sabato 31 marzo 2012

L'Ora della Terra: 60 minuti a luci spente per il pianeta

Dalle 20,30 alle 21,30 di sabato 31 marzo. Anche il Quirinale «al buio» per un quarto d'ora

MILANO - Adesioni da tutto il mondo per l'Ora della Terra (Earth Hour), un'iniziativa lanciata dal Wwf per sensibilizzare il mondo intero sui temi ambientali. Dalle 20.30 alle 21.30 di sabato 31 marzo, tutti sono invitati a spegnere le luci elettriche per riflettere sui cambiamenti climatici, sul consumo di energia e sulla possibilità di un futuro sostenibile per l'intero pianeta. Lo scorso anno hanno partecipato 5.200 città in 135 nazioni.

ITALIA - Sarà Roberto Bolle a dare il via agli spegnimenti italiani a Castel Sant’Angelo insieme a Fulco Pratesi, presidente onorario del Wwf Italia, e a Jim Leape, direttore generale del Wwf International. La presenza di Bolle, primo ballerino della Scala, è particolarmente significativa perché per la prima volta parteciperà all'iniziativa anche il teatro milanese. Accanto ai testimonial a Roma, 128 «donatori di energia» in bicicletta alimenteranno il concerto-spettacolo dei Têtes de Bois «Palco a pedali–Goodbike» con Elisa e Niccolò Fabi come ospiti, il primo eco-spettacolo al mondo in cui l’energia elettrica che illumina il palco e lo fa suonare viene interamente generata dall’energia di pedalatori volontari reclutati sul web. Al momento sono più di 350 i Comuni ad aver confermato la loro adesione. Oltre a Castel Sant’Angelo e il teatro alla Scala, si spegnerano anche la cupola di San Pietro a Roma, piazza San Marco a Venezia, la Torre di Pisa, a Firenze il Duomo, il Battistero e Ponte Vecchio, la Mole Antonelliana di Torino, i Sassi di Matera, l’Acquario di Genova, la Valle dei Templi di Agrigento, alcuni dei principali beni del Fondo ambiente italiano (Fai). Parteciperanno anche i nove Comuni premiati dal Wwf per le buone pratiche di sostenibilità urbana nell’ambito del concorso «Reinventiamo le città».

QUIRINALE - Anche la presidenza della Repubblica aderisce con lo spegnimento dalle 20 alle 20.15 dell'illuminazione della facciata esterna del Quirinale.
SPORT - Grande adesione dal mondo dello sport: la Nazionale italiana di rugby, la Teramo basket che il 31 scenderà in campo con la maglietta dell’Ora della Terra. E hanno lanciato la loro chiamata alla sostenibilità anche Paola Saluzzi, gli Al Capone & Bungtbangt con il loro eco-rap e tutti gli ambasciatori delle edizioni precedenti tra cui Francesco Totti, Paola Maugeri, Massimiliano Rosolino, Marco Mengoni, Francesco Facchinetti.
IMPRESE - All’appello di Earth Hour hanno risposto anche le imprese: tra le tante Cisco; Coin spegnerà le vetrine dei negozi in tutta Italia e il videowall di piazza Cinque Giornate a Milano, Dodo; I Provenzali; Mutti; Sofidel; Electrolux, Sigg; Berendsohn; Peroni; l'hotel Hilton Milan così come molti altri nel mondo della catena alberghiera; nei 51 ipermercati Auchan una delle insegne esterne rimarrà spenta per tutta la giornata e ogni ora le luci dei punti vendita si abbasseranno; le aziende di Agriturismo.it e le Fattorie del Panda organizzano cene a lume di candela per sabato sera.

 

venerdì 30 marzo 2012

E' finito

Questo pomeriggio consegna dei diplomi alle colleghe/amiche che insieme a me hanno voluto fare un corso accelerato di computer base.
Anche se non lo vogliamo accettare, è così che dobbiamo ragionare, verso una scuola innovativa, verso le TIC da applicare alla didattica.
E brave le mie colleghe, oggi si cimenteranno con il video digitale e poi riceveranno l'attestato di merito.
Quanto bisogna ancora imparare, hanno cominciato a capirlo strada facendo...ma io ho innescato la miccia...ora, si vedrà!!!

giovedì 29 marzo 2012

La battaglia tra l'oca e il passante

Massimiliano e Carlo, i padri che non fuggono

Massimiliano e Carlo non sono scappati. Sarebbe stato più facile fuggire dalle responsabilità e dalle fatiche di un figlio disabile. Sarebbe stato semplice varcare fisicamente la porta per non sentire più l’acuto stridore delle urla che trafiggono le orecchie e l’acre odore delle funzioni fisiologiche espletate in loco che punge le narici. Sarebbe stato più comodo trasferirsi e ricostruire un altro nucleo famigliare con figli che considerano “sani” (come ha raccontato Queen ann nel post il sesso dei disabili e l’abbraccio di una madre e ed è stato ribadito in tanti commenti dalle molte mamme H). No, loro sono ancora lì. Accanto al figlio più fragile.
Gli uomini sembra riescano meglio delle donne a recidere il cordone ombelicale che li unisce ai figli. Così nella disabilità come nella quotidianità. Non è necessario scomodare le statistiche per misurare il fenomeno. E’ sufficiente guardare alla stretta cerchia delle proprie amicizie per scoprire quante coppie scoppiate si contendono i figli e quante madri abbandonate crescono i loro cuccioli in solitaria e silenziosa autonomia. Ma la realtà parla anche di padri divorziati alla ricerca del modo di trascorrere ancora un po’ di tempo con i propri figli prima che questi siano troppo cresciuti (leggi i commenti della Lettera a un’adolescente da un padre disabile).
La realtà parla anche di Massimiliano e Carlo. Due padri diversi, più noto il primo Massimiliano Verga (leggi la storia sulla 27esimaora), che attraverso le pagine del libro Zigulì ha urlato e raccontato i dolori e le angosce di essere papà nella disabilità. Al lettore non ha risparmiato nulla di questa quotidianità famigliare. Nel libro accanto alla rabbia gridata spesso con forza, al senso di inadeguatezza, all’impotenza di fronte a una società che non vuole vedere e capire, Verga riesce a trasmettere i suoni, gli odori, le paure, le incertezza di chi è solo a combattere un “mostro” più grande di lui. Che piaccia o meno anche questa rabbia è simbolo dell’amore immenso che lega un padre a un figlio. (Leggi anche il commento di Franco Bomprezzi).
L’altro, Carlo, è l’esempio di tanti altri padri che vivono nell’ombra queste difficoltà (e che spero vogliano raccontarsi in questo blog). Conosciuto in una piccola cerchia di amici, non ha più tempo per sè e dedica ogni pensiero e ogni minuto libero dal lavoro al figlio tetraplegico. Non ha scritto un libro e forse non lo scriverà mai. Purtroppo. Ho incontrato Carlo e sua moglie una sera a cena e ho scoperto una famiglia che, nelle mille tensioni della quotidianità, rema in un’unica direzione, compatta e solidale.
Così Carlo e sua moglie sono, giorno dopo giorno, lì per il loro figlio. Nel loro cupo silenzio forse non hanno mai accettato che una malattia portasse via i movimenti del figlio, la sua adolescenza, il suo futuro da adulto indipendente. Carlo ha scelto, ha deciso con la moglie Maria di sovvertire la scala dei valori che la società impone, tornando a porre al centro della sua vita la famiglia e quel bambino un po’ cresciuto che in un eterno bozzolo non può sviluppare le ali per volarsene via. Carlo ha deciso: sarà le ali di suo figlio.

http://invisibili.corriere.it/2012/03/29/massimiliano-e-carlo-i-padri-che-non-fuggono/
leggete i commenti dei lettori, sono lezioni di vita

martedì 27 marzo 2012

«Perchè ospitiamo un bimbo dell'Est»

http://milano.corriere.it/milano/gallery/milano/03-2012/bene/1/perche-ospitiamo-bimbo-est_953688e0-7685-11e1-a3d3-9215de971286.shtml#1


«Ospitare un bambino dell'Est? Noi lo abbiamo fatto, ne vale la pena»

«Ospitare un bimbo dell’Est? Noi l’abbiamo fatto Ecco perché ne vale la pena». Quali possono essere le prime parole nella nostra lingua di una bambina rumena appena arrivata in Italia? «Ho fame», «ho sonno», «non voglio»?
Al suo terzo giorno a Milano Codruta, otto anni, ha spiazzato tutti: salendo in auto si è rivolta alla «mamma» italiana dicendole «Mettiti la cintura». Sorride Paola Baldacci raccontando, a distanza di un anno, l’episodio. Poi seriamente aggiunge: «Glielo ripetevo perché vedevo che lei non era abituata a farlo, ma è incredibile che un comando sia stata la prima espressione imparata».
I BAMBINIDELL'EST - Codruta vive in Romania, a Sighet, cittadina delle Alpi Transilvane, luogo natale del premio Nobel per la Pace Elie Wiesel. Vive in un orfanotrofio da quando aveva un anno. L’associazione Sos Bambini, di cui la signora Baldacci fa parte, segue da diversi anni l’istituto, che ospita settanta bambini, con progetti di aiuto a distanza. L’estate scorsa hanno deciso di fare un passo in avanti, ospitando alcuni bambini per un mese. Esperienza bellissima, che ripetono questo anno. Con più bambini e per un periodo più lungo. «Li ospiteremo a luglio e agosto», spiega. «Stiamo ancora cercando nuove famiglie disponibili ad aprire la porta di casa». Bambini dell’Est in Italia in estate.
CHERNOBYL - E’ iniziato ....http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/12_marzo_25/bambini-est-citta-bene-2003824812782.shtml

Marta Ghezzi

venerdì 23 marzo 2012

Intervista a Emilia Passaponti




Il 13 aprile, a Torino, si terrà il convegno "La scuola che guarda il futuro. Riflessioni e buone pratiche nella scuola dell'infanzia". Vi proponiamo un'esclusiva intervista a Emilia Passaponti, caporedattore della rivista "Scuola dell'infanzia", sul tema dell'educazione lingustica





Libertà va cercando… un bambino che disegna

00:44 sto per spegnere il computer, ma vengo attratta dall'ultima mail che la rivista Giunti  mi ha inviato. Mi dimentico dell'ora, comincio a leggere e non posso aspettare domani (ma è già domani!) e lo pubblico. Sono anni che combatto con questo modo chiuso di correggere, di accomodare, di giudicare i disegni dei bambini!
Finalmente ho la certezza, continuerò a perseverare nelle mie posizioni, mai cercare di interpretare il disegno dei bambini, lasciare a loro il tempo per raccontare, dire e quando non riescono a farlo, hanno comunque voluto comunicare qualcosa!

I disegni dei bambini sono opere aperte
alla comprensione del mondo. 
"Libertà va cercando che è sì cara…", scrive Dante nel primo canto del Purgatorio. La libertà non è data, va cercata. E questa ricerca porta verso una strada faticosa, “cara”, che può costare anche impegno, sforzo, rinuncia. Se c’è una parola amata, abusata, piegata, desiderata, questa parola è, nel nostro tempo, proprio la parola “libertà”. Essere liberi è aspirazione, necessità, desiderio, è tensione per tutti noi, ma è anche una eterna utopia. Essere liberi di pensare, di esprimersi, di agire, essere liberi da condizionamenti e da pressioni… È una utopia facile da dire, ma difficile da vivere.
“Disegnare liberamente” è stato uno slogan pedagogico in uso nella scuola italiana per molti anni. Un foglio, delle matite, un tempo e uno spazio parevano garanzia di libera espressione, di creatività grafica, di produzioni artistiche infantili.
Oggi tutti sappiamo che anche i bambini piccoli non sono “liberi” quando disegnano. Le loro produzioni risentono dei giudizi degli adulti, delle immagini che hanno visto, degli strumenti che hanno a disposizione, della situazione contestuale ecc. I bambini non sono liberi nel disegnare. Sono sempre culturalmente condizionati. L’educazione dovrebbe aiutarli a “liberarsi” dai condizionamenti, rendendoli freschi, elastici, relativi.
Sul come questo si possa fare, la discussione è aperta.
Sostanzialmente si confrontano due scuole: una propone di sviluppare l’efficacia comunicativa attraverso una ricerca “interiore”, soggetta solo ai limiti materiali del contesto. Una ricerca che ha lo scopo di allentare i legami con i condizionamenti ricevuti, con le paure dei giudizi… È la strada – ad esempio – che si segue nei closlieu (atelier) di Stern, dove la ripetizione, la lentezza, la calma, insegnano ai bambini a “non sfiorare le cose” che disegnano, ma anzi aiutano a ritornarci sopra, a ripetere ancora una volta lo stesso schema, a sviluppare la passione per le rappresentazioni che stanno facendo. Questa “liberazione” del “mondo interno”, in una situazione accogliente e non valutativa, rafforza la sicurezza e rende la persona “felice come un bambino che dipinge”.
L’altra scuola di ricerca di “libertà” espressiva si basa sul confronto esterno, su un rapporto triangolare fra bambino, il proprio mondo interno e il confronto con artisti che hanno trovato un loro personale modo per esprimere il loro “mondo interno”. Con questa tendenza si discute se “tutte” le epoche artistiche possano essere comprese dai bambini o se occorra avvicinarli prevalentemente alle opere degli artisti contemporanei. Le opere che vengono utilizzate sono comunque osservate, spiegate, discusse, scomposte, rielaborate, “rubate” tecnicamente. Da questo lavoro deriva non solo il piacere di ottenere dei risultati gustosi e stimolanti, ma soprattutto la consapevolezza che per raccontare con le immagini la ricerca della verosimiglianza non è l’unico percorso possibile. Esistono oggi molti luoghi, anche fuori dalla scuola (musei dei bambini, laboratori d’arte ecc.), dove si può “girare attorno all’arte” (per usare un’efficace immagine di De Bartolomeis).

Sviluppare la competenza comunicativa

In tutti e due queste strade l’attenzione è rivolta ad alleggerire i bambini dal peso dei condizionamenti culturali che essi incontrano quotidianamente, per raggiungere una competenza comunicativa efficace. Il disegno, inteso come comunicazione, richiede la capacità di saper distinguere fra linguaggio denotativo (che è descrittivo) e linguaggio connotativo (che è legato ai pensieri e alle emozioni che “alterano” la descrizione “oggettiva” delle cose). Disegnare è un atto comunicativo interno/esterno che mette in relazione con se stessi o con gli altri, necessita dunque di tutte e due i linguaggi. Il dramma/dilemma di ogni bambino che disegna è cercare di dar forma a qualcosa di personale (e come tale sempre un po’ indefinito, nebuloso, mutevole) attraverso forme che consentano di mostrare in chiaro ciò che vuol rappresentare (per questo si devono usare gli schemi, gli script, gli stereotipi).
Il paradosso rappresentativo – rendere precisa una cosa imprecisa – produce, nei piccoli disegnatori, frustrazioni (“non si capisce quello che hai fatto”, “è un cappello”, dicono i grandi al Piccolo Principe, e invece era “un boa che digeriva un elefante”) e lodi (“che bel disegno”, “sembra proprio una casa”…). Questa inquietante oscillazione è una delle ragioni che frenano la produzione grafica man mano che i bambini crescono.
Nelle rappresentazioni infantili (ma anche in quelle adulte a carattere artistico) non è possibile rappresentare tutto ciò che si vuol comunicare. Non esiste una casa che possa essere resa visibile nella sua completezza. Se voglio far vedere com’è “una” casa posso usare degli stereotipi (ma allora non svolgo una ricerca artistica, realizzo un’opera denotativa). Se voglio far vedere la “mia” casa, la cosa è più complicata. Perché la mia casa non ha soltanto una forma caratteristica che in qualche modo la differenzia dagli altri, ma è anche una casa che io percepisco non soltanto con gli occhi. La mia casa non è la fotografia di una casa, ma è la mia interazione con la casa. Io guardo la mia casa mentre ci vivo dentro. E se ci vivo la sento pulsare, ne percepisco i rumori, gli odori, ne respiro l’aria famigliare… E allora la casa si arricchisce di attributi “impalpabili”. Come si disegna una casa rumorosa? Una casa triste? E una felice? E una odorosa del pranzo della domenica?

Il gioco del come se…

Dilemmi, che non è facile risolvere, neppure per un adulto. Per sfuggire al dramma dell’imprecisione, i bambini usano alcuni meccanismi della comunicazione linguistica. Una casa rumorosa? È “come” una stazione ferroviaria, e la fanno assomigliare a un treno. Una casa triste? È “come” un albero senza foglie. E il vento? “È come un orso, mi fa paura”, dice Marco che ha appena tre anni e sta disegnando una casa mentre tira un forte vento.
Di fronte all’impossibilità di comunicare “tutto” e con esattezza, i bambini chiedono aiuto alle similitudini e alle metafore, aggiungendo così evocazione all’imprecisione, ed esponendo ciò che loro producono a una lettura ancora più “imprecisa”. I loro disegni diventano “un’opera aperta”, come ha scritto diversi anni fa Umberto Eco. Quello che meraviglia noi adulti è che, anche a livelli di età molto bassi, i bambini trovino maniere grafiche “curiose”, non solo alterando (nelle dimensioni o nei colori) gli elementi rappresentati, ma presentandoci situazioni in forma di similitudine se non di vera e propria metafora.
Il disegno di Giulia (4 anni) è significativo in tal senso e vale la pena osservarlo, seguendo le sue spiegazioni. Nell’illustrazione possiamo vedere una bambina in mezzo a sei fiori. I fiori di sinistra sono le sue amiche. Le ha disposte in ordine di importanza, riconoscibile dall’altezza dei fiori.
L’amica-fiore che sta nel mezzo, è colorata di nero perché ha da poco litigato con lei a causa di un bambolotto.
I tre fiori di destra sono gli altri componenti della famiglia. La mamma è il fiore più alto perché “è sempre buona e sorride sempre”. Il papà sta nell’angolo di destra “perché è sempre via al lavoro ed è sempre arrabbiato” (da qui il colore blu). Giulia dice che ha fatto le mani grandi per abbracciare tutti e che i fili che escono dalla sua testa sono i suoi pensieri. Lei pensa tutti e due i gruppi e quando è con loro è felice e le sembra di volare (e in effetti la sua immagine non tocca terra).

La guida degli adulti

Le “opere aperte” dei bambini presentano spesso dei tentativi di comunicazione che utilizzano spostamenti e parallelismi, come avviene in molte opere artistiche. Se così stanno le cose, dobbiamo dire che i bambini vanno aiutati a disegnare l’esplicito e l’implicito, il visivo e il percettivo, lo statico e il mutevole, il realistico e il simbolico (che è poi la ricerca costante che fanno anche gli artisti adulti). Chi disegna va aiutato a divenire “libero” dai condizionamenti e dagli stereotipi. E dobbiamo anche dire che – anche al di là delle strade che didatticamente si perseguono –, i bambini vanno aiutati a sentirsi “liberi” di ricercare forme comunicative efficaci, anche se contengono accostamenti e allusioni poco rispondenti alle raffigurazioni canoniche.
Ogni bambino va aiutato a disegnare in maniera personale, unica, irripetibile. In questo lavoro di “liberazione” grafico-pedagogica, alla domanda che nello stesso canto del Purgatorio ci pone Dante Alighieri – “Chi vi ha guidati o chi vi fu lucerna?” – potremmo rispondere con chiarezza: “Ci ha guidati un adulto che ha avuto fiducia in noi, che ci ha ascoltati e che non ci ha giudicati. Un adulto che ci ha anche messo in dialogo con quanti altri (artisti o bambini) hanno provato a fare come noi”.
Gianfranco Staccioli, pedagogista, docente di Metodologie del gioco e dell’animazione all'Università di Firenze e Segretario Nazionale FITCEMEA

giovedì 22 marzo 2012

Una risata (ironica) sommergerà la disabilità

C’è chi mi ha definito “un ragazzo in gamba”, chi mi considera “senza spina dorsale”. Chi mi ha invitato “a fare quattro passi” e chi mi chiede di “sedermi a prendere un caffé”. Sono le prime gaffe che, “su due piedi”, mi vengono in mente.
Dopo dieci anni di sedia a rotelle, queste battute, se fatte con noncuranza e senza malizia, mi strappano un sorriso. Uno dei pochi vantaggi di vivere la disabilità è che posso affrontare un argomento tabù e spinoso con un’ironia che non sarebbe concessa a un non disabile. Senza falsi moralismi. Ridendo di gusto dell’imbarazzo di chi si accorge dell’errore e paonazzo tenta di mettere una pezza inutile.
Fantastici poi sono i bambini: trasparenti e senza filtri colpiscono dritti al cuore. Impensabile scappare dai tenerissimi occhi dei pargoli che scrutano pensosi e riflessivi la carrozzina. Li guardi e aspetti che dopo pochi secondi raggiungano l’adulto che li accompagna con in bocca la fatidica frase: “mamma guarda: un bimbo grande in passeggino”. Immancabilmente il volto della madre si tinge d’imbarazzo e alla genitrice non resta che balbettare “hai visto che bel negozio di giocattoli”. La fantasia di questi bimbi, che spesso saresti tentato di arrotare prendendo spunto dalle bighe romane al circo Massimo, non conosce confini.
Personalmente ricordo un “ma la smetti di fare il comodoso e mi rincorri”, o un “me la (la carrozzina n.d.r) presti” e un “perché quel signore si fa spingere (e tu genitore brutto e cattivo mi fai camminare invece di prendermi in braccio n.d.r)”. C’è poi chi, spaventato da quell’essere così strano che si avvicina su quattro ruote, si rifugia accanto ai genitori che gli spiegano: “è solo una persona seduta” cosa che vede benissimo anche il bambino, se fossi un drago con le scarpe se ne sarebbe già accorto. Oppure “è una persona malata” – invece sei sano tu che dai una spiegazione del genere.
Non mancano rassicurazioni del tipo “è stanco” come se tutte le persone stanche avessero una cadrega (sedia in milanese) gonfiabile nella borsa da utilizzare in caso di emergenza, oppure “sta solo giocando”. Tanto che ti verrebbe voglia di rispondere: “libera tutti che mo’ ti vengo a prender a calci”.
Sarebbe da scriverci un libercolo. Chi mi aiuta a scovare altri gaffeur?

http://invisibili.corriere.it/2012/03/22/una-risata-ironica-sommergera-la-disabilita/
 Sono molto intereressanti i commenti dei lettori

Acqua, sprechi e buone notizie Ma la siccità è una seria minaccia

Giornata mondiale dell'acqua

 

 

 

 Ogni 22 marzo, dal 1993, la comunità internazionale celebra la Giornata mondiale dell’acqua, dedicata quest’anno al tema Acqua e sicurezza alimentare. Voluto dall’Onu e coordinato dalla Fao, l’evento parla di sprechi e future necessità: al centro, l’acqua potabile, risorsa primaria attualmente preclusa all’11% della popolazione mondiale. Secondo l’ultimo rapporto Unicef-Oms, gli sforzi fatti sinora hanno portato a buoni risultati: primo tra questi, il raggiungimento dell’Obiettivo di sviluppo del millennio di dimezzare la percentuale di persone senza accesso alla preziosa risorsa. In anticipo rispetto alla deadline prevista, il 2015, la possibilità di servirsi di fonti d’acqua potabile migliorate (ovvero reti idriche e pozzi dove la qualità idrica viene controllata) sarebbe a disposizione, già da fine 2010, di 6,1 miliardi di persone. 

http://www.corriere.it/ambiente/speciali/2012/giornata-mondiale-acqua/notizie/sprechi-curzel_b91b9b4a-7277-11e1-a140-d2a8d972d17a.shtml 

mercoledì 21 marzo 2012

Parlando ancora di arcobaleno


                                           Per i miei bambini, per Davide che non ha mai visto l'arcobaleno, per tutti, un arcobaleno come piace a loro animato, che per essere visto ha bisogno di 2 elementi fondamentali:
Quali sono?

Mosca: nati tre cuccioli di orso polare

martedì 20 marzo 2012

Buona Primavera :-)

Anno bisestile, oggi l'equinozio: è trending topic su Twitter

 Siamo abituati a pensare che la primavera incominci il 21 marzo ma per gli astronomi quest'anno è incominciata oggi, 20 marzo (confesso di averlo scoperto perchè ho visto tra i trending topics di Twitter la parola chiave #Primavera e mi è venuto il dubbio).

Siamo in un anno bisestile per cui è oggi l'"Equinozio di Primavera" come spiega bene Newspedia: la parola equinozio deriva dal latino equi-noctis, cioè "notte uguale al giorno". L’ equinozio è il momento nel quale la durata del giorno è quasi uguale a quella della notte, perchè il sole sorge esattamente a est e tramonta esattamente a ovest. cioè la primavera astronomica (equinozio dal latino vuol dire notte uguale al giorno) e quindi la nuova stagione inizia oggi 20 marzo e non domani 21.

Per l'occasione, oltre a riprodurre la bella immagine che ha pubblicato oggi Google nella sua pagina introduttiva, aggiungo una foto scattata dal mio amico Salvatore (non gliel'ho chiesto, ma penso gli farà piacere), un vero amante della natura che ferma con colpi decisi del pennello nelle tele e nei dipinti ....  e Buona Primavera a tutti! :-)

Equinozio di Primavera 2012

lunedì 19 marzo 2012

Se la felicità arriva dopo i 40

La tesi del ricercatore Bainbridge: il cervello della mezza età è la macchina pensante più potente e flessibile che ci sia 

Un po' più grigi, un po' più lenti e più rugosi. Ma anche più stabili emotivamente, più felici e più intelligenti che in ogni altro periodo della nostra vita. Questo nuovo glorioso inno alla mezza età viene innalzato da David Bainbridge 42 anni, studioso di veterinaria all'università di Cambridge che con ardito salto di campo si è ora interessato agli umani, e precedendo con tecnica evolutiva ha concluso che il picco di soddisfazione e di capacità di analisi si trova proprio fra i 40 e i 60 anni, lontano dagli alti e bassi della gioventù e dai declini della vecchiaia.

 http://www.corriere.it/cronache/12_marzo_19/agnese-felicita-quaranta-anni_7bc16b5e-7195-11e1-b597-5e4ce0cb380b.shtml

 

Tornano le rondini, ma sono quasi dimezzate

L'ultimo tratto del viaggio è guidato da segni che ogni volatile ha mantenuto dentro di sé

 Secondo calcoli fatti dalla Lipu, in questi giorni 16 milioni di coppie di rondini saranno in viaggio dall'Africa all'Europa e molte si fermeranno in Italia. Non poche sono inoltre partite in anticipo per via dei cambiamenti climatici e anche per ciò sarà opportuno che trovino un ambiente accogliente.Le rondini purtroppo negli ultimi decenni sono calate del 40 per cento e le cause le conosciamo. Monocolture che hanno fatto sparire sia i residui spazi selvaggi che le pozze d'acqua, e poi ci sono meno bovini al pascolo, il che significa meno insetti, e le vecchie stalle sono state sostituite da costruzioni inadatte ad accogliere i loro nidi. Senza parlare della chimica insetticida e inquinante.Occorre dunque fare qualcosa e a tal fine Fulvio Mamone Capria, il presidente della Lipu, invita i Comuni a vietare il restauro degli edifici nel periodo della nidificazione, in special modo delle grondaie e dei sottotetti dove le rondini costruiscono i nidi o prevedono di trovare quelli dell'anno prima.L'arrivo delle rondini verrà inoltre seguito da un progetto educativo basato sul birdwatching. Basterà scorgere, per la prima volta in questa stagione, una rondine o una delle altre quattro specie-simbolo della primavera (rondone, gruccione, cuculo e cicogna bianca), collegarsi a www.springalive.net e inserire l'osservazione. Si creerà una mappa animata che ci consentirà di renderci conto di quanta primavera stia arrivando dal cielo. Sarà inoltre possibile verificare, per la precocità degli arrivi, l'effetto dei cambiamenti climatici.Che le rondini tornino sotto lo stesso tetto è un fenomeno di notevole rilievo. Per gran parte del viaggio sono guidate da un orientamento che istintivamente indica la giusta rotta. Poi, però, occorre una più personale sapienza. L'ultimo tratto è infatti guidato da piccoli segni che ogni rondine ha trattenuto dentro di sé. Ogni individuo ha scritto nella memoria ricordi diversi ed è perciò che ogni casa ha le sue rondini. Ed è anche perciò che ci è lecito dire: sono tornate le «mie» rondini. Il più bel modo per possedere animali selvaggi.

DANILO MAINARDI

L'aurora boreale vista dallo spazio

domenica 18 marzo 2012

Auguri Papà

Le loro vocine le avevo "catturate", per caso, mentre ripetevano la poesia per papà, poi mi sono ritrovata alcuni dei loro disegni ed ecco un piccolo-issimo regalo per papà.

venerdì 16 marzo 2012

Dolmen, menhir e “Tavole di san Giuseppe”

a Sereno Variabile  su Rai2  Sabato  17 marzo 2012 - 0re 17

Dolmen e menhir del “Giardino megalitico d’Italia” insieme ai piatti tipici delle “Tavole di san Giuseppe” di Giurdignano sono raccontati in  due “pillole” su “Sereno Variabile” da Simona Giacomelli per la regia di Andrea Campisi, sabato 17 marzo alle ore 17, su Rai2.
Le riprese sono state realizzate con l’assistenza di Pugliapromozione e la collaborazione del Comune e  della Pro Loco “Sant’Arcangelo de Casulis” di Giurdignano.
Intorno al Menhir San Paolo, infisso su uno sperone roccioso entro il quale è scavata l’edicola “a grotticella” con l’affresco di San Paolo protettore delle “tarantate” pizzicate dal morso del ragno velenoso,  Melania Angelino e  Federico Stefàno al ritmo del tamburello di Alberto Leo ballano la pizzica salentina. La guida turistica Francesca Vilei invece racconta il fascino di questi monumenti megalitici avvolti nel mistero degli usi religiosi e delle credenze popolari.
Dal simbolismo antico, quello della comunità degli agricoltori del Neolitico, a quello più contemporaneo rappresentato dal rito delle “Tavole di san Giuseppe” allestite come ex voto, per grazia ricevuta o richiesta. Le famiglie devote  al Santo come quella della ottantenne Giuseppina Marti preparano al forno di pietra  i grossi pani a ciambella decorati con  i simboli della Sacra Famiglia e dei  "Santi".
Il fascino del simbolismo del rito in onore di san Giuseppe è raccontato da Maria Grazia Caprino, presidente della Pro Loco, davanti alla suggestiva “Tavola” allestita  nella Cripta di san Salvatore (VIII  sec. d.C.) scavata nel banco tufaceo.
A Giurdignano le “Tavole” allestite in casa sono oltre una sessantina. Ai visitatori i devoti offrono "pucce" benedette, pampasciuni e fritti di san Giuseppe. Nei giorni della festa, il 18 sera  in piazza e a mezzogiorno del 19 marzo nelle case, i “Santi”, da 3 a 13, assaggiano piatti cotti e dolci: rape lesse, bucatini con miele e pan grattato, pesce fritto e zeppole.
 

giovedì 15 marzo 2012

La foto del giorno

Il cielo agli infrarossi - Mosaico di immagini dell'intero cielo ricavato dalle osservazioni di Wise (Wide-field Infrared Survey Explorer) della Nasa. Si tratta di un catalogo composto da oltre 18 mila immagini agli infrarossi di 560 milioni di oggetti stellari. Per la maggior parte si tratta di stelle e galassie, molte delle quali non erano mai state osservate prima. Il catalogo è il frutto di 14 anni di lavoro. Lanciato il 14 dicembre 2009, il progetto del satellite iniziò già nel 1998. La missione Wise non si è limitata però solo a stelle e e galassie, ma ha rivolto la propria attenzione anche agli asteroidi, in particolare quelli che potrebbero rappresentare una minaccia per il nostro pianeta, trovando il 90% dei cosiddetti Neo, Near-Earth Objects. Tra gli altri successi della missione Wise , la scoperta dei primi asteroidi Troiani della Terra, che precedono il pianeta sullo stesso piano orbitale (Reuters/Nasa/Jpl-Caltech/Ucla)

 Le altre foto: http://www.corriere.it/foto_del_giorno/scienze/index_201203.shtml

mercoledì 14 marzo 2012

Se guardate in cielo vedrete Venere e Giove in congiunzione

Il 15 marzo nella costellazione dell'Ariete. Ma il grande evento sarà a giugno il transito di Venere: il successivo solo nel 2117


L'allineamento (da Sky & Telescope)L'allineamento (da Sky & Telescope)
MILANO - Venere e Giove danno spettacolo nel cielo di queste notti con Luna e stelle brillanti nel buio. Ma i due pianeti sono anche protagonisti il 15 marzo di una congiunzione nella costellazione dell’Ariete per cui la loro distanza angolare si riduce al massimo. Già mercoledì sera sarà abbastanza evidente e raggiungerà il suo valore massimo di appena 3 gradi e 16 primi giovedì. Giove e Venere (il primo più in alto e l’altro più in basso) sono i due oggetti più visibili e luminosi guardando verso ovest-sudovest.
Garradd (Paolo Candy)Garradd (Paolo Candy)
COMETA GARRADD - Ma c’è anche una cometa a spingerci ad alzare gli occhi al cielo. È la C/2009 P1 Garradd in corsa verso il Sole da vari mesi e di cui pubblichiamo la bella foto scattata da Paolo Candy. Visibile con un piccolo binocolo nella zona circumpolare nelle prime ore della sera, mostra addirittura due code (una di gas l’altra di polveri) invece di una soltanto. MARTE - Intanto Marte è in questo mese in opposizione, cioè transita nello spazio più esterno (dalla parte opposta al Sole) e si trova nel punto più vicino alla Terra (100 milioni di chilometri). Ma ci sono opposizioni più favorevoli, come quella del 2018 quanto la sua orbita lo porterà a soli 57 milioni di chilometri. La situazione si ripete ogni 26 mesi. Queste settimane di marzo offrono l’opportunità non consueta di osservare bene cinque pianeti: Giove, Saturno, Venere, Marte e Mercurio.
E PRESTO IL TRANSITO DI VENERE - Ma tutto ciò è solo in preparazione al grande evento planetario dell’anno atteso per giugno (5 e 6) quando si potrà assistere al transito di Venere davanti al Sole. L’ultimo è avvenuto otto anni fa nel 2004 e il prossimo sarà fra 105 anni nel 2117. È il caso di pensarci perché l’occasione non è da perdere.
Giovanni Caprara

martedì 13 marzo 2012

Ricercatori italiani scoprono la molecola che causa il «colpo della strega»

Una terapia sperimentale inibisce e rallenta la degenerazione

 Scoperta da ricercatori italiani una molecola che ha un ruolo chiave nel classico «colpo della strega», la lombalgia e anche in altri dolori acuti (come la cervicalgia) tutti dovuti al fisiologico invecchiamento della colonna vertebrale. I ricercatori dell'Università Cattolica-Policlinico universitario Agostino Gemelli di Roma hanno scovato una molecola, «NF-kB», responsabile della degenerazione dei dischi intervertebrali, che inizia già a 30 anni, soprattutto se si adotta uno stile di vita sedentario.

me lo vado a leggere subito, ho qualche problemino da risolvere, speriamo ... http://www.corriere.it/salute/reumatologia/12_marzo_13/colpo-strega-molecola_3ab81602-6d04-11e1-b7b3-688dd29f4946.shtml

Ambiziosi, intelligenti e affermati ma a volte infelici

Spesso chi “troppo vuole” sposta in continuazione i propri obiettivi. E alle fine non è mai contenta e tende anche a essere meno longeva

  Chi si accontenta gode, dice il proverbio. E uno studio americano regala una dignità scientifica alla saggezza popolare, sottolineando che le persone generalmente più desiderose di gloria tendono a vivere male e meno rispetto a chi sa accontentarsi. O quantomeno quando chi vuol primeggiare non riesce (o non riesce del tutto) nei propri intenti scatta un’infelicità cupa che porta persino a vivere meno. 

per saperne di più: http://www.corriere.it/salute/12_marzo_13/ambiziosi-infelici-dipasqua_f531bea2-6d13-11e1-b7b3-688dd29f4946.shtml

Attenti a quel che dite, i neonati vi capiscono

I piccoli comprendono il linguaggio degli adulti già a sei mesi


Quando gli unici versi dei neonati sono suoni come ma-ma,-ma, da-da-da o magari hanno già pronunciato la prima parola (spesso semplicemente no! prima ancora di mama/papa o pappa......), in realtà capiscono bene cosa dicono gli adulti. L’ha dimostrato uno studio della Pennsylvania University di Filadelfia pubblicato su PNAS secondo cui i neonati comprendono il linguaggio degli adulti già a 6 mesi, cioè almeno 6 mesi prima di quanto finora ritenuto, soprattutto per quanto riguarda il cibo (ad esempio una mela) e le parti del loro corpo (ad es. la bocca). «Se mi dai la manina ti do il formaggino» è una frase che il piccolo sa eseguire, sempre che il formaggino sia di suo gradimento. Non è un’azione istintiva, ma la risposta a ciò che gli dite: se gli chiedete dov’è la mela lui guarda proprio la mela, anche se non sa ancora rispondervi. L'ESPERIMENTO - Per esserne sicuri i ricercatori hanno usato un tracciante elettronico dello sguardo in una prova chiamata «language guided looking» o «looking while listening», cioè sguardo guidato dal linguaggio o guardare ascoltando. Nell’esperimento il bambino sedeva in braccio alla mamma davanti a un computer rivolto verso l’esaminatore che sedeva dall’altra parte del tavolo. Fra il dorso del computer e il bambino venivano messi sul tavolo due o più oggetti, a seconda dei casi: una mela, una banana, ecc. Sul tavolo c’erano un altoparlante, il sensore elettronico per seguire lo sguardo del bambino e una telecamera che lo filmava in modo che l’operatore avesse sotto controllo tutta la scena sullo schermo del computer. Se dall’altoparlante veniva chiamata la mela, il tempo di fissazione corretto era ottenuto sottraendolo da quello speso per guardare anche la banana o l’altro oggetto confondente messo sul tavolo: il risultato è sempre stato statisticamente significativo e superiore a un risultato casuale. Se il tempo di reazione per fissare la mela era compreso fra 367 e 3.500 millisecondi, cioè praticamente subito dopo, la prova era considerata valida. Per maggior sicurezza sono state anche scelte parole con cui i bambini avrebbero dovuto avere poca dimestichezza chiedendo ai genitori di fare un elenco delle cose che secondo loro sentivano dire poco in famiglia e che dovevano inserire in una scala che andava da “mai” a “varie volte al giorno”. Fra la frequenza d’ascolto di una certa parola e la correttezza della scelta fatta dal bambino non è risultata nessuna correlazione significativa indicando che non impara come un pappagallo, ma capisce.
IL LINGUAGGIO - Tant’è vero, dicono i ricercatori, che fra i 6 e i 9 mesi non si osservano sviluppi eclatanti nell’area del linguaggio, ma, sotto sotto, si stanno formando nuove connessioni neuronali. Poi a 14 mesi si verifica un salto di qualità esplosivo: i circuiti cerebrali che hanno fino a quel momento continuato a immagazzinare dati si connettono definitivamente a quelli dell’eloquio e della comprensione. A quel punto, se diciamo a un bambino «mi prendi una mela per favore ?» questo non sente semplicemente una serie di suoni familiari, ma decodifica un comportamento legato a quella frase. Capirla è come rendere l’oggetto a cui la parola corrisponde più facile da afferrare cognitivamente, proprio come i bambini dell’esperimento afferravano la mela con lo sguardo.
Cesare Peccarisi

lunedì 12 marzo 2012

Un mondo di colori

Ci sono tanti bei racconti da leggere ai nostri bambini. Piccoli testi per grandi riflessioni. Spesso succedono in casa piccoli litigi fra fratelli e questo racconto può essere  un simpatico paragone di quello che accade ogni giorno in famiglia. Tutti dicono di essere i migliori ma ognuno di loro è unico e brilla di una luce splendente. 
UN MONDO DI COLORI
Nell’astuccio le matite colorate
un giorno litigarono: si eran dissociate.
Ogni colore diceva che
era il più bello e spiegava il perchè:
- Io – disse il rosso, prepotente,
- ho il colore del fuoco, il più splendente.
Il giallo saltò su e in due parole:
- Splendo sol io, che ho il color del sole
- Macchè – disse il verde, un po’seccato,
- più bello di tutti è il color del prato.
Ed allora l’azzurro a bruciapelo:
- Son io il più bello, che coloro il cielo.
Il viola, il rosa, il lilla, l’arancione
dentro l’astuccio facevan confusione.
Fino a quando una gomma, lì di sotto,
prese a parlar e li zittì di botto.
- Mettetevi d’accordo solamente
o vi cancello tutti immantinente!
Il giallo, il rosso, il blu ma per favore,
fra tutti voi non c’è un più bel colore.
Non c’è un colore bello ed uno meno,
splendete tutti insieme, dentro l’arcobaleno.
(Bianca Fo)

Luci, colori, emozioni, fantasia

Come mai tanto interesse?

Ormai sono grande e quasi vecchia, ma mi è successo stamattina quando, parlando di colori del cielo (argomento di grande attualità del momento), Davide (4 anni) mi ha chiesto:
"Maestra  cos'è l'arcobaleno? io non l'ho mai visto!"
Possibile? mi son detta, che non gli sia mai capitata l'occasione? ma riflettendoci un poco, può essere, considerando le poche volte che l'ho visto anch'io alla mia età!
Allora mi sono documentata per dare a lui e egli altri bambini, il meglio delle informazioni, delle immagini perchè Davide e neanche gli altri bambini sanno,che noi maestre, stiamo preparando la nostra prima lezione on line sul cielo, sui suoi colori e proprio sull'arcobaleno!
Chissà se a loro piacerà questo modo di fare scuola, lo scopriremo insieme quando dopo le parole (poche), le immagini (molte), giocheremo con la luce e il buio, con le ombre, con i prismi, costruiremo la trottola dei colori e poi...non poniamo limiti alla fantasia!

…arcobaleno

Foto artistica di un arcobaleno fatto in casa. Semplicissimo da realizzare, economico e veloce: bastano un cd e una lampada da scrivania puntata contro la sua superfice riflettente e il gioco è fatto!

la veste dell'arcobaleno
















Ogni Vita converge verso un Centro
dichiarato o taciuto
Esiste in ogni cuore umano
una meta

Confessata a malapena a se stessi - forse -
Troppo bella
per aver l'audacia di credervi

Adorata con cautela - come un fragile cielo -
Raggiungerla sembrerebbe impossibile
come sfiorare la Veste dell'Arcobaleno

Più sicura quanto più lontana
per chi non si arrende
quanto alto alla lenta pazienza dei Santi
è il Cielo

Inarrivabile - forse - nell'umile avventura della Vita
Ma poi
L'Eternità consente di tentare
Ancora.

(Emily Dickinson)

Quanti video che parlano di Arcobaleni?

Un fenomeno sorprendente

Forse nessun altro fenomeno naturale ha affascinato tanto l'umanità, per migliaia di anni l'arcobaleno è stato presente nelle leggende e nelle mitologie di quasi tutte le culture conosciute, ed in tutte le epoche pittori lo hanno raffigurato e poeti e scrittori ne hanno cantato le lodi.

Le tribù nordafricane lo definiscono La Sposa di Dio, e per i giapponesi è il Ponte Galleggiante del Cielo.
Per gli antichi greci Iride, la dea del clima , riforniva le nuvole di acqua presa dai fiumi e dai laghi assicurando i raccolti.
A poco a poco Iride venne identificata con l'arcobaleno, e diventò la divinità protettirice dei contadini.
I babilonesi credevano che l'arcobaleno fosse il fidanzato della pioggia, e gli antichi lapponi credevano che fosse l'arco del Dio del tuono, che se ne serviva per scagliare i fulmini.
La pentola d'oro all'estremità dell'arcobaleno è un prodotto del folclore europeo, una delle tante leggende ispirate all'irraggiungibilità delle basi dell'arco.
Secondo una leggenda francese, a ciascun capo dell'arcobaleno si troverebbe una perla in attesa di essere raccolta da chiunque sia dotato di sufficenti poteri magici per trovarla.
Molti popoli primitivi, d'altro canto, hanno paura degli arcobaleni, che considerano una minaccia alle loro vite: leggende degli zulù narrano di uomini e di bestie inghiottite dagli arcobaleni e mai più rivisti.
La scienza dell'arcobaleno non è meno affascinante della sua mitologia.
 Nel 1637 il filosofo e matematico Cartesio cercò per primo di individuare con calcoli matematici le ragioni per le quali un arcobaleno si vede a un angolo di 42 gradi.
I suoi esperimenti lo indussero a postulare che gli arcobaleni si manifestano quando i raggi del sole entrano in una gocciolina d'acqua di forma sferica, vengono riflessi dentro di essa, e poi ne fuoriescono.
Trentacinque anni dopo il grande scienziato inglese Isaac Newton soddisfece una curiosità vecchia di secoli spiegando come si formano i colori dell'arcobaleno: in seguito a due rifrazioni ed una riflessione interna dei raggi solari da parte delle goccioline di pioggia che ne sono attraversate.
Le gocce fungono da prismi, scomponendo la luce solare, che è bianca, nei vari colori che la costituiscono, e ciascuno dei quali richiede un angolo di riflessione leggermente diverso.
Le dimensioni di un arcobaleno risultano maggiori quando il sole è basso; di conseguenza, gli arcobaleni più spettacolari si vedono la mattina presto o la sera tardi.
 Pochi sanno che la luna può dar luogo ad arcobaleni non meno del sole, e di conseguenza quasi nessuno si da la pena di cercarli di notte.
Gli arcobaleni notturni contengono gli stessi colori di quelli diurni, ma l'intensità della luce è talmente bassa che l'occhio raramente li percepisce.
Non è impossibile scorgerli, comunque, mettendoci un pò d'impegno, ed allora si individuano grandi strisce di nero, di grigio o di bianco che solcano il blu della notte.
Gli arcobaleni sono di tanti tipi, ma per la maggior parte di noi rimangono, come per i nostri lontani progenitori, un fenomeno sorprendente, misterioso, affascinante.

Per vedere fantastici arcobaleni vi consiglio il blog http://www.lucidistorte.it/blog/fotografia/guida-come-fotografare-larcobaleno/

valore del tempo

scritto da paolacon
In una nota azienda multinazionale un sistemista è stato chiamato per aggiustare un computer molto grande ed estremamente complesso… un computer del valore di 12 milioni di Euro.
L’esperto di informatica, seduto di fronte allo schermo, preme un paio di tasti, asserisce con la testa, mormora qualcosa a se stesso e spegne il computer.
Poi estrae un piccolo cacciavite dalla tasca e dà un giro e mezzo ad una minuscola vite.
A questo punto, accende il computer e verifica che funziona perfettamente.
Il presidente dell’azienda è felicissimo e si offre di pagare il conto immediatamente.
“Quanto le devo?” chiede.
“Sono Mille Euro, per cortesia” risponde il sistemista.
“Mille Euro? Mille Euro per pochi minuti di lavoro? Mille Euro per stringere una semplicissima vitina? Mi rendo conto che il computer vale 12 milioni di Euro, ma mille Euro mi sembra una cifra veramente esagerata. Pagherò solamente se mi manderà una fattura dettagliata che giustifichi una cifra del genere.”
Il sistemista acconsente con un cenno e se ne va.
Il mattino dopo il presidente riceve la fattura, la legge attentamente, asserisce con la testa e la paga immediatamente, senza una lamentela.
Sulla fattura è scritto:
Servizi effettuati:
– Avvitamento di una vitina: EURO 1
– Sapere quale vitina avvitare: EURO 999.
la famigerata vitina...




Piccola morale:
Primo bisogna capire che è sbagliato giudicare un’attività semplicemente dal tempo che occorre per realizzarla.
E secondo, pensiamo a tutte quelle persone competenti che ogni giorno affrontano la mancanza di considerazione da parte di quelli che, per la loro ignoranza, non arrivano a capirli.

domenica 11 marzo 2012

Un passo indietro

Carnevale 2012
Erano pronte già da un poco, ma non mi decidevo a pubblicarle, non so perchè, ma avrei voluto affinare qualcosa, ma mi è mancato lo spirito.
Chissà perchè, a volte non mi capisco!

sabato 10 marzo 2012

Svelti sta per arrivare....

 SPECIALE FESTA DEL PAPA' 
http://www.rosalbacorallo.it/specialepapa.html 



Il Principe
Arriva un Principe
con un cavallo bianco
viene da lontano
e sembra molto stanco.
Al posto della spada
c'è l'ombrello
e c'è il cappotto
al posto del mantello;
però a guardarci bene
il cavallo non ce l'ha,
io gli corro incontro
e gli dico "Ciao papà!"

Voglio un mondo a colori

Voglio tuffarmi nel blu dell'oceano sconfinato
sporcarmi con il verde dei prati in primavera
cospargermi di rosso vermiglio del tramonto
annusare il giallo delle rose del mio giardino
assaggiare il bianco della neve di gennaio
e quando sarò sazia di colori e sensazioni
quando il mio tempo ormai sarà compiuto
voglio avvolgermi nell'azzurro del cielo
per tornare lassù
dove nascono i sogni

venerdì 9 marzo 2012

Il boato del terremoto del Giappone

Aumentata la frequenza delle onde sismiche per renderle udibili all'orecchio umano

 Un boato spaventoso, di quelli che mettono paura dentro. Il terremoto Tohoku-Oki di 9 gradi della scala Richter che quasi un anno fa (11 marzo 2011) devastò il Giappone provocando circa 20 mila morti (il 90% causati dallo tsunami) è stato reso udibile. Il sisma, in un territorio disseminato di apparati scientifici sofisticati, è stato il più studiato e analizzato della storia della geologia. Dalla gran massa di dati, ricercatori guidati da Zhigang Peng dell'Istituto di tecnologia della Georgia, hanno ricavato un audio del «rumore» delle onde sismiche.

 

FREQUENZE - L'orecchio umano (da giovane) riesce a sentire i rumori compresi in una gamma di frequenze tra 20 e 20 mila Hertz (20Hz-20kHz), zona al limite massimo delle frequenze delle onde sismiche registrate dai sismografi. Peng non ha fatto altro che accelerare di cento volte la velocità, in modo da portare le frequenze a livelli udibili. In questo modo i segnali ricevuti in circa un'ora vengono riprodotti in un intervallo di pochi secondi. Il risultato sarà pubblicato nel numero di marzo-aprile della rivista specializzata Seismological Research Letters.
BOATO - Il primo audio si riferisce alle onde sismiche che hanno investito la costa nell'area compresa tra la centrale nucleare di Fukushima e Tokyo. Il primo boato è la scossa principale di 9 gradi Richter (il quarto terremoto più forte degli ultimi 100 anni), i rumori successivi le scosse di assestamento dovute agli spostamenti di decine di metri della faglia dove si è verificata la rottura, tra le quali due di 7,7 e 7,5 gradi avvenute circa 30 e 42 minuti dopo il sisma iniziale. Le scosse di assestamento avvengono tutt'ora e proseguiranno per anni.


CALIFORNIA - Il secondo audio, invece, si riferisce alle onde sismiche che hanno attraversato il pianeta e sono giunte in America, innescando piccoli movimenti della faglia di San Andreas in California. Il rumore iniziale, che sembra quello di un tuono distante, segnala l'arrivo dell'onda sismica della scossa principale, dopo si ascolta un rumore che assomiglia alle gocce di pioggia che cadono dovuto ai movimenti successivi della faglia.
Paolo Virtuani

L'eruzione solare

La tempesta investe la Terra

mercoledì 7 marzo 2012

8 marzo

Son donne, la caparbietà
Son donne, l'intuito
Son donne, la vita dentro
Son donne, la madre terra
Son donne, la sofferenza
Son donne, la pazienza
Son donne, l'amore
Son donne, quando son donne!

martedì 6 marzo 2012

Apri il tuo armadio, ti dirò chi sei

Il giovane fotografo Pietro Baroni ha lanciato «Milan Closets», una sorta di censimento per immagini


L'armadio di Francesca, giornalista (foto Pietro Baroni)L'armadio di Francesca, giornalista (foto Pietro Baroni)
 
MILANO - Com'è l'armadio di un uomo che da vent'anni vive in un residence milanese perché ogni venerdì torna a Genova, dalla famiglia? E com'è l'armadio di una venditrice ambulante senegalese? E quello di una mamma lavoratrice? È intrigante e intelligente il lavoro di Pietro Baroni, giovane fotografo milanese. Che ha inventato Milan Closets (sul sito pietrobaroni.com), un autentico censimento fotografico della città.

Quella vera. Funziona così: grazie al passaparola, chiunque può contattare Pietro e invitarlo a farsi fotografare davanti al proprio armadio, aprendo porte di casa e ante del guardaroba. Si scopre così che una lavoratrice a progetto veste meglio di una manager più facoltosa; che tra un immigrato e uno studente non c'è poi così tanta differenza nella scelta delle camicie e che un «duro» per mestiere nasconde una sensibilità inaspettata.

«L'idea nasce un anno fa circa - racconta Pietro - dal desiderio di mostrare una Milano molto diversa da quella tutta moda, happy hour e tacchi a spillo». E l'armadio racconta. Finora Baroni ha raccolto quaranta ritratti (visibili sul sito) ma l'obiettivo è di arrivare a cento e farne un volume. Se non fa il monaco, l'abito può narrare una città.
Roberta Scorranes

lunedì 5 marzo 2012

Lo spettacolo del Perito Moreno: il ghiacciaio si frantuma

 Un fenomeno naturale che si verifica ciclicamente

Che differenza c'è tra "muoversi" ed "AGIRE"?

Se dobbiamo andare da Roma a Milano, e ci mettiamo a correre, in realtà ci stiamo solo muovendo… ma non stiamo agendo!
Molti di noi pensano che “muoverci” ci esonera dall’AGIRE… ma questo lo trovo un modo molto poco intelligente di pensare!
Se hai qualcosa di importante che vuoi fare, se vuoi raggiungere un tuo obiettivo, non devi muoverti e basta... ma devi AGIRE... e devi iniziare oggi stesso! 
Il momento è adesso!
Spesso non facciamo una cosa importante perché “abbiamo altre cose da fare”. 
Il topolino che corre sulla sua ruota, non agisce! Si muove solamente! Azione sarebbe fermarsi, scendere dalla sua ruota e andare dove si vuole!
Conosco tanta gente che si agita… si muove… ma non agisce! Queste persone spesso si accontentano dell’essersi agitati e basta… e prima o poi esauriscono le proprie energie! 
La grossa differenza tra "muoversi" ed "agire" è nella chiarezza della DIREZIONE e nella STRATEGIA!
Scegli la tua direzion, trova una tua strategia, inizia ad AGIRE e gioisci del tuo agire!

          QUANTO E' IMPORTANTE OSARE e SFIDARSI nella PROPRIA VITA?
 
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domenica 4 marzo 2012

un tema rilevante

 La lunga storia dei rifiuti
 Di Piero Angela e Bruno Bozzetto