martedì 20 dicembre 2011

Il piano funziona con le luci di Natale torna a splendere il barocco leccese

Il Comune accoglie così i turisti che arrivano a Natale
Illuminate strade, chiese, piazze e monumenti


LECCE - È arrivato in ritardo, ma si è fatto ampiamente perdonare. Il Comune di Lecce ha mantenuto fede al suo impegno e, come ogni anno, ha provveduto ad addobbare e illuminare le zone più importanti della città. Quest’anno, poi, grazie alla disponibilità di un privato, ha fatto anche di più, allestendo un grandissimo albero di Natale in piazza Duomo. Il percorso nella «Lecce natalizia» parte da via Libertini, dove le luci dorate che attraversano la strada da un lato all’altro - messe grazie al contributo dei commercianti -, anticipano l’addobbo di piazza Duomo. Proprio al centro, quasi a segnare una ideale divisione prospettica tra la chiesa e il seminario, una cascata di luci dorate con una stella in cima arricchisce la più bella piazza della città. È un gigantesco albero di Natale fatto soltanto di luci che, con il calore dorato dell’illuminazione gialla, esalta il colore della pietra tipica del barocco leccese. Delude un po’ il resto del tragitto, quello lungo corso Vittorio Emanuele, dove i commercianti non hanno seguito l’esempio dei loro colleghi, scegliendo di addobbare ciascuno la propria vetrina, ma non la strada e gli spazi comuni. Ma quando già si intravede piazza Sant’Oronzo, ecco che ladelusionesvanisce.
Il Natale illumina il barocco

Le luci azzurrine dei led si inseguono come in una pioggia leggera, mentre i fiocchi di neve sui pali esaltano l’ovale della piazza e illuminano le due grandi strutture prefabbricate che, fino al giorno di Santo Stefano, ospiteranno la Fiera di Santa Lucia (o dei pupi). La luce fredda si adatta meglio a una piazza dove l’architettura di inizio ventesimo secolo convive con un tesoro del Cinquecento come il Sedile o con il settecentesco Palazzo Carafa, anch’esso addobbato con delle stelle luminose «incastonate» lungo la facciata e sugli angoli dell’edificio. A destra della piazza, poi, la storia riporta indietro di 1500 anni con la bellissima visione dell’anfiteatro romano. Due giorni fa, l’assessore al Turismo, Massimo Alfarano, ha annunciato con orgoglio che il presepe era finalmente ultimato e illuminato. «Con un giorno di anticipo rispetto agli ultimi anni», precisa. Nell’emiciclo, infatti, sono tornate le casupole, gli alberelli, i viottoli, i ponticelli e, soprattutto, le statue dei personaggi del presepe, che leccesi e turisti possono ammirare affacciandosi lungo la balconata principale sopra l’anfiteatro. Un colpo d’occhio reso ancora più suggestivo dalla grande stella cometa che «indica» l’esatta ubicazione della grotta. Una stella identica si trova all’ingresso Nord di Lecce, proprio sopra piazza del Bastione.
Francesca Mandese

1 commento:

  1. A proposito del barocco leccese illuminato, mi chiedo e provo ad immaginare (fantasia permettendo) come poteva apparire di sera con luci più soffuse e discrete come i lampioni sparsi qua e là ed alimentati a petrolio o, addirittura ad olio. Forse anche allora la gente affollava le piazze e le vie per raccontarsi le indiscrezioni più varie e probabilmente questo avveniva dopo la funzione serale nei giorni che precedeva il Natale. Certamente la fiera di S. Lucia aveva già il suo fascino con le bancarelle di statuette di cartapesta e di argilla cotta, come immagino, c'era anche la cotognata leccese, i mostaccioli e ....la mia fantasia si ferma qui.
    Certamente in ogni casa c'era il presepe o lo si preparava con i ceppi della vite (estirpati perchè troppo vecchi per fruttificare ancora) carta di vecchi giornali e timo che inondava le case e le strade di quel profumo tipico. Il fuoco in ogni camino predominava con la luce che emanava riscaldando anche la casa che si arricchiva dei culacchi (storielle) che si raccontavano tra gli adulti con le interferenze degli schiamazzi dei piccoli; oppure si provavano e si preparavano piccole rappresentazioni sul natale tramandate dagli avi da generazioni.
    Un mondo bucolico ? Diciamo più semplice e più vero ma anche più umano e meno carico di tensioni perchè nella sobrietà si dipanavano in partenza arrivismo, senso del potere, corse sfrenate al regalo a tutti i costi....
    Ma, se non sbaglio qualcuno, circa duemila anni fà scelse di nascere nel freddo di un giaciglio di paglia riscaldato dal calore del bue e dell'asinello. Già l'essenzialità ! troppe volte la dimentichiamo come dimentichiamo il vero messaggio del Natale.

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