lunedì 29 agosto 2011

Il ristorante è troppo caro?
Con il baratto te lo puoi permettere

Il 10% degli incassi ogni sera è garantito dallo scambio
Il proprietario si è rifatto tavoli, stoviglie e una gelatiera

MILANO – In tempi di recessione mangiare al ristorante è un lusso per pochi. A meno che, al posto di usare la carta di credito per saldare il conto, non si possa offrire al ristoratore che ci ha sfamato qualcosa di nostro, magari quel vecchio oggetto che non serve più e che potrebbe invece fare la gioia di qualcun altro, o donargli in cambio qualcosa che sappiamo fare, scambiando il suo servizio con il nostro. A Chicago, c'è un ristorante che ha introdotto il baratto come forma di pagamento alternativa al dollaro. E ogni sera il dieci per cento dei suoi incassi – circa 5 tavoli del suo locale - arriva proprio dalla più antica forma di commercio al mondo.

UN AFFARE – L'ultima cosa che Richard Whon, il proprietario del Fireside a nord di Chicago è riuscito ad aggiustare grazie a questa forma di pagamento i pavimenti del locale, e prima di ciò aveva acquistato la macchina del gelato, le stoviglie, tutti i tavoli, e si era anche sistemato per le vacanze: una settimana a Cancun, Messico, scambiata per qualche decina di menu completi. Nel tempo ha usato i servizi di un dentista, un elettricista e anche un personal trainer, per rimettersi in forma dopo le ore passate tra cucina e tavoli. Per lui il baratto non è una scelta nuova: anni fa lo faceva con gli amici e i conoscenti in modo destrutturato, cucinando per chi gli forniva qualcosa in cambio.

BARATTO ORGANIZZATO - Oggi il Fireside si appoggia a due delle grandi piattaforme online che mettono in contatto privati che offrono oggetti e servizi in cambio di altrettanta merce o lavoretti. Si chiamano ITEX o International Monetary System e dai loro siti ci si affilia e si entra nella rete americana del baratto organizzato. Per il proprietario del Fireside la scelta è vincente, anche economicamente: nel lungo periodo, sostiene Richard Whon, lo ha portato a risparmiare e ad avere un numero di tavoli sempre assicurati ogni sera. In tempo di crisi, una bella sicurezza.

Eva Perasso
29 agosto 2011 13:51©

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