più in generale a tutti coloro che hanno a cuore l’educazione dei giovani, perché variamente coinvolti nella costruzione del futuro, in termini di gestione del sapere e del senso di responsabilità e rispetto verso se stessi e gli altri.
Un simile obiettivo, si dice nel testo, può esser raggiunto grazie allo sviluppo di alcune qualità umane nella vita in comune (di classe e di sezione): coraggio, assertività, autocontrollo, equilibrio emotivo, senso di giustizia ed empatia. Basta uno sguardo all’indice per capire che l’analisi è dettagliata e le proposte, le esemplificazioni assai corpose, riferite utilmente all’ambiente scolastico: si parte dalla formazione della consapevolezza e di un adeguato vocabolario emotivi. Attraverso la conquista e la maturazione delle qualità sopra esposte (con esercizi ed esperimenti mirati) si arriverà infine alla costruzione della classe come comunità di apprendimento, dove l’esperienza emotiva di tutti, docenti e studenti, viene quotidianamente valorizzata.
lunedì 18 marzo 2013
domenica 17 marzo 2013
C'è un momento
C’è
un momento in cui finalmente impariamo a ridere di noi stessi. Ed
accettiamo che anche altri lo facciano, senza sentirci feriti. In quel
momento abbiamo fatto il salto di qualità, siamo cresciuti. Ci siamo
accettati, diventando padroni di noi stessi.
(Agostino Degas)
Dipinto: ( Arthur Sarnoff)
(Agostino Degas)
Dipinto: ( Arthur Sarnoff)
venerdì 8 marzo 2013
8 Marzo 2013
Fare la mamma è una roba difficile, per stomaci forti.
Quando sei incinta, non sei più padrona del tuo corpo: dentro di te tuo figlio
pretende attenzioni, riposo, cibi sani, risate, serenità… e tu non sei tu, tu
sei il tuo pancione, tu sei una pancia che cammina e che attrae gli sguardi di
tutti, e le mani di tutti, e le considerazioni (stupide) di tutti: lo sai che
se la pancia è bassa è un maschio? lo sai che se mangi le cipolle il bambino
piange? lo sai che non dovresti guidare la macchina?
Poi il bambino nasce e tu non sei nemmeno più la pancia che lo conteneva:
adesso sei l’attrice non protagonista, quella che nemmeno appare sulle
locandine, quella di cui nessuno ricorda il nome. E così, anche se hai ancora
il sedere grande come una portaerei, entri in una stanza e diventi
improvvisamente invisibile: nemmeno tua madre si ricorda di te, e finisci a far
da tappezzeria in casa tua, mentre amici e parenti ti strappano il neonato
dalle braccia e se lo rimpallano come un pallone da rugby.
Per fortuna c’è sempre qualcuno che sa fare la mamma meglio di te: ma lo sai
che lo vesti troppo o troppo poco? ma lo sai che il tuo latte non è buono? ma
lo sai che quando il bambino è stitico devi usare il gambo del prezzemolo?
Ma una mamma lo sa. Una mamma sa tutto.
Una mamma sa che il legame tra lei e il suo bambino è intenso e profondo e
atavico. E’ un legame che nasce da un odore, dal contatto di pelle, da un
suono. Un legame che nasce dai tessuti, dai pori, dalle cellule… un legame
desossiribonucleico.
Perchè una mamma è mamma tante volte: quando appaiono le due lineette rosa sul
test di gravidanza, quando partorisce, quando allatta, quando cambia un
pannolino, quando prepara il primo brodino, quando insegna a suo figlio a
ridere, a camminare, a parlare, a correre… ad essere una persona.
Una mamma rinasce durante ogni tappa di crescita del proprio bambino.
E quando il neonato è diventato un bimbo grande, una mamma rinasce di nuovo,
perchè sa che suo figlio non le appartiene, e che adesso appartiene al mondo a
cui lei lo ha consegnato.
Quando sei incinta, non sei più padrona del tuo corpo: dentro di te tuo figlio pretende attenzioni, riposo, cibi sani, risate, serenità… e tu non sei tu, tu sei il tuo pancione, tu sei una pancia che cammina e che attrae gli sguardi di tutti, e le mani di tutti, e le considerazioni (stupide) di tutti: lo sai che se la pancia è bassa è un maschio? lo sai che se mangi le cipolle il bambino piange? lo sai che non dovresti guidare la macchina?
Poi il bambino nasce e tu non sei nemmeno più la pancia che lo conteneva: adesso sei l’attrice non protagonista, quella che nemmeno appare sulle locandine, quella di cui nessuno ricorda il nome. E così, anche se hai ancora il sedere grande come una portaerei, entri in una stanza e diventi improvvisamente invisibile: nemmeno tua madre si ricorda di te, e finisci a far da tappezzeria in casa tua, mentre amici e parenti ti strappano il neonato dalle braccia e se lo rimpallano come un pallone da rugby.
Per fortuna c’è sempre qualcuno che sa fare la mamma meglio di te: ma lo sai che lo vesti troppo o troppo poco? ma lo sai che il tuo latte non è buono? ma lo sai che quando il bambino è stitico devi usare il gambo del prezzemolo?
Ma una mamma lo sa. Una mamma sa tutto.
Una mamma sa che il legame tra lei e il suo bambino è intenso e profondo e atavico. E’ un legame che nasce da un odore, dal contatto di pelle, da un suono. Un legame che nasce dai tessuti, dai pori, dalle cellule… un legame desossiribonucleico.
Perchè una mamma è mamma tante volte: quando appaiono le due lineette rosa sul test di gravidanza, quando partorisce, quando allatta, quando cambia un pannolino, quando prepara il primo brodino, quando insegna a suo figlio a ridere, a camminare, a parlare, a correre… ad essere una persona.
Una mamma rinasce durante ogni tappa di crescita del proprio bambino.
E quando il neonato è diventato un bimbo grande, una mamma rinasce di nuovo, perchè sa che suo figlio non le appartiene, e che adesso appartiene al mondo a cui lei lo ha consegnato.
giovedì 7 marzo 2013
Filastrocca della meraviglia
La Dada pasticciona, consiglia a tutti gli insegnanti di leggere questa poesia ogni mattina, prima di entrare in classe
La meraviglia è un dono rotondo
Che va e ritorna fra gli occhi ed il mondo
Gli occhi la spargono su fiori e prati
E poi li guardano meravigliati
Gli occhi la spalmano sopra le cose
E poi le trovano meravigliose
La meraviglia sta in quello che guardi?
Oppure sta nei tuoi sguardi?
Sta nelle cose che vedi e che tocchi?
O nelle mani e negli occhi?
La meraviglia è vicino e lontano
è a metà strada fra il fiore e la mano
è nella prosa, è nella rima
è nella rosa che viene prima
è nel silenzio che viene dopo
Nelle parole che non hanno scopo
Nella dolcezza dopo aver pianto
Nel fiato preso prima di un canto
Nel passo indietro prima del salto
Nell'uomo basso che guarda in alto
Nell'uomo alto che guarda altrove
Negli orizzonti del non si sa dove
Nel crac aprendo un guscio di noce
Nel buio vivido dopo la luce
è la vigilia di tutte le cose
è la vendemmia di tutte le rose
è questo mondo quando ci assomiglia
La meraviglia
Il Magopovero ne ha in abbondanza
La dona tutta e non resta mai senza
Perché conosce un antico mistero
Semplice e vero
Quando i bambini sono noiosi
Sono annoiati
Quando gli artisti son meravigliosi
Son meravigliati.
Che va e ritorna fra gli occhi ed il mondo
Gli occhi la spargono su fiori e prati
E poi li guardano meravigliati
Gli occhi la spalmano sopra le cose
E poi le trovano meravigliose
La meraviglia sta in quello che guardi?
Oppure sta nei tuoi sguardi?
Sta nelle cose che vedi e che tocchi?
O nelle mani e negli occhi?
La meraviglia è vicino e lontano
è a metà strada fra il fiore e la mano
è nella prosa, è nella rima
è nella rosa che viene prima
è nel silenzio che viene dopo
Nelle parole che non hanno scopo
Nella dolcezza dopo aver pianto
Nel fiato preso prima di un canto
Nel passo indietro prima del salto
Nell'uomo basso che guarda in alto
Nell'uomo alto che guarda altrove
Negli orizzonti del non si sa dove
Nel crac aprendo un guscio di noce
Nel buio vivido dopo la luce
è la vigilia di tutte le cose
è la vendemmia di tutte le rose
è questo mondo quando ci assomiglia
La meraviglia
Il Magopovero ne ha in abbondanza
La dona tutta e non resta mai senza
Perché conosce un antico mistero
Semplice e vero
Quando i bambini sono noiosi
Sono annoiati
Quando gli artisti son meravigliosi
Son meravigliati.
(Tognolini)
lunedì 4 marzo 2013
domenica 3 marzo 2013
giovedì 28 febbraio 2013
mercoledì 27 febbraio 2013
domenica 24 febbraio 2013
sabato 23 febbraio 2013
martedì 19 febbraio 2013
Una rilettura originale del libro di Collodi
Trama Pinocchio
http://cinema-tv.corriere.it/film/pinocchio/07_52_54.shtml
Il falegname Geppetto si costruisce un burattino da un ciocco di legno e
lo chiama Pinocchio. Non appena però gli mette le gambe, il burattino
scappa in strada e viene afferrato da due carabinieri che poi, non
capendo il perché della fuga, arrestano Geppetto e lo portano in
prigione. Pinocchio, rientrato in casa, incontra il Grillo-parlante che
lo rimprovera per il suo cattivo comportamento. Il burattino, per tutta
risposta, lo schiaccia contro il muro e si mette a dormire davanti al
camino: il fuoco gli brucia i piedi e Geppetto, liberato dai
carabinieri, glieli ricostruisce.
L'atroce fine dei visoni da pellicciaNutriti con un tubo, uccisi in camera a gas
Costretti a mangiare poltiglia, poi ammazzati a centinaia dentro un frigorifero collegato allo scarico di un trattore
Decine di migliaia di visoni chiusi in gabbie piccole e strette, allevati in maniera intensiva per poi essere uccisi e trasformati in pellicce da indossare. Con queste scioccanti immagini è andato in onda ieri sera l’ultimo servizio di Edoardo Stoppa, l’inviato «Fratello degli Animali» di «Striscia la notizia», che ha voluto documentare le orribili condizioni di tante vite predestinate a una morte certa in nome dell’abbigliamento.
LAVORO INVESTIGATIVO - A supportare Stoppa e il suo staff in questo delicato lavoro di inchiesta c’erano ancora una volta «Nemesi Animale» ed «essereAnimali», associazioni italiane che da diversi anni si battono per le libertà e la salvaguardia dei diritti degli animali. Sono stati loro che, attraverso un minuzioso lavoro di investigazione durato oltre un anno e mezzo, hanno censito e documentato la situazione degli ultimi sedici allevamenti di animali da pelliccia sopravvissuti in Italia. «Con questo lavoro abbiamo voluto far sì che ogni persona che indossi oggi una pelliccia possa rendersi conto delle sofferenze inutili a cui sono stati sottoposti dei poveri animali innocenti, colpevoli soltanto di essere dotati di un pelo che ancor oggi attrae molti produttori di vestiti», hanno commentato gli attivisti delle due associazioni.FILMATO SULLE CRUDELTÀ - Il filmato trasmesso da «Striscia la notizia» e che Corriere.it presenta in esclusiva nella sua forma integrale (GUARDA), mostra in tutta la sua crudeltà il modo con cui vengono allevati i visoni negli stabilimenti intensivi, dove a nutrirli è un tubo che esce da un trattore e che attraverso la rete metallica delle gabbie somministra loro una poltiglia di carne che in centinaia debbono contendersi per sfamarsi.
NELLA CAMERA A GAS - Quello stesso tubo si trasformerà poi nel loro boia: giunto il momento di abbatterli, centinaia alla volta, vengono stivati all’interno di un vecchio frigorifero, collegato direttamente allo scarico del trattore così da farlo diventare una vera e propria camera gas, ultimo atto di un dramma scritto fin dall’inizio. “Il nostro auspicio è che l’Italia possa prendere esempio dall’Olanda, l’ultima nazione che – accodandosi a molte altre – ha deciso di vietare sul proprio territorio nazionale l’attività di allevamenti di questo tipo», hanno fatto sapere da «Nemesi Animale» ed «essereAnimali».
Redazione Online
lunedì 18 febbraio 2013
Pillole
“Il modo migliore per allietare te stesso è cercare di rallegrare qualcun altro”.
Mark Twain (pseudonimo di Samuel Langhorne Clemens, 1835 – 1910)
--
P.Sandro Curotti, cs.
domenica 17 febbraio 2013
venerdì 15 febbraio 2013
Il marcio e il caos
- Corriere della Sera >Editoriali >Il marcio e il caos Forse il Consiglio superiore della Magistratura dovrebbe disporre un'indagine statistica per accertare se questa storia della giustizia a orologeria è vera o no. Se è vero, cioè, che in momenti politici particolarmente delicati, come una campagna elettorale, l'attivismo delle procure si intensifica e gli ordini di custodia cautelare fioccano. Certo è che negli ultimi giorni il tintinnar di manette si è sentito, eccome. Ma è provenuto da luoghi così distanti tra loro e per inchieste così diverse l'una dall'altra che è difficile credere all'ipotesi della «manona giudiziaria» di cui ha parlato Silvio Berlusconi. Più che al disegno intelligente di un deus ex machina che manovra dall'alto le inchieste, sembra piuttosto di assistere a un vero e proprio caos organizzato, all'incrociarsi casuale ma micidiale delle tre debolezze del sistema-Italia: una corruzione dilagante, una politica declinante, una giustizia debordante.
- La corruzione dilagante è sotto gli occhi di tutti. C'è del
marcio in Italia, e questo è un fattore killer per la nostra economia. I
capitali esteri non arrivano anche perché sanno che da noi si paga il
pizzo, la tangente, la mancia; che si può essere scavalcati da un
concorrente solo perché gioca sporco; che la trasparenza nei confronti
del mercato non è la Bibbia del nostro capitalismo di relazioni (è con
l'accusa di comunicazioni truffaldine e aggiotaggio che è stato
arrestato ieri il finanziere Alessandro Proto). Il coinvolgimento
contemporaneo di tre grandi aziende come Monte dei Paschi, Eni e
Finmeccanica in vicende nelle quali la governance è sotto accusa, depone
male per il Paese non meno del debito pubblico. La domanda che circola
nel mondo è: ci si può fidare di voi? È un costo in più del
rischio-Italia. La corruzione è così dilagante che talvolta rischiamo di
perseguire come tale anche ciò che altrove è considerato solo lobbismo,
dandoci ulteriormente la zappa sui piedi. Il confine è molto sottile,
ma i nostri magistrati dovrebbero seguire il criterio dell'applicazione
«ragionevole» della norma, suggerito più volte dalla Consulta.
La politica declinante è invece lo sfondo di questo giudizio
universale. Un regime politico al tramonto è la riserva di caccia ideale
per gli inquirenti, perché le loro prede perdono protezione e spesso
anche lucidità. Fu così anche nel crollo della Prima Repubblica: prima
venne la vittoria elettorale della Lega, che mandò in tilt il sistema, e
solo dopo le inchieste di Tangentopoli, che gli assestarono il colpo di
grazia. Quel che oggi accade a Finmeccanica, il cui capo azienda è
stato arrestato, allora toccò all'Eni con i quattro mesi di carcerazione
preventiva per Gabriele Cagliari, finiti con un tragico suicidio. Se
allora fu l'emergere della Lega a consentire ai magistrati di attaccare
un feudo del potere socialista, oggi è il declinare della Lega a
lasciare Orsi privo della protezione che l'aveva portato fino alla guida
del gruppo.
In ogni caso, non c'è speranza di pulizia finché i vertici di grandi aziende con proiezione internazionale verranno scelti dalla politica per motivi politici. Si è visto a sinistra con il Monte dei Paschi di Siena, una banca gestita di fatto dal Pds-Ds-Pd. Si vede ora a destra con Finmeccanica, basta leggere come fu scelto il vertice secondo la testimonianza di uno dei papabili: «Letta e Berlusconi erano per la mia nomina, Tremonti non era in disaccordo, solo la Lega spingeva per Orsi...». Il quale Orsi, appena nominato, provvide subito a spostare la sede legale di Alenia Aermacchi da Pomigliano d'Arco al Varesotto, terra natale di Maroni.
Infine c'è la giustizia debordante, antico male italiano che non sembra essere stato in alcun modo curato in questi vent'anni in cui pure la politica ha molto strepitato contro la magistratura. Innanzitutto c'è un uso disinvolto, insistito e spesso spettacolare della custodia cautelare. È difficile non chiedersi perché per inchieste che duravano da mesi (Finmeccanica e Monte Paschi), o per personaggi noti come Massimo Cellino e Angelo Rizzoli, si sia resa improvvisamente indispensabile la privazione della libertà personale. L'impressione è che la lentezza del sistema giudiziario stia convincendo più di un magistrato che l'unica condanna ottenibile sia quella dell'opinione pubblica, e che il mandato di cattura venga talvolta usato come una sentenza. A questo si aggiunge un sistema mediatico che sempre meno fa differenza tra sospetti e prove, un pubblico eccitabile che chiede giustizieri invece che giustizia, e uno star system che sempre più proietta le toghe celebri in politica. È un corto circuito che innesca un populismo giudiziario non meno pernicioso del populismo politico. Il quale, a dieci giorni dalle elezioni, sentitamente ringrazia.
Antonio Polito - 15 febbraio 2013 | 9:05
giovedì 14 febbraio 2013
mercoledì 13 febbraio 2013
Mercoledì delle ceneri
......buon mercoledi delle ceneri e buona quaresima ! P.Sandro.
Autore: Enrico Beraudo
L'origine del Mercoledì delle ceneri è da ricercare nell'antica prassi
penitenziale. Originariamente il sacramento della penitenza non era celebrato
secondo le modalità attuali. Il liturgista Pelagio Visentin sottolinea che
l'evoluzione della disciplina penitenziale è triplice: "da una celebrazione
pubblica ad una celebrazione privata; da una riconciliazione con la Chiesa,
concessa una sola volta, ad una celebrazione frequente del sacramento, intesa
come aiuto-rimedio nella vita del penitente; da una espiazione, previa
all'assoluzione, prolungata e rigorosa, ad una soddisfazione, successiva
all'assoluzione".
La celebrazione delle ceneri nasce a motivo della celebrazione pubblica della penitenza, costituiva infatti il rito che dava inizio al cammino di penitenza dei fedeli che sarebbero stati assolti dai loro peccati la mattina del giovedì santo. Nel tempo il gesto dell'imposizione delle ceneri si estende a tutti i fedeli e la riforma liturgica ha ritenuto opportuno conservare l'importanza di questo segno.
La teologia biblica rivela un duplice significato dell'uso delle ceneri.
1 - Anzitutto sono segno della debole e fragile condizione dell'uomo. Abramo rivolgendosi a Dio dice: "Vedi come ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere..." (Gen 18,27). Giobbe riconoscendo il limite profondo della propria esistenza, con senso di estrema prostrazione, afferma: "Mi ha gettato nel fango: son diventato polvere e cenere" (Gb 30,19). In tanti altri passi biblici può essere riscontrata questa dimensione precaria dell'uomo simboleggiata dalla cenere (Sap 2,3; Sir 10,9; Sir 17,27).
2 - Ma la cenere è anche il segno esterno di colui che si pente del proprio agire malvagio e decide di compiere un rinnovato cammino verso il Signore. Particolarmente noto è il testo biblico della conversione degli abitanti di Ninive a motivo della predicazione di Giona: "I cittadini di Ninive credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il sacco, dal più grande al più piccolo. Giunta la notizia fino al re di Ninive, egli si alzò dal trono, si tolse il manto, si coprì di sacco e si mise a sedere sulla cenere" (Gio 3,5-9). Anche Giuditta invita invita tutto il popolo a fare penitenza affinché Dio intervenga a liberarlo: "Ogni uomo o donna israelita e i fanciulli che abitavano in Gerusalemme si prostrarono davanti al tempio e cosparsero il capo di cenere e, vestiti di sacco, alzarono le mani davanti al Signore" (Gdt 4,11).
La semplice ma coinvolgente liturgia del mercoledì delle ceneri conserva questo duplice significato che è esplicitato nelle formule di imposizione: "Ricordati che sei polvere, e in polvere ritornerai" e "Convertitevi, e credete al Vangelo". Adrien Nocent sottolinea che l'antica formula (Ricordati che sei polvere...) è strettamente legata al gesto di versare le ceneri, mentre la nuova formula (Convertitevi...) esprime meglio l'aspetto positivo della quaresima che con questa celebrazione ha il suo inizio. Lo stesso liturgista propone una soluzione rituale molto significativa: "Se la cosa non risultasse troppo lunga, si potrebbe unire insieme l'antica e la nuova formula che, congiuntamente, esprimerebbero certo al meglio il significato della celebrazione: "Ricordati che sei polvere e in polvere tornerai; dunque convertiti e credi al Vangelo".
La celebrazione delle ceneri nasce a motivo della celebrazione pubblica della penitenza, costituiva infatti il rito che dava inizio al cammino di penitenza dei fedeli che sarebbero stati assolti dai loro peccati la mattina del giovedì santo. Nel tempo il gesto dell'imposizione delle ceneri si estende a tutti i fedeli e la riforma liturgica ha ritenuto opportuno conservare l'importanza di questo segno.
La teologia biblica rivela un duplice significato dell'uso delle ceneri.
1 - Anzitutto sono segno della debole e fragile condizione dell'uomo. Abramo rivolgendosi a Dio dice: "Vedi come ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere..." (Gen 18,27). Giobbe riconoscendo il limite profondo della propria esistenza, con senso di estrema prostrazione, afferma: "Mi ha gettato nel fango: son diventato polvere e cenere" (Gb 30,19). In tanti altri passi biblici può essere riscontrata questa dimensione precaria dell'uomo simboleggiata dalla cenere (Sap 2,3; Sir 10,9; Sir 17,27).
2 - Ma la cenere è anche il segno esterno di colui che si pente del proprio agire malvagio e decide di compiere un rinnovato cammino verso il Signore. Particolarmente noto è il testo biblico della conversione degli abitanti di Ninive a motivo della predicazione di Giona: "I cittadini di Ninive credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il sacco, dal più grande al più piccolo. Giunta la notizia fino al re di Ninive, egli si alzò dal trono, si tolse il manto, si coprì di sacco e si mise a sedere sulla cenere" (Gio 3,5-9). Anche Giuditta invita invita tutto il popolo a fare penitenza affinché Dio intervenga a liberarlo: "Ogni uomo o donna israelita e i fanciulli che abitavano in Gerusalemme si prostrarono davanti al tempio e cosparsero il capo di cenere e, vestiti di sacco, alzarono le mani davanti al Signore" (Gdt 4,11).
La semplice ma coinvolgente liturgia del mercoledì delle ceneri conserva questo duplice significato che è esplicitato nelle formule di imposizione: "Ricordati che sei polvere, e in polvere ritornerai" e "Convertitevi, e credete al Vangelo". Adrien Nocent sottolinea che l'antica formula (Ricordati che sei polvere...) è strettamente legata al gesto di versare le ceneri, mentre la nuova formula (Convertitevi...) esprime meglio l'aspetto positivo della quaresima che con questa celebrazione ha il suo inizio. Lo stesso liturgista propone una soluzione rituale molto significativa: "Se la cosa non risultasse troppo lunga, si potrebbe unire insieme l'antica e la nuova formula che, congiuntamente, esprimerebbero certo al meglio il significato della celebrazione: "Ricordati che sei polvere e in polvere tornerai; dunque convertiti e credi al Vangelo".
Autore: Enrico Beraudo
lunedì 11 febbraio 2013
L'ora 0
Tante le parole che oggi ho ascoltato, anche chi non sa parla..., ma c'è stata una voce semplice di una piccola suora che ha detto: solo il Papa e Dio sanno veramente come stanno alle cose!
domenica 10 febbraio 2013
sabato 9 febbraio 2013
L'Ordine di Malta compie 900 anni
Parcheggio a San Pietro - Le celebrazioni del 900° anniversario dal riconoscimento papale dell'Ordine di Malta sono diventate l'occasione per trasformare piazza S. Pietro in un gigantesco parcheggio, come certifica il pass esposto da questa autovettura. Per il millenario possiamo aspettarci di vedere S. Pietro trasformato in basilica «drive-in»? (foto e testo del lettore Paolo Cerino)
"Eravamo noi quelli che abbiamo invaso S.Pietro" dice Rossano sempre e comunque ancora tra i volontari dell'Ordine di Malta!
venerdì 8 febbraio 2013
Non sappiamo più educare?
Scuola Genitori: tre noti specialisti anticipano i temi delle loro «lezioni» nella Sala della Provincia
Genitori nella sala della Provincia in via Corridoni
MILANO - La sala della Provincia, in via Corridoni, 530 posti, era
piena. Sul palco, però, non c'erano vip o personaggi dello spettacolo,
ma un pedagogista piacentino, Daniele Novara, che gira l'Italia con un
format speciale: «la Scuola Genitori». L'idea di «riportare» sui banchi
di scuola mamme e papà serpeggia da tempo in Europa. Grande clamore, lo
scorso anno, per i corsi di «parenting» fortemente voluti da David
Cameron, primo ministro del Regno Unito, che con flemma britannica aveva
sottolineato: «È ridicolo che si passino ore e ore a imparare a guidare
o a usare un computer e quando si ha un figlio si debba improvvisare.
Si può e si deve insegnare anche ad essere buoni genitori». Gli errori educativi delle nuove generazioni di mamme e papà sono un tasto dolente. Novara rivela di aver pensato a una scuola «niente compiti né lavagna, solo incontri con specialisti» dopo alcuni sondaggi realizzati dal suo istituto, il Centro Psicopedagogico per la Pace e la Gestione dei Conflitti. Lo scenario emerso dalle risposte era desolante: bambini ancora nel lettone fuori tempo massimo, in prima elementare; bambini di cinque anni che cenano davanti alla televisione; bambini incapaci di restare in silenzio mentre parlano gli adulti. «Negli ultimi dieci anni si è creato un default educativo - dice - bisogna correre ai ripari».
Dopo Bergamo, Cuneo, Genova, l'Alto Garda, il percorso di orientamento «Scuola Genitori- Fare squadra per educare i figli» è approdato, per la prima volta, anche a Milano. Il calendario, dopo l'avvio di Daniele Novara, prevede tre incontri, uno al mese da febbraio ad aprile. In cattedra tre fra i più noti esperti di psicologia infantile: Silvia Vegetti Finzi, Gustavo Pietropolli Charmet, Fulvio Scaparro.
Il primo appuntamento, con Silvia Vegetti Finzi, è il prossimo giovedì. Tema della serata: «I figli tirannici: istruzioni per l'uso». «Oggi la famiglia ha poco tempo per stare insieme, si disperde dopo la prima colazione e si ritrova solo di sera - racconta la psicologa - Il tempo diventa così prezioso che si rinuncia ad educare, a dire no, a spiegare. Una scorciatoia per evitare musi lunghi e discussioni, ma che mette, di fatto, tutti i membri della famiglia su uno stesso piano». Il risultato? Piccoli che crescono spaesati, senza l'idea del cosa è giusto fare e cosa no, non abituati alla disciplina e quindi in difficoltà appena varcano la soglia della scuola. La soluzione? «Semplice: i genitori devono essere autorevoli, le regole ci vogliono. Poche e non contraddittorie. E se vengono trasgredite ci vuole la sanzione, proporzionata al fatto commesso e all'età. Senza queste sponde, che contengono l'ansia e danno sicurezza, si lascia campo libero all'onnipotenza infantile. Che, dilagando, genera tirannia».
La nuova figura paterna, così distante da quella autoritaria di poche generazioni fa, è al centro dell'incontro «La funzione del padre nei compiti evolutivi dei figli» condotto dallo psicoterapeuta Gustavo Pietropolli Charmet il 7 marzo. «Ci sono papà molto accudenti ma poco normativi - sottolinea subito lo specialista - La qualità della relazione è alta, ma la morbidezza eccessiva non fornisce ai figli la mappa regolativa del vivere. Si sono liberati dai modelli del passato ma faticano ancora a sviluppare un'azione educativa sicura». Sotto i riflettori anche gli ideali eccessivi. «Sul figlio così amato e valorizzato - sostiene - il rischio di una proiezione elevata è molto alto. Il risultato appare durante l'adolescenza: le aspettative non corrisposte provocano delle grandi fragilità».
Il 4 aprile, infine, Scuola Genitori porta tra i banchi il tema del progetto educativo che non deve interrompersi dopo una separazione. Il concetto è chiaro: «mamma e papà» è per sempre. A parlarne sarà Fulvio Scaparro, lo psicoterapeuta che ha diffuso in Italia la mediazione familiare. «Conflittualità molto aspre mettono a dura prova la possibilità di riconoscersi ancora nelle reciproche funzioni educative - ammette - Ma i compiti genitoriali rimangono, anche se l'amore finisce. Il rancore va superato, attivando nuove risorse, per evitare di travolgere i figli che necessitano di sicurezza e continuità». Marta Ghezzi
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