domenica 11 novembre 2012

L'INFANZIA NON È PIÙ IL PARADISO TERRESTRE

Nel cervello, nel cuore dei nostri bambini , da tempo non c'è più un graduale apprendimento e una prudente interpretazione delle vicende.

Antonio Mazzi
09 Novembre 2012
Famiglia Cristiana - N.46 - Non vorrei dare tanta enfasi all'impiccagione o al gioco tragico che ha portato alla morte un ragazzo di dieci anni. Su certe cose più silenzio e più meditazione facciamo meglio sarebbe per tutti. Allargo, perciò, la mia allarmata riflessione a un'età che fino a ieri aveva i colori dell'infanzia: dolcezza, bellezza, capriccio, iperprotezione. Una specie di paradiso terrestre su misura. Però tra un gioco e l'altro, un regalo e l'altro, i nostri bambini vedono, sentono, si incuriosiscono e navigano su giochi che non sono più "giochini". I messaggi, le emozioni, le paure, le informazioni bislacche e imprudenti si mischiano alla Prima comunione, alla collanina con padre Pio, al ferro di cavallo della nonna e al bombardamento emotivo e incontrollabile che  li agita, li spaventa o li disturba. Il fenomeno del bullismo, ad esempio, nasce nei primi anni della scuola primaria. L'infanzia moderna non è più il paradiso terrestre. Soprattutto per i bambini più sensibili o che già hanno visto genitori dividersi, ragazzi più grandi deriderli e picchiarli, i più disparati programmi televisivi e adulti dimentichi del loro ruolo educativo e autorevole. Nel cervello, nel cuore dei nostri bambini, da tempo non c'è più un graduale apprendimento e una prudente interpretazione delle vicende disordinate, tutte ammucchiate e contraddittorie. «Quando seppe del mio successo, mio padre sorrise, appoggiò la sua mano sulla mia testa... Il mio corpo fu scosso e attraversato dall'influsso di mio padre, dalla sua pace, dalla sua gioia segreta, silenziosa e profonda...». Così il filosofo francese Michel Onfray ricorda la sua infanzia. Fosse così anche quella dei nostri figli, forse certe disgrazie non accadrebbero. Invece nessuno li aiuta. E loro ascoltano, incamerano acriticamente e non dimenticano. La scuola elementare nel secondo periodo (tra la terza e la quinta) e la scuola media dovrebbero essere più attente a quanto accade attorno ai nostri ragazzi, e meno preoccupate delle guerre puniche e dei teoremi di Pitagora. Stéphane Hessel ed Edgar Morin, anziani eroi della Resistenza francese, parlano di «una riforma dell'insegnamento che già dai primi anni apra la mente dei giovani ai problemi fondamentali e globali del loro avvenire di individui e di cittadini e all'indissolubile relazione individuo, società, specie. Riconoscendo la dignità di bambini e adolescenti, fornendo accesso all'istruzione, all'arte, all'informatica, offrendo comprensione e affetto, diminuirebbero drasticamente i drammi che li travolgono». Vogliamo farci un pensierino tutti? Prevenire è, ancora una volta, il verbo vincente. • alla moviola 4 mila persone in Italia, ogni anno, si tolgono la vita (dati del 2011). Il fenomeno dei suicidi sembra in aumento tra i giovani: è la seconda causa di morte nella fascia tra i 15 e i 24 anni. A togliersi la vita sono più frequentemente i maschi, con un rapporto di tre a uno rispetto alle femmine.

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