mercoledì 1 febbraio 2012

Le maschere della tradizione italiana

Quasi nessuno le ricorda più e poi i bambini ... non le conoscono affatto

Non lasciamole nel baule dei ricordi, tiriamole fuori, facciamole rivivere, tocca a noi maestri, rispolverare i loro tipici vestiti e farle conoscere alle nuove generazioni.

Un tuffo nel passato, per non dimenticare!

Maschere del teatroL'uso delle maschere e in particolare della maschera che ride risale ai riti antichi legati al Carnevale. Vi era la credenza che la risata, anche se finta, allontanasse gli spiriti maligni. Il viso coperto consentiva poi all'uomo di lasciarsi andare ad atti inusuali, a volte lussuriosi, quasi a richiamare gli antichi riti celtici in omaggio alla Madre Terra.
E forse è proprio da queste credenze che nascono alcune tra le maschere italiane più conosciute.

Arlecchino

ArlecchinoNativo di Bergamo, servo lazzarone e truffaldino in perenne litigio col suo padrone, Arlecchino è tra le maschere più conosciute. Stravagante e scapestrato, ma pieno di astuzia e di coraggio, soffre di una brutta malattia: la pigrizia. Maschera nera sugli occhi, borsa di cuoio legata alla cintura e una spatola di legno. Il suo vestito è così colorato perché, essendo povero, i suoi amici, in occasione del Carnevale, gli regalano dei pezzi di stoffa avanzati dai loro costumi, in modo che potesse averne uno anche lui.

Colombina

ColombinaMaschera femminile più nota, Colombina è la maschera veneziana compagna di Arlecchino. Ha un carattere un pò civettuolo e malizioso, allegro e spensierato. Spesso è bugiarda e organizza imbrogli per rendere felice la sua padrona Rosaura a cui è molto affezionata. Indossa un vestito a strisce azzurre e bianche con sopra una giacchetta rossa e in testa porta una berretta a balze.

Pulcinella

PulcinellaÈ la maschera di Napoli. Pulcinella è una figura brutta e goffa, ha un gran naso adunco con una verruca, ha le gambe storte ed una gobba davanti e una dietro. Porta il berretto a pan di zucchero, camiciotto e pantaloni bianchi, larghi e comodi. Ha una maschera nera, babbucce bianche con le punte all'insù ed una mazza di legno in mano. Gli piace mangiare e bere, stare in ozio e divertirsi, è furbo e impertinente. Viene spesso preso a bastonate, però è simpatico a tutti.

Dottor Balanzone

Dottor BalanzoneIl dottor Balanzone (da balanza, bilancia, allegoria della Giustizia) è la maschera tipica di Bologna. Parla moltissime lingue, ma i suoi discorsi sono un diluvio di parole, spesso senza senso. Le sue idee sono piene di sentenze latine, di proverbi sgangherati nella grammatica e nella sintassi, ma pomposi, imponenti, tali da far restare a bocca aperta. Procede imperterrito nei suoi discorsi senza spaventarsi delle colossali baggianate che dice. Indossa pantaloni e camicia nera, porta un cappello a tese larghe e sottobraccio ha sempre un librone.

Pantalone

PantaloneVecchio mercante veneziano avaro, brontolone ed estremamente rompiscatole che crede solo nel denaro e nel commercio: autoritario e bizzarro è però facilmente raggirato dalla moglie e dalle figlie. Veste molto semplicemente, con camicione e calzamaglia rossi, mantello e pantofole nere; porta una maschera e una cuffia nera aderente che sembra un tutt'uno con la maschera.

Brighella

BrighellaeCome Arlecchino, anche Brighella è di Bergamo. Il suo nome deriva dalla sua caratteristica principale: quella di essere un attaccabrighe, sempre pronto all'insolenza e allo scherzo. Essendo un sentimentale, gli piace consolare i poveri innamorati, specialmente i vecchietti dal cuore tenero e dalla borsa piena. Astuto, vivace e insolente è vestito con giacca e pantaloni bianchi decorati da galloni verdi, ha scarpe nere con i pon pon verdi. Ha mantello, maschera e cappello.

Gianduia

GianduiaOriginario di Torino, Gianduia prende il nome da un simpatico contadino della provincia di Asti. Il burattinaio che creò questa maschera girando per il Piemonte si imbattè in un contadino simpatico, arguto e furbo di nome Gioan d'la douja perché nelle osterie chiedeva sempre un boccale di vino (in dialetto piemontese douja) . Gioan vestiva una lunga giacca marrone bordata di rosso, portava in testa un cappello a tre punte, il tricorno, e aveva un codino girato all'insù legato con un bel nastrino rosso. Il suo nome fu presto abbreviato in Gianduia e divenne un burattino di gran successo. Le caratteristiche principali di questo personaggio buono e galante sono l'essere amante del vino e della vita allegra.

Meneghino

MeneghinoServo milanese senza maschera vestito alla popolana: giacca rossa e marrone, calzoni verdi al ginocchio, calze a righe bianche e rosse, tricorno in testa e un ombrello rosa. Spavaldo a parole, ma cauto nei fatti è all'apparenza egoista ma con un'anima caritatevole, sempre pronto a rispondere alle domande spiritose. Il suo vero nome è Domenico, mentre il diminutivo è "Domeneghin", ma è conosciuto anche con il nome Pecenna perché strigliava certi italiani xenofobi.

Stenterello

StenterelloLa maschera di Stenterello è stata inventata da Luigi del Buono, un grande attore fiorentino. Indossa una giacca blu, un panciotto giallo, pantaloni corti scuri; porta un paio di calze spaiate, una rossa e una a righe bianche e azzurre, un cappello in testa e la parrucca col codino. E' molto generoso con chi è più povero di lui, è dotato di arguzia e di saggezza che, unite all'ottimismo, gli fanno superare le avversità della vita. Spesso è ricercato dai suoi creditori.

Capitan Spaventa

Capitan SpaventaConosciuto anche come Capitan Fracassa è una maschera della Liguria. Solitamente indossa un vestito a strisce colorate, completato da un cappello ad ampia tesa adornato da piume. Ha lunghi baffi, un grande naso e al fianco gli pende un grosso spadone che non esita ad estrarre al momento giusto. E' infatti uno spadaccino temerario che però combatte più con la lingua che con la spada. Preferisce ferire con le parole, soprattutto quando prende in giro gli ufficiali.

Rugantino

RugantinoPersonaggio popolare del teatro romano, il cui nome sembra derivare dal dialettale "ruganza " ( arroganza ). Rappresenta il tipico popolano violento ma generoso, er bullo de Trastevere, svelto co' le parole e cor cortello. Sempre pronto a sbeffeggiare il potere costituito e a difendere coloro che la miseria finisce col porre fuori legge. In origine ebbe costumi da gendarme, e si ricollegava in questo ai Capitani della commedia dell'arte, ma successivamente indossò panni civili.

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