L'INIZIATIVA
La Giornata per la ricerca sul cancro:
dal genoma alla cura
Venerdì 11: nel 2010 Airc ha raccolto quasi 90 milioni
per finanziare 543 studi sui tumori. Ma c'è molto da fare
MILANO – «Dal genoma alla cura. La ricerca corre» è questo il tema scelto per la Giornata per la ricerca sul cancro di Airc (Associazione
italiana per la ricerca sul cancro), organizzata per venerdì 11
novembre e quest’anno rivolta a mettere in evidenza l’accorciamento
delle distanze tra gli studi effettuati in laboratorio e il loro impatto
sulla diagnosi e la cura della malattia. «Oggi il cancro è una malattia
che conosciamo molto meglio. Certo non ne sappiamo tutto e non abbiamo
trovato il modo per sconfiggerlo definitivamente, ma i passi avanti
compiuti negli ultimi dieci anni sono rilevanti» commenta Pierfrancesco
Tassone, docente di oncologia medica dell’Università di Catanzaro Magna Graecia,
titolare di uno dei progetti che fanno parte del programma di oncologia
clinica molecolare dell’Airc e tra i protagonisti degli incontri nelle
scuole superiori organizzati dall’associazione in occasione della
Giornata. Superata la storica assenza di comunicazione fra ricercatori
di laboratorio e clinici e grazie alla progressiva caduta delle barriere
fra le diverse scienze (medicina, chimica, fisica, biologia,
ingegneria, informatica), il salto è fatto: integrare i saperi è stato
come premere sull’acceleratore. L’obiettivo era (ed è) rispondere alle
molte domande senza risposta: perché i tumori si sviluppano? Come? E
come si nutrono per crescere e diffondersi? Come scoprire le forme più
aggressive, da attaccare con terapie intensive fin dall’inizio? E,
ovviamente, usare al meglio le cure disponibili, creando nuovi farmaci
là dove necessario. Grazie al sequenziamento del genoma umano e alle
grandi innovazioni tecnologiche, gli studi scientifici procedono più
rapidamente e con maggiore efficienza.
DOVE VA LA RICERCA?
- «Quello che abbiamo di fronte nel prossimo futuro – continua Tassone
– è come un lavoro di alta sartoria. Ora sappiamo, grazie alle molte
scoperte sul Dna nell’ultimo decennio, che non esiste una sola forma di
cancro per esempio al seno o al polmone, ma che dobbiamo lavorare su
tante malattie diverse, con differenti caratteristiche genetiche.
Dobbiamo trovare il tallone d’Achille delle cellule tumorali, il loro
punto debole, il target molecolare. E colpirlo con farmaci creati
appositamente, come abiti cuciti su misura, che siano più efficaci e
meno tossici per l’organismo». E’ insomma ormai certo che i diversi
approcci alla malattia non dipendono dalla sede in cui si sviluppa, ma
dalle sue caratteristiche molecolari. Queste possono rappresentare il
bersaglio per trattamenti mirati, attraverso lo sviluppo di nuovi
farmaci studiati ad hoc. E’ questa, secondo gli studiosi, la
sfida del prossimo millennio: fare un ritratto dei vari tumori e, quando
li si conosce, cercare come curarli. E per fare progressi la ricerca di
base è indispensabile.
I TRAGUARDI GIA’ RAGGIUNTI – E i vecchi farmaci? Molti restano
validi e grazie ai progressi della tecnologia trovano nuove
applicazioni, magari con dosaggi minori, diversi, più adeguati per un
determinato tipo di malattia rispetto a quanto si faceva anni fa, quando
si conosceva meno la malattia che si cercava di curare. Le “firme
molecolari” già individuate per molti tumori aprono poi la strada anche a
nuovi metodi per la diagnosi precoce, attraverso semplici esami del
sangue o sofisticate tecniche di imaging molecolare. Ed appare sempre
più evidente come lo sviluppo di un tumore non dipenda solo dalle sue
proprietà intrinseche, ma dalla sua interazione con l’ambiente in cui si
trova. La sua crescita trae origine quindi anche dalle caratteristiche
metaboliche del paziente, dalla presenza di processi infiammatori e
dall’efficienza del sistema immunitario che in molti casi lo tollera o
addirittura lo facilita in vari modi. Si sta poi lavorando sulle cellule
staminali del cancro per neutralizzarle o usarle come arma contro la
malattia; sulle nanotecnologie, particolarmente promettenti per
individuare nuovi strumenti di diagnosi precoce e per trasportare i
farmaci all’interno delle cellule tumorali, minimizzandone l’effetto sui
tessuti sani. «Nel 2010 AIRC e FIRC, grazie ai quasi 90 milioni di
euro raccolti da soci, volontari, contribuenti e sostenitori, hanno
finanziato 543 progetti di ricerca
– dicono da Airc -. I progressi fatti sono notevoli, ma resta molto da
fare». Per avere maggiori informazioni sulla Giornata e le iniziative: www.airc.it
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