martedì 6 novembre 2012

Il mondo meraviglioso della scienza

Le scienze nella scuola dell’Infanzia e nella Primaria
Come imparare a leggere e a scrivere
‘’Quando ancora non avevo imparato bene a leggere, la mia maestra Rosanna mi regalò un libro con un grosso girasole sulla copertina: era il mio primo libro! Si trattava di una serie di letture su fiori e piante e venivano proposti numerosissimi esperimenti da fare durante le diverse stagioni. Ricordo che il fascino di quel libro stava nella mancanza di risposte. Non veniva cioè spiegato quale sarebbe stato il risultato dell’esperienza proposta, ma accompagnava solo nella sua preparazione, lasciando la sorpresa al bambino. Giocavo a far germogliare semi, in condizioni strane, e ne osservavo lo sviluppo. Per me era un gioco dal fascino irresistibile ‘’. Questo brano, tratto dalla tesi della Dott.ssa Sabrina Gamboni in Didattica delle Scienze Naturali dell’Università di Urbino, esprime con chiarezza le strategie da usare coi bambini della Scuola dell’Infanzia e delle Elementari nella didattica delle Scienze.
Joseph D. Novak, professore Emerito della Cornell University e ricercatore anziano dell'Institute
for Human and Machine Cognition dell'Università della West Florida, propone un percorso che
sembra rispettare perfettamente il punto di vista descritto sopra. Nella sua opera si limita, infatti, a suggerire domande e percorsi da seguire, finalizzati alla comprensione dei fenomeni, che fanno quotidianamente parte del mondo osservato dai bambini. Egli presenta una serie di domande, le stesse che ogni bambino si pone tante volte durante la propria infanzia. Non ci sono però le risposte del libro a tali interrogativi. Le risposte le troverà il bambino, dopo l’investigazione e dopo aver discusso i risultati con gli altri allievi e con la maestra. Un noto ricercatore ritiene che l’insegnamento efficace delle scienze è tutta una questione di metodo. Ma quale metodo ? Quello di interrogare il mondo che ci circonda con semplici indagini sperimentali, come sostiene Novak, oppure il metodo della scoperta del quale vagheggia una certa pedagogia ? '' Forse l'idea più importante, sostiene Joseph D.Novak, è il crescente riconoscimento del fatto che la conoscenza non si scopre, come l'oro o il petrolio, ma piuttosto viene costruita da esseri umani che operano in un contesto sociale. Di conseguenza, la nuova conoscenza è gravata da tutte le limitazioni che si applicano alla costruzione umana dei
significati ‘’. Le conclusioni pedagogiche a questo diverso metodo di insegnamento delle scienze nella scuola primaria le ha scritte Howard Gardner.
‘’La qualità di questi primi anni di vita è cruciale. È stato osservato che i bambini, che nell’infanzia hanno l’opportunità di scoprire molte cose sul proprio mondo, e possono farlo in modo facile ed esplorativo, sembrano accumulare un inestimabile “capitale di creatività” su cui potranno contare per tutta la vita. Al contrario, quelli che vengono ostacolati nelle proprie attività di indagine libera e costretti a muoversi soltanto in una direzione, o quelli in cui viene inculcata l’idea che la risposta giusta è una sola e che il compito di stabilire quale essa sia spetta esclusivamente alle persone dotate di autorità, hanno possibilità molto più scarse di riuscire a muoversi con autonomia. La scuola dovrebbe sviluppare nei giovani quelle doti e capacità che possono servire al benessere della comunità. Ma questo non significa che debba distruggere la personalità individuale e che l’individuo debba diventare uno strumento della comunità, come l’ape o la formica.”
Gli studenti e gli insegnanti, che guardano e valutano il lavoro degli scienziati, hanno capito intuitivamente che la scienza si basa più sul ‘’fare’’ che sul ‘’leggere’’. Simili idee naif contrastano con le opinioni dei ricercatori più avveduti i quali, giustamente, ritengono che la scienza non possa essere ‘’fatta’’ senza le attività basilari della lettura e della scrittura. Gli insegnanti responsabili prudentemente fanno seguire, dopo le attività manuali, sessioni interamente dedicate alla lettura e alla scrittura. E’ una prassi assai convincente e produttiva, che il nostro progetto di sperimentazione vuole favorire. Il curricolo scientifico diventa così il canovaccio, la trama per la costruzione del solido tessuto delle competenze di base, specialmente nella lettura e nella scrittura, senza trascurare il calcolo matematico e la sua logica formativa.

1 commento:

  1. Molto interessante. E se ricordo bene è proprio quello che avete fanno lo scorso anno, seminando in ambienti differenti e poi aspettando per vedere cosa succedeva.
    Il libro è un ottimo spunto per un regalo natalizio!

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